Armi, magia, segreti nella Somalia di Farah

Armi, magia, segreti nella Somalia di Farah Armi, magia, segreti nella Somalia di Farah M OGADISCIO, SomaUa, primi Anni Novanta del secolo trascorso. Il regime dittatoriale di Siad Barre sta sgretolandosi, e i cecchini dei ribelli sparano in città. Ma, come si suole banalmente dire, la vita continua mentre la guerra civile sta per inghiottire la capitale, e il trentatreenne Kalaman, proprietario di una piccola, efficiente agenzia informatica, si reca ogni giorno al lavoro, pur rischiando di rimetterci la pelle. La vera bomba, sia pure metaforica, all'inizio dell'ultimo romanzo di Nuruddin Farah, Segreti, è un'altra. Kalaman si trova in casa, entrata abbastanza misteriosamente, una donna, Sholoongo, che non vedeva da vent'anni, quando era stata compagna di giochi spensierati, ma anche delle prime schermaglie erotiche. Apprendiamo delle vicende giovanili di Kalaman nel corso del prologo di Segreti, rievocate dal terzo personaggio chiave di questo romanzo, in cui il numero tre possiede ima significazione concreta ma anche simbohca. Si tratta del Nonno, o meglio di Nonno, presentato così più che con i suoi tre nomi. Perché Sholoongo è ripiombata nell'esistenza di Kalaman? Glielo dice con disarmante franchezza: vuole un figlio da lui. In un paese islamico dove la donna occupa una posizione subalterna - si pensi che in Somalia resiste la pratica dell'infibulazione - la proposta di Sholoongo è a dir poco sconvolgente. Non solo: appare chiaro che la donna non ama Kalaman, e che tiene alla maternità mirando a utilizzarlo in mo- RECEClG do del tutto strumentale. Ecco il primo segreto, e teniamo presente che il romanzo inizia e termina con una frase misteriosa, la prima volta sanzionata da un punto esclamativo: «Un cadavere, tre segreti!». La parola «segreto» ricorrerà frequentemente, sempre con nuove sfumature. Sholoongo è sposata, e il marito sa dell'incontro, dell'assurdo, almeno in apparenza, proposito SIONE dio ier di lei. Scatta qui uno dei temi centrali del libro, quello della magia. Sholoongo possiede, quasi riconosciutamente oltre che dichiaratamente, delle facoltà sciamaniche, e il suo disegno ad esse corrisponde, mentre sembra che la sua ciclonica presenza si sovrapponga al «frastuono delle armi automatiche», al caos degh scontri armati sempre più vicini. . Il romanzo accentua dunque la dimensione misteriosa, secondo una progettualità caratteristica di Farah. Segreti, terzo romanzo di una trilogia di cui il secondo. Doni (da me recensito su Tuttolibri, 16 giugno 2001, e premiato con il Mondello), presenta al meglio la singolare arte di Farah, senza dubbio uno dei maggiori romanzieri africani in lingua inglese. Nato in Somalia nel '45, con studi in patria, in Europa e in India, esule da tempo e attualmente professore universitario in Sud Africa, Farah riesce a fondere i modelli occidentali con la grande tradizione dell'oralità e del racconto popolare, e lucidamente lo spiega Itala Vivan nella sua acuta postfazione. Raccontato in prima persona, il romanzo innesca una serie di colpi di scena astutamente intessuti. Quello decisivo, in un libro ove la dimensione sessuale riveste una decisiva importanza, riguarda il tormentato, torbido congiungimento di Sholoongo non già con Kalaman, ma con Nonno, vero incontro tra due maghi. Si istituisce una sorta di interfaccia tra eros e morte: il factotum di Nonno, Fidow, impavido cacciatore di coccodrilli, viene ucciso da una delle sue prede; il fratellastro di Sholoongo, Timir, con la sua auto salta su una mina. Ma soprattutto. Nonno muore tra le braccia di Kalaman dopo che questi ha appreso di essere il frutto di uno stupro collettivo. I segreti, tra i quali gli enigmatici tre scrigni di Nonno, rimangono tali, mentre il tessuto narrativo appropria echi coranici, proverbi, favole spesso derivate da bestiari ancestrali, mito e folklore, in un impasto linguistico che include anche parole italiane, poste giustamente in corsivo dalla valente traduttrice Silvia Fornasiero. In un simile contesto trova spazio l'universo naturale e animale, il caos si ricompone nella sua inquietante urgenza. 1 i' ^.* J^" f^Lm m&fl^* Mm\ ^\ tm* RECENSIONE Claudio Gorlier RIESCE A FOTRADIZIONEdo del tutto sprimo segrette che il romna con una prima volta punto esclamre, tre segretto» ricorrersempre con nSholoongoto sa dell'incalmeno in apNuruddin Farah Segreti traduzione di Silvia Fornasiero, Frassinelli, pp. 398, SI 7,00 ROMANZO LO SCRITTORE AFRICANO, INSIEME CONCRETO E SIMBOLICO, RIESCE A FONDERE I MODELLI OCCIDENTALI CON LA GRANDE TRADIZIONE DELL'ORALITÀ E DEL RACCONTO POPOLARE Nuruddin Farah è nato in Somalia net 1945, ora Insegna in Sud Africa

Persone citate: Claudio Gorlier, Farah Segreti, Frassinelli, Itala Vivan, Nuruddin Farah, Siad Barre, Silvia Fornasiero

Luoghi citati: Europa, India, Somalia, Sud Africa