Azione disciplinare di Castelli contro il pm che querelò Bossi

Azione disciplinare di Castelli contro il pm che querelò Bossi Azione disciplinare di Castelli contro il pm che querelò Bossi MILANO Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, ha avvialo un'azione disciplinare nei confronti dei due magistrati Agostino Abate e Domenico Novara, sostituti procuratori presso il Tribunale di Varese. Lo scrive il quotidiano della Lega Nord, La Padania, dedicando alla notizia il titolo d'apertura, un editoriale in prima e terza pagina e un articolo che occupa tutto il resto della terza pagina, entrambi firmati dal direttore Gigi Moncalvo. La Padania elenca, numerandole, otto «anomalie» che sarebbero state riscontrate nel corso di una ispezione ministeriale alle attività dei due magistrali. I rapporti tra la Lega Nord e il pm Agostino Abate sono particolarmente lesi da anni. Il segretario del Carroccio, Umberto Bossi, è stato condannato una prima volta nel 1995 dal Tribunale di Brescia a cinque mesi di reclusione e a un risarcimento di 400 milioni di lire per aver diffamato Abate. La pena venne confermata in appello. Nel 1999 Bossi venne condannato una seconda volta a un mese e dieci giorni di reclusione, sempre dal Tribunale di Brescia e sempre per aver diffamalo Abate. Pacate le reazioni dei due magistrati. «In questo momento - ha detto Agostino Abate - sono molto impegnalo nel mio lavoro che svolgo con tranquillità, come faccio da sempre. Certe cose non meritano commenti e neppure di essere prese in considerazione. Il ministro faccia quello che ritiene opportuno. Un mio commento è inutile. La mia coscienza è tranquilla. Ho sempre fallo solo il mio dovere». «È stato sollevato un polverone per nulla - ha detto Domenico Novara -. Sono tranquillo». Intanto la sezione di Varese dell'Associazione Nazionale Magistrati si è riunita e ha adottato una delibera nella quale afferma di «dover ribadire rinaccetlabililà del metodo utilizzato, ossia la diffusione mediatica del contenuto di alti ispettivi disposti dal ministro di Giustizia Castelli, atti coperti dal segreto». «Incondizionata solidarietà si legge ancora nella delibera - ai colleghi destinatari degli articoli di stampa». Anche il presidente dell'Associazione nazionale magistrali, Edmondo Bruti Liberati, è sceso in campo a difesa dei due magistrati, in particolare di Agostino Abate. «Sul merito degli addebiti deciderà il Consiglio superiore della magistratura» ha dello. Bruti Liberali ricorda come Abate fosse «già stato in passato oggetto di un indecente attacco personale. Voglio testimoniare - ha aggiunto il presidente dell'Anm - la professionalità, l'impegno e la dedizione profusi come pubblico ministero a Varese, da anni impegnato in indagini complesse di criminalità organizzata». A difesa di Abate è intervenuto anche Antonio Di Pietro: «L'azione disciplinare minacciata dal ministro della Giustizia - ha dello Di Pietro - e minacciosamente pubblicata, guarda caso, in esclusiva proprio e solo dal quotidiano leghista "La Padania", è un altro esempio di uso delle istituzioni per fini personali e di partito. Anzi per fini di vendetta». Sulla stessa falsariga è anche l'intervento del senatore Massimo Brutti, vicepresidente del gruppo Ds: «La campagna lanciata sulle pagine della Padania nei confronti del magistrato di Varese Agostino Abate è volta a denigrare e a colpire un magistrato serio, già più volte bersagliato da attacchi minacciosi e da insulti provenienti dalla Lega e dal suo leader. È difficile non pensare ad un intento persecutorio». [r. L]

Luoghi citati: Brescia, Varese