Chirac e Schroeder: decisi a evitare la guerra di Cesare Martinetti
Chirac e Schroeder: decisi a evitare la guerra UN FRONTE COMUNE TRA I DUE PAESI PER TENTARE TUTTE LE VIE DIPLOMATICHE NELLA CRISI DELL'IRAQ Chirac e Schroeder: decisi a evitare la guerra Alla Nato Francia e Germania rifiutano l'aiuto agli Usa, Washington irritata Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI Nella giornata degli applausi, l'applauso più forte Jacques Chirac l'ha preso a metà del suo discorso, quando ha detto: «Hélas, ahimé, c'è la crisi dell' Iraq, ma la guerra non è inevitabile». Applausi dai milleduecento parlamentari tedeschi e francesi riuniti a Versailles, applausi dal cancelliere Gerhard Schroeder che gli era seduto di fronte, dagli studenti che assiepavano le tribune, da quel 70 per cento di francesi che, secondo i sondaggi, approvano la posizione del Presidente contro l'intervento armato in Iraq. Fischi e irritazione da Washington, dove non gradiscono la posizione francese (e tedesca) che si è tradotta alla Nato con un «no» alla richiesta di «appoggio logistico» avanzata dagli Usa. «Francia e Germania - ha detto il segretario alla Difesa Rumsfeld - appartengono alla vecchia Nato, un'Alleanza che si sta spostando a Est...» I nuovi arrivati, evidentemente, sono più sensibili alla voice of America: «Gli altri Paesi ci sono più vicini». Si vedrà. Per intanto, ieri, mentre Chirac parlava a Parigi, a Bruxelles, alla riunione dei diciannove ambasciatori dei Paesi Nato, erano proprio i francesi e i tedeschi a bloccare la macchina di «appoggio» chiesto all'Alleanza dal presidente Bush e, per quel che si sa di una riunione a porte chiuse, calorosamente sostenuta dall' ambasciatore britannico. E' finita con un nulla di fatto. Se ne riparla la prossima settimana, probabilmente dopo il primo rapporto all'Onu degli ispettori dispiegati a Baghdad. , Non c'erano scadenze e dunque non si può parlare di un no definitivo, però ieri a Bruxelles gli ambasciatori di Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo su mandato dei loro governi hanno rinviato una risposta alla richiesta Usa. Secondo quanto ha riferito una fonte, i quattro ambasciatori hanno dichiarato di non voler «nuocere agli sforzi diplomatici in corso», sostenendo al massimo il lavoro degli ispettori. Decidere di accordare l'appoggio logistico all'attacco in Iraq avrebbe costituito un pregiudizio negativo e gettato un'ombra su quanto si sta facendo. Al Consiglio permanente della Nato non è stata una riunione semplice. Si parla di scambi «eloquenti» e «molto franchi». Per consuetudine e per legge alla Nato ogni decisione dev'essere presa all'unanimità. L'accordo, o lo scontro, è rinviato alla settimana prossima. L'Iraq è stato, com'è ovvio, uno dei temi principali della giornata franco-tedesca a Parigi per l'anniversario dei quarant'anni del Trattato dell'Eliseo. Francia e Germania hanno segnato una nuova «dichiarazione» comune sulle relazioni tra i due Paesi. Il tema della difesa e della sicurezza in Europa è centrale, la loro proposta alla Convenzione europea prevede l'istituzione di un ministro degli Esteri dell'Unione in modo da avere una sola voce in politica estera. Ma il modo in cui si sviluppa la crisi dell'Iraq dimostra che siamo lontani. Per ora Chirac mantiene la posizione. «Il nostro punto di vista - ha detto il presidente francese - si fonda su due idee. La prima è che ogni decisione deve essere presa dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. E solo esso si potrà esprimere dopo aver ascoltato il rapporto degli ispettori in conformità alle risoluzioni». Seconda idea: «Per noi la guerra è sempre la costatazione di una sconfitta e in ogni caso la peggiore delle soluzioni. Per questo bisognerà fare di tutto per evitarla». In conferenza stampa, ieri mattina all'Eliseo, è stato lo stesso Chirac a voltarsi verso il Cancelliere e chiedergli se aveva qualcosa da aggiungere. Schroeder ha risposto semplicemente: «No». Chirac ha così proseguito: «E' a partire da questa posizione comune che i nostri rappresentanti al Consiglio di sicurezza sono costantemente in contatto e coordinano ogni iniziativa». La Francia è membro permanente; la Germania membro di turno. In gennaio e febbraio i due Paesi si divideranno anche la presidenza del Consiglio di sicurezza dove l'altra sera a New York il ministro degli Esteri Dominique de Villepin ha lasciato capire che nel caso di forzatura americana potrebbe anche esprimersi un veto francese. E Colin Powell, Segretario di Stato americano, non ha nascosto la sua «irritazione». Gerhard Schroeder e Jacques Chirac: una stretta di mano, alla cerimonia di Versailles, per II futuro dell'Europa
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