Mitici e gloriosi «Ma che fatica...» di Marco Sartorelli

Mitici e gloriosi «Ma che fatica...» IERI E OGGI. GLI EX ALLIEVI DEL «SELLA» Mitici e gloriosi «Ma che fatica...» Amare è... cercare un'aula dopo 30 anni e sedersi al proprio vecchio banco Marco Sartorelli GLORIOSO, mitico. Ex studenti ed ex docenti dell'Istituto tecnico commerciale Quintino Sella lo dicono e non si stancano di ripeterlo, a costo di apparire un po' così a chi li ascolta: «Glorioso, mitico Quintino Sella». Forse esagerano, sicuramente testimoniano un legame con la scuola che resta forte anche e soprattutto -, molti anni dopo la fine degli studi. Un sentimento di comune appartenenza e di radici solide che è custodito e alimentato dall'associazione Ex allievi del Quintino Sella: un centinaio i soci che hanno rinnovato anche quest'anno la tessera, molti gli iscritti «onorari», cioè gli insegnanti che hanno allevato generazioni di giovani. «Chi si diploma non corre certo a iscriversi alla nostra associazione», commentano Maria Luisa Ferraglio e Piero Sanza, rispettivamente vice presidente e segretario, lei per vent'anni insegnante di materie giuridiche ed economiche, lui studente dal 1955 al 1960. Il fenomeno riguarda qualsiasi altra associazione di ex allievi, naturalmente, ma loro hanno anche una spiegazione su misura per il Sella: «L'istituto è sempre stato conosciuto come estremamente serio, impegnativo. Chi voleva studiare sapeva che in quelle aule avrebbe trovato gli insegnanti giusti. Severi, inflessibili, preparatissimi. E' sempre stato così. E' comprensibile che dopo cinque anni un ragazzo non pensi immediatamente all'iscrizione...». Eppure, gli ex allievi e la loro fierezza di appartenere al Sella sono nati praticamente con lo stesso istituto: «Il progetto dell'istituto, unico a Torino a indirizzo mercantile, risale al 1866 - spiega Maria Luisa Ferragho -. Si doveva chiamare istituto Intemazionale di Educazione ed era riservato, così si pensava allora, ai giovani delle famighe italiane che abitavano nelle Americhe. Torino era stata scelta come sede perché c'erano già altre scuole scientifiche, per r"indole seria e robusta degli abitanti" e per "l'ambiente sano e morale". Per iscriversi, negli anni a seguire, serviva una lettera di raccomandazione firmata da militari di alto grado, prelati, politici, personaggi di spicco». Si ricorda poi la tappa con Vittorio Valletta - futuro presidente della Fiat - primo direttore e organizzatore della Regia Scuola media Maschile di Commercio (anni Dieci del Novecento, quello uno dei nomi avuti dall'Istituto) e il trasferimento nell'attuale sede di via Montecuccoli il 12 ottobre 1915 come Regio Istituto Commerciale «Quintino Sella», aperto finalmente alle ragazze. «Troviamo traccia dell'attività dell'associazione ex allievi nei primi anni del Novecento, identiche le finalità: ritrovarsi periodicamente, promuovere iniziative culturali, conservare e valorizzare il patrimonio storico dell'Istituto». Tradotto concretamente, questo ha voluto dire, ad esempio, un lavoro «di due anni a setacciare l'archivio del Sella per fare l'annuario dei diplomati dal 1961/62 al 1994/5. Impresa faticosa, di pazienza, certosina, che ha colmato un vuoto. Successivamente - dice Piero Sanza -, se ne è occupato l'Istituto», L'associazione si occupa del passato ma non dimentica il presente: «Organizziamo convegni, come quello di un paio di anni fa, "Generazioni a confronto", che due anni fa ha riunito un migliaio di persone al teatro Alfieri, facciamo partecipare gli studenti a stage, siamo coinvolti nell'assegnazione delle borse di studio e, se serve, facciamo persino da punto di riferimento per i neo diplomati che cercano lavoro. In realtà - commenta Maria Luisa Ferraglio senza nascondere la soddisfazione -, tutti quelli che escono dal Sella si sistemano». Poi c'è, inevitabile, l'amarcord: «Organizziamo anche visite al Sella. C'è chi ci toma dopo trent'anni e cerca l'aula di una volta e va a sedersi al proprio posto, chi chiede notizie di Bernardo, leggendario capo-bidello negli anni 50, chi vuole vedere il busto di Quintino Sella, chi rinuncia all'ascensore per salire i gradini fatti infinite volte, chi nota che l'unica cosa diversa è proprio quell'ascensore. Il mitico, severo e impegnativo Sella davvero non cambiare mai». Un gruppo di allievi «molto» ex. Una classe del Sella datata 1907

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