Ballo in maschera la rabbia di Verdi di Sandro Cappelletto

Ballo in maschera la rabbia di Verdi BOLOGNA, DIREZIONE DI GATTI E REGIA DI KRIEF Ballo in maschera la rabbia di Verdi Sandro Cappelletto BOLOGNA Una forte coerenza tra direzione, regia, interpretazione dei cantanti attraversa questo «Ballo in maschera», in scena al Teatro Comunale e consegna alla nostra attenzione la qualità di scelte coraggiose, che invitano a discutere e confrontarsi. Giuseppe Verdi tenta qui un'operazione difficile per tutti e ancor più inusuale per lui, cresciuto sotto la pressione di temperature drammatiche infuocate. Far convivere il tono spigliato della commedia brillante con l'incalzare della tragedia; tenere a braccetto, nella stessa scena, quasi negli stessi istanti, il sorriso e l'odio, la galanteria e la perfidia più assassina, un passo di danza e l'incedere dei sicari. Tutto è scritto, in partitura e nelle didascalie che il compositore, primo regista della sua musica, non ha mancato di indicare. Però bisogna farlo sentire e vedere. Il direttore Daniele Gatti e il regista Denis Krief privilegiano il senso di necessità della vicenda, il respiro interiore di personaggi ai quali Verdi regala una quantità straordinaria di occasioni musicali: le passioni ne escono non raggelate, anzi sbalzate nella loro forza e reciproca incomunicabilità. Gatti prosegue un percorso verdiano che poco tempo fa ha conosciuto un momento alto di definizione con il Simon Boccanegra diretto all'Opera di Vienna. Estrema attenzione per i recitativi che confenna come la qualità dei libretti d'opera non vada misurata sulla bellezza dei versi, ma sull'invenzione che la musica genera dalla parola. Nel rispetto dell'indicazione di Verdi, il tempo staccato per «Alla vita che t'arride», la prima aria di Renato, dà subito al personaggio una maturità grave, cosi in contrasto con le esuberanze vitalissime di Riccardo, governatore di Boston, suo vero amico, però innamorato perso di Amalia, giovane moglie di Renato. Finirà malissimo, tra vendetta privata e congiura politica. Quando Renato e Amelia sono sor- «Ballo in mas «Ballo in maschera» hera» presi in piena notte in una situazione molto imbarazzante per lo sposo, nel canto così irridente e velenoso del coro - «E che baccano sul caso strano/ andrà dimane per la città» - vivono tutto il disagio e la rabbia di Verdi quando doveva subire le frecciate dei suoi concittadini di Busseto che gli rimproveravano la relazione non ancora coniugale con Giuseppina Strepponi. Ma questa cattiveria del pettegolezzo deve venir fuori, anche in pianissimo, anche scivolando fuori scena, gustandosi parola per parola. Per contrasto, il tumulto dei duetti d'amore o di odio assume un'evidenza potente, come in un alternarsi tra primissimi piani e campi lunghi, dettagli con zoom strettissimo e radenti sguardi d'insieme, in un gioco di attese e svelamenti sottolineato dalla mobilità spaziale delle luci. L'orchestra del Comunale risponde con prontezza alle sollecitazioni del direttore e il coro, istruito da Gea Garatti, diventa spesso disinvolto protagonista non solo vocale: ballano, mimano una remata, entrano ed escono di scena durante la grande sequenza finale del ballo, quando le due pareti mobili disegnate da Krief, autore anche di scene, costumi e luci, si aprono e richiudono, creando ambienti diversi, grandi saloni o stanze dove isolarsi, dialogare, tramare. La compagnia si apprezza per la collettiva adesione a queste scelte; il tenore Ramon Vargas ha peso, squillo, eleganza; il soprano americano Andrea Gruber, che si alterna a Daniela Dessi, fatica ad alleggerire una voce bella e importante; il baritono Carlo Guelfi, esemplare nella dizione, molto intenso nella recitazione, rende nobile con il colore un canto non sempre pieno; Cinzia Forte è il paggio Oscar, brillante e perturbante, del tutto disinvolta nell'agilità. Mariana Pentcheva attacca l'aria di Ulrica, «Re dell'abisso», con una gravità da brivido. Alla seconda recita, applausi per tutti da un teatro esaurito; alla prima, pubblico più diviso. Repliche fino al 31 gennaio, poi tournée a Piacenza, Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Fino al 30 marzo.

Luoghi citati: Bologna, Boston, Busseto, Ferrara, Modena, Piacenza, Reggio Emilia, Vienna