Indulto, il Vaticano bacchetta il Parlamento di Giacomo Galeazzi

Indulto, il Vaticano bacchetta il Parlamento L'OSSERVATORE: «I DISSIDI TRA LE FORZE POLITICHE HANNO VANIFICATO GLI APPELLI DEL PAPA» Indulto, il Vaticano bacchetta il Parlamento Giovanardi: «Critiche ingiuste». Fini: «Va garantita la certezza della pena» Giacomo Galeazzi ROMA Il Tevere sembra d'improvviso più largo e sulle sue sponde è sceso il gelo. «I dissidi tra le force politiche hanno vanificato gli appelli» scolpisce il quotidiano della Santa Sede, il cui attacco tocca corde consuete. A far clamore è la replica a muso duro, senza precedenti della Casa delle Libertà. Il j'accuse vaticano ha nel mirino un gipco di parole svuotate di significato e di concretezza: «Indulto e indultino, per non parlare dell'amnistia, suonano come un'amara presa in giro per migliaia di detenuti». Secondo l'Osservatore, «non sono chiare, e forse nemmeno limpide, le motivazioni "politiche" dell'ennesimo rinvio, che per i più equivale all'archiviazione di una decisione sulla sorte di persone che soffrono e che ora hanno ulteriori motivi di frustrazione e di delusione». Il centrodestra, però, non ci sta e rispedi¬ sce al mittente la rampogna d'Oltretevere, nella prima «contestazione» da destra che la storia recente dei rapporti tra Italia e Vaticano ricordi. Toni eccessivi, fanno notare nei Sacri Palazzi, quasi da Pei del Dopoguerra o da battaglia radicale sul divorzio. «Il Papa non se la può prendere con noi: siamo sempre stati contrari all'indulto», reagisce il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa. «Il grido d'allarme dell'Osservatore Romano non corrisponde alla realtà dei fatti, è fuori luogo e pericoloso per la reazione che può provocare nei penitenziari», accusa il presidente della commissione Giustizia della Camera Gaetano Pecorella. «Non sono affatto dispiaciuto che l'ipotesi sia tramontata: va garantita la certezza della pena», taglia corto il vicepremier Fini. «E io allora voglio ima legge contro l'aborto - interviene il ministro delle Comunicazioni Gasparri - perché su questo argomento non si usa la stessa forza?». Non meno reciso il no al Vaticano di Tremaglia: «Ci sono dei punti fermi oltre i quali non si può andare». Si arrocca a difesa persino il centrista Carlo Giovanardi, solitamente attento alle istanze espresse dalla Santa Sede. «Non condivido le critiche al dibattito parlamentare - afferma il ministro per i rapporti con il Parlamento come in ogni democrazia sono emerse posizioni differenziate rispetto al problema di un gesto di clemenza. E' sbagliato fare di ogni erba un fascio. Il 4 febbraio ogni parlamentare risponderà alla sua coscienza, ai suoi elettori e anche al mondo cattolico». Eppure risalgono ad appena due mesi fa le acclamazioni riservate dall'intero emiciclo di Montecitorio al Papa venuto ad invocare clemenza per i detenuti. Poi, in rigida sequenza, l'iter tormentato del provvedimento, la netta spaccatura nel Polo, il no definitivo all'indulto e il rinvio per l'indultino. Ieri, le critiche dell'Osservatore e l'autodifesa «tranchante» della maggio- ranza. A tentare una ricucitura è il presidente dell'Udo, Rocco Buttigliene. «Vogliamo dare il segnale di umanità e di misericordia ai detenuti chiesto dal Pontefice - sostiene - comprendiamo jerò la prudenza nel dare un tale segnae poiché l'allarme contro la criminalità è forte». Certo, «non rimetteremo in circolazione quelli che violentano e sfregiano le donne: la Lega stia tranquilla». Ma per tanti che hanno già espiato gran parte della pena o sono in galera per delitti di entità minore, «un gesto di clemenza è giustificato e probabilmente doveroso». All'orizzonte, assicura Buttigliene, non c'è un nuovo braccio di ferro nel Polo: «Se non si dovesse riuscire a costruire una maggioranza, peccato; però non è un motivo per cui dobbiamo rinunciare alla nostra posizione morale prima ancora che politica». Accorre in soccorso della maggioranza anche Buemi, responsabile giustizia dello Sdi, per cui il pessimismo del Vaticano non è condivisibile in quanto resta da «affrontare in maniera chiara ed efficace il problema delle garanzie da dare alla collettività». Inoltre, «la proposta di légge che verrà votata in aula tra due settimane risponde proprio ai due requisiti fondamentali evocati dal Papa: «clemenza e sicurezza». Un binomio inscindibile «per un provvedimento giusto e realizzabile». Al contrario, secondo il capogruppo della Margherita alla Camera, Castagnetti l'Osservatore dovrebbe chiamare per nome chi si oppone, ossia Lega e An. «I detenuti sono vittime di un crudele e infinito gioco delle parti - chiosa Fabrizio Rossetti, leader della Cgil penitenziari - il Polo ha vanificato l'appello del Pontefice per una vita più dignitosa nelle carceri». Intanto PierfercUnando Casini, in risposta alla protesta dei Radicali, ha garantito tempi certi: il 4 febbraio a Montecitorio voto finale suli'indultino.

Persone citate: Buemi, Carlo Giovanardi, Castagnetti, Del Papa, Fabrizio Rossetti, Gaetano Pecorella, Gasparri, Ignazio La Russa, Rocco Buttigliene, Tremaglia

Luoghi citati: Italia, Roma