Una sorella frivola rovina lo shampoo

Una sorella frivola rovina lo shampoo Una sorella frivola rovina lo shampoo RITA Cooper Rosario, piena di braccialetti e con le unghie rutilanti, è una donna che si è rifatta una vita dopo un matrimonio ordinario, sterile e infelice. Con i soldi dell'ex marito, ha approntato nel seminterrato della sua casa un piccolo salone di bellezza, frequentato da pochi, affezionati clienti. Siamo ad Alton, Massachusetts, un paese che sta per scomparire in favore di autostrade, centri commerciali, fabbriche e parcheggi. Rita vive con Sholdon, un pappagallino che ama il basket, Rita guarda le persone e anticipa i loro gesti, capisce che cosa vogliono. Rasserena i propri clienti con uno shampoo alla papaya, quando necessario legge i tarocchi - «aiutano a pensare, tutto qui» - e rimedia agli scempi di altri parrucchieri meno scrupolosi ma più alla moda: «Non ho mai conosciuto una donna che si guardasse allo specchio e RECEChSim SIONE ara netti riuscisse a vedersi com'era veramente». A causa di un sogno premonitore, Rita decide di occuparsi della vita di John Reed, un triste rappresentante di prodotti dentari (che però suona il piano), che incontra secondo lei non per caso. E' un uomo solo, tormentato dal ricordo di un fratello suicida e omicida della propria bellissima moglie...: «Ti prego, Rita, sposami». (...) «Mi hai salvato» (...) «Ero morto, e ora sono vivo». Rita gli crede, vuole ricominciare. John ha un solo parente che vorrebbe riabbracciare, la nipotina Aileen, protetta e soffocata dalle tre sorelle della defunta, due delle quali si sono sposate con due fratelli. Tutti lavorano nella pasticceria di famiglia, hanno moltissimi figli maschi, Aileen sta con le zie a rotazione, presso ciascuna ha una stanza, la stessa per ogni casa. Rita fa in modo che John riprenda contatto con la piccola e lo aiuta a forzare la resistenza dell'unica sorella nubile e tutrice. Beth però è una donna in gamba, troppo in gamba. E proprio mentre Rita sta per afferrare il sogno di una famiglia nuova di zecca con John e la bambina - quando questo Beauty Shop, romanzo teso, asfittico e struggente potrebbe regalare all'avvinto lettore una ventata di speranza e consolazione - ecco che ricompare Darla, la sorella frivola e scentrata di Rita, dopo vent'anni di volontaria reclusione presso una setta di pacifisti californiani: «Si cotonò i capelli, poi se li lisciò e se li cotonò ancora». (...) «Infilò una mano in un grosso cesto (... ) sollevò il braccio e i braccialetti scivolarono giù, sferragliando come una catena». Tradotta per la prima volta in Italia, l'autrice Monica Wo- od ha un sito Internet (www. monicawood.com) e, tristemente (ma come molti scrittori americani), si occupa di scrittura creativa, cosa che però al momento non sembra aver danneggiato la sua abile scrittura. Darla distruggerà (involontariamente i sogni della sorella, procurando a questo curioso romanzo che sa di Peyton Place all'acqua di rose un epilogo degno delle migliori fughe in macchina tanto care al cinema americano, da Thelma e Louise in giù. L'orizzonte della saggia Rita si richiuderà cupamente sui suoi sogni e sulla sua chiaroveggenza. Peggio per noi. Anche chi vede e capisce più di quanto non voglia spiegare alle persone comuni può sbagliare. paese chscomparirstrade, cenbriche e con Sholdche ama ile persongesti, capno. Rasserecon uno squando nechi - «aiuqui» - e raltri parrulosi ma pimai conossi guardaMonica Wood Beauty Shop traduzione di Ada Arduini, Neri Pozza, pp. 279, e 75,50 ROMANZO RECENSIONE Chiara Simonetti «Beauty Shop» di Monica Wood: un salone di bellezza, una donna che vorrebbe ricominciare, un uomo solo...

Persone citate: Ada Arduini, Chiara Simonetti, John Reed, Monica Wo, Monica Wood, Neri Pozza, Rita Cooper Rosario, Wood

Luoghi citati: Italia, Massachusetts