«Si è sempre sentito un ufficiale di Cavalleria»

«Si è sempre sentito un ufficiale di Cavalleria» «Si è sempre sentito un ufficiale di Cavalleria» compagni del 410 corso: è partito in guerra, lui che poteva starsene a casa N' OSTALGIA per gli anni della gioventù nella Cavalleria, ma anche desiderio di far rinascere un'istituzione amata da suo nonno. Tra i tantissimi progetti di Gianni Agnelli c'è quello della scuola riazionale di equitazione a Pinerolo. «Se dopo 10 anni di attesa siamo riusciti ad ottenere un finanziamento statale di 5 milioni di euro lo dobbiamo proprio a lui» commenta il generale Angelo Di Staso, ex comandante del Nizza Cavalleria. L'Avvocato che partecipò alla seconda guerra mondiale come ufficiale di Cavalleria sul fronte russo e si guadagnò la Croce di guerra al valor militare in Tunisia - aveva frequentato la scuola di Pinerolo. Seguendo le orme del nonno Giovanni, frequentò il 41" corso allievi ufficiali di complemento. Erano in 45. Tra gli ex commilitoni, il generale Giuseppe Veneziani Santonio, 80 anni. «Gianni Agnelli era uno che non aveva l'automobile - ricorda - lo dico per far capire che era proprio uno di noi: solo un ufficiale di Cavalleria di 20 anni, che non dava peso a soldi e potere. Ed infatti poteva starsene a casa, mentre ha rischiato la vita in Russia e in Nord Africa». Il generale Santonio ha fatto la campagna d'Africa con l'Avvocato. Da allora hanno continuato periodicamente a vedersi: «posso dire di essere uno dei suoi amici, forse perché non gli ho mai chiesto favori. Tranne uno, un biglietto per una partita Italia-Inghilterra del '48». Gianni Agnelli resta sempre affezionato all'Arma di Cavalleria. Socio fondatore, tra l'altro, dell'Associazione amici del museo dell'Arma di Cavalleria, ne finanzia le iniziative - come ricorda Roberto Nasi, presidente dell'Associazione - e spende la sua influenza politica quando si minaccia lo scioglimento di qualche reparto a cavallo. Partecipa ai raduni e alle cene. Come quelle organizzate dai suoi compagni del 41" corso allievi ufficiali. «È sempre venuto. Tranne all'ultima, stava già troppo male». A quel pranzo erano in II. Ieri si sono tutti sentiti al telefono ed hanno pianto. Tanta commozione anche nelle parole del generale Ange¬ lo Di Staso, che ricorda l'impegno dell'Avvocato per la creazione della scuola di equitazione, chiusa nel '43. «L'ho conosciuto 10 anni fa - dice -, da allora ha fatto il possibile per aiutarci a riaprire la scuola. Ha organizzato diversi incontri con politici e amministratori, mi ha invitato alcune volte a casa sua per discutere del progetto. Un uomo eccezionale, veramente affabile e coltissimo. Non aveva affatto dimenticato gli anni della guerra, discutevamo di strategie militari e dei vecchi compagni». Gianni Agnelli voleva sapere se il generale aveva conosciuto, nella sua carriera militare, qualcuno dei commilitoni di Pinerolo. «Ne parlava ancora con molto affetto. Non mi risulta che abbia coltivato l'equitazione come sport, ma il legame affettivo era comunque molto forte». Presidente onorario dell'Associazione nazionale di Cavalleria, Gianni Agnelli era stato nominato anche presidente onorario del Concorso ippico che si tiene ogni anno, a settembre, a Pinerolo. «Ci veniva sempre volentieri - prosegue Di Staso - a parte quest'anno per le ovvie ragioni di salute. Negli ultimi era accompagnato dal nipote John Elkann, che ha fatto le sue veci lo scorso settembre. Tre anni fa, invece, aveva portato con sé anche la sorella di John, Ginevra. Lo ricordo ancora mentre l'aiutava a salire a cavallo, attento e premuroso come un nonno qualsiasi. Solo un po' più discreto degli altri». Discrezione e gentilezza. Come quella che in gioventù riservava ai vecchi compagni del 41" corso. Al ristorante era sempre lui a offrire. «Si usciva a pranzo o a cena - racconta il generale Veneziani Santonio - e alla fine nessuno pagava. O meglio: noi sapevamo che a farlo era Gianni, ma io non l'ho mai visto prendere il portafoglio. Lui del resto non diceva nulla, e noi non ponevamo il problema». [g. lon.] «Se a Pinerolo sono arrivati i finanziamenti per la Scuola nazionale il merito è tutto suo» Ha sempre partecipato agli incontri conviviali con i vecchi commilitoni «Siamo rimasti in 10»