«Attacchiamo chi trasforma la montagna in denaro» di Vincenzo Tessandori

«Attacchiamo chi trasforma la montagna in denaro» INVIATO ALL'ANSA DI FIRENZE, IL DOCUMENTO E' UN «MANUALE DI GUERRIGLIA» «Attacchiamo chi trasforma la montagna in denaro» Una lettera rivendica l'attentato dell'Abetone Vincenzo Tessandori FIRENZE Una lettera, perché tutti son consapevoli che le parole valgono di più del tritolo. Così, ieri viene recapitato alla redazione dell'Agenzia giornalisrtica Ansa di Firenze uno scritto nel quale s'illustra la tecnica dell'attentato all'ovovia dell'Abetone, quasi fosse la pagina di un manuale di guerriglia: quattro, viene precisato, le cabine dell'impianto di risalita a cui è stato appiccato il fuoco. Inviato da Pistoia mercoledì per posta prioritaria, il documento, vergato a stampatello, è anonimo: ma a volte, si sa, le firme sono superflue, è sufficiente sottolineare i fatti. E i fatti sono quelle fiamme che hanno inghiottito macchinari per milioni di euro. Ecoterroristi, gli autori dell'attentato ormai si sono guadagnati questa etichetta. E l'estensore sostiene cosi le ragioni dell'intolleranza: ((Attacchiamo chi trasforma la montagna in denaro distruggendola impunemente». Segue una chiamata generale alle armi, che non può non preoccupare, perché la linea di confine fra l'atto dimostrativo e quello che provoca lutti è sempre molto sottile e basta meno di poco a far precipitare una situazione. Ecco l'appello: «Chi ama la montagna, allora, si ribelli e armandosi (h qualunque mezzo fermi lo scempio degli sfruttatori. Sohdarietà a Marco Camenisch, che la montagna l'ha vissuta e l'ha amata e, in questo momento, prigioniero in sciopero della fame tra quattro squallide mura in un carcere svizzero non può più camminarci». E qui l'autore si lascia prendere la mano e si rivolge direttamente al «compagno in ostaggio» nelle patrie galere in terra di Elvezia: «Con il desiderio che un giorno tu possa riacquistare la Ibertà, un abbraccio a te e a tutti i prigionieri chiusi nelle carceri di lutto il mondo». Gli inquirenti sembrano avere pochi dubbi sull'autenticità dello scritto che ora è all'esame dei più sofisticati strumenti dell'indagine scientifica. Si fruga fra i tizzoni dell'ovovia Perla alla ricerca di qualche indizio, di una traccia, ma anche si tenta di mettere in luce le ragioni per le quali hanno ceduto i muri della stazione di partenza. La parte più delicata del lavoro tocca ai carabinieri del Ris. Per avere un quadro completo la procura ha nominato come perito l'ingegner Maurizio Marchini che dovrà riferire al procuratore Tindari Baglione e al pubblico ministero Giuseppe Grieco. Anche la parte offesa, la Gli ecoterroristi lanciano un appello alla ribellione contro «gli sfruttatori delle zone incontaminate dell'Appennino» Saf, Società Abetone Funivie, ha nominato come suo esperto l'ingegner Mannelli che già sovrintande alla sicurezza degli impianti. E altri si sentono parti offese: alcuni alberghi dell'Abetone, per esém3Ìo, che temono di veder conclusa a stagione nel fumo di quell'incendio. Ecoterrorista non fa rima con ambientalista ha precisato Ermete Realacci, presidente di Legambiente. ((Ambientalisti quelli? Beh!, anche chi va allo stadio per accoltellare la gente si crede un tifoso. Questi qui prendono spunto da tematiche ambientali ma la verità è che provengono da altre culture politiche. Da noi l'ambientalismo si è affermato come un grande movimento pacifista e la violenza non solo non l'ha mai praticata ma l'ha sempre respinta. Pensare di fermare le macchine con il bazooka è folle, oltreché criminale». E le parole di condanna per l'attentato si moltiplicano. E il consiglio provinciale eli Modena, ha espresso «la più sentita vicinanza e solidarietà alle istituzioni, alla comunità locale e agli operatori economici del territorio dell'Appennino tosco-emiliano duramente colpiti da un cosi grave atto di sabotaggio. La ferita inferta alla nostra montagna deve vedere, uniti tutti coloro che riconoscono 0 valore del sistema dell'Appennino». Si procede per tentativi, si cercano spunti magari diversi dalla protesta per la carcerazione dell'anarchico svizzero Camenisch e cosi si vanno a studiare anche le date siginifeative della storia libertaria. E venne alla luce che il 20 gennaio del 1893 una bomba classificata «anarchica» scoppiò nel cortile di palazzo MarsiU. Ma come cucire questa ricorrenza agli attentati anche di Rosignano, Marina di Pietrasanta e Carrara? Legami si son cercati nel corso di alcune perquisizioni fatte nella notte, soprattutto a Rosignano. Ma non è facile orizzontarsi, trovare una traccia concreta, magari una lettera. L'attentato all'ovovia dell'Abetone

Persone citate: Camenisch, Ermete Realacci, Giuseppe Grieco, Marco Camenisch, Maurizio Marchini, Tindari Baglione

Luoghi citati: Abetone, Carrara, Firenze, Modena, Pietrasanta