Md a congresso: «Più efficienza per poter garantire l'autonomia» di Guido Ruotolo
Md a congresso: «Più efficienza per poter garantire l'autonomia» Md a congresso: «Più efficienza per poter garantire l'autonomia» Hsegretario Castelli: «Dimostrare nei fatti che l'indipendenza si può coniugare con l'ordinato funzionamento del servizio» Guido Ruotolo ROMA Là sala è ancora vuota quando un drappello di Disobbedienti entra con uno striscione: «A Genova noi abbiamo resistito e voi ci mettete in galera». La sala è già piena, al Centro congressi Frentani, quando il presidente dell'assemblea, Livio Pepino, annuncia la presenza di Francesco Saverio Borrelli, accolto da un caloroso applauso. E' forse in questa doppia immagine la fotografia di questo quattordicesimo congresso nazionale di Magistratura democratica, la corrente di sinistra dell'Anm, che ha per tema «la forza dei diritti». Più che la scontata difesa delle ragioni della magistratura contro il «disegno strategico del governo e della maggioranza» che puntano ad «avere una maggiore influonza sulla giurisdizione - ha sintetizzato nella sua relazione, il segretario Claudio Castelli - senza porsi l'obiettivo del miglioramento del servizio giustizia», la novità del congresso sta nella «sfida» all'esterno, anche ai movimenti, per riaffermare insieme i diritti e la legalità e, soprattutto, all'interno di. quel popolo delle toghe a volte opaco, sonnacchioso e, perché no?, poco produttivo. Insomma, per dirla con le parole della relazione, la sfida è rivolta a quel «conservatorismo culturale e al corporativismo che oggi più che mai sono impraticabili e perdenti». Il congresso, dunque, è la riaffermazione del «resistere, resistere, resistere» di Borrelli coniugata alla consapevolezza che per essere credibili nei confronti dei cittadini-utenti del servizio giustizia, la magistratura non può arroccarsi nei suoi privilegi, deve riuscire a dialogare, a convincere l'opinione pubblica che «se si vuole difendere e rafforzare l'indipendenza, occorre avere il coraggio di dimostrare nei fatti che questa si può coniugare perfettamente con l'ordinato funzionamento e con la resa del servizio». E questo messaggio è stato raccolto dagli interlocutori esterni presenti al congresso, almeno nella prima sessione dei suoi lavori. Dal vicepresidente del Csm, Virginio Rognoni, al segretario dei Ds, Piero Fassino, ai partecipanti alla prima tavola rotonda, dal vicepresidente del Senato, Domenico Fisichella, a Giuliano Amato. «Ho apprezzato molto ha detto nel suo intervento Virginio Rognoni - la relazione Castelli. Neil' intervento all'apertura dell'anno giudiziario di Milano, la mia riflessione si è incentrata sulla necessità di coniugare i valori dell'autonomia e dell'indipendenza all'efficienza del servizio giustizia. Mi rallegro che anche la relazione abbia insistito sulla necessità di lasciarsi alle spalle il corporativismo, che non tutela nessuno tantomeno la giurisdizione». Piero Fassino, segretario dei Ds, si è detto molto preoccupato, «visti i tempi cupi e difficili che la giustizia italiana vive»: «Il centrodestra sta portando avanti una linea devastante che punta alla delegittimazione della magistratura, che impedisce la modernizzazione della giustizia scatenando un conflitto che mette in discussione i valori costituzionali. L'idea che persegue e che trasmette alla società è che la giustizia malata sia incurabile». Alla relazione del segretario Castelli, che aveva criticato la «debolezza delle proposte» dell'opposizione, «preoccupata a rincorrere slogan e luoghi comuni sbandierati dall'attuale maggioranza, come la separazione delle carriere, la meritocrazia della carriera, le responsabilità dei magistrati», il segretario dei Ds replica secco: «Siamo contro la separazione delle carriere». Dunque, la sfida e le critiche alla maggioranza, alle leggi fatte e a quelle in cantiere. Md, con questo congresso, ha consumato lo strappo di non avere invitato il Guardasigilli, Roberto Castelli. Una scelta, sofferta, criticata dal vicepresidente del Senato, Domenico Fisichella: «Forse sarebbe stato opportuno invitarlo. Il dia- logo con gli assenti diventa più difficile che con i presenti». E' una critica di forma perché nella sostanza, Fisichella è stato molto netto. Sulla separazione delle carriere: «Se il magistrato fa il magistrato la questione della separazione delle carriere non ha senso perché pm o giudice è comunque un magistrato». Sugli attacchi alla magistratura: «Devono essere respinti: la difesa è tanto più forte quanto il magistrato si pone in una posizione diversa da chi attacca». Fisichella, e anche Rognoni, hanno criticato il ministro Castelli per il suo annuncio di azioni disciplinari contro magistrali. Ancora più pungente l'analisi dell'ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato: «Non bisogna farsi prendere dalla tentazione giacobina che porta a dire "il potere ce l'ho io e decido io". Deve essere acquisita l'idea che i poteri sono distinti, che non c'è primazia dell'uno sull'altro». Il vice presidente . del Csm Virginio Rognoni, l'ex componente del. Csm e ora procuratore aggiunto di Milano Armando Spalato e il presidente dell'Anm Edmondo Bruti Liberati al congresso di Md
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