Tra le esagerazioni americane una supermoto da 500 cavalli di Bruno De Prato

Tra le esagerazioni americane una supermoto da 500 cavalli PROTOTIPO CON IL DIECI CILINDRI DELLA CHRYSLER VIPER Tra le esagerazioni americane una supermoto da 500 cavalli Bruno de Prato Fra i concept di Detroit, nulla ha colpito come Dodge Tomahawk. Che infatti non è un «car», una vettura, ma in teoria è una moto, però con un enorme motore automobilistico. In Dodge non hanno fatto altro che sviluppare i concetti che certi estremisti delle 2 ruote hanno abbozzato a più riprese da 30 anni, creando mostri dotati di V8 automobilistici Usa. La ricetta più usata si basa su un telaio Harley Davidson che, essendo in tubi spessi, può reggere il peso di un V8, normalmente un Chevrolet small block con cilindrata fra i 4900 e i 5700 ce. Poiché la potenza è, comunque, superiore ai 250 Cv, in genere lo si lascia così com'è. Il telaio, poi, viene completato con le migliori e più robuste sospensioni disponibili, in particolare con forcelle anteriori made in Italy (Marzoc¬ chi oppure, ai vecchi tempi Ceriani), e con ruote di misure acconce per poter usare, almeno dietro, un pneumatico d'auto. Il risultato, in genere, è di poca consistenza tecnica, ma con accelerazioni spaventose. Il progetto Tomahawk è un po' folle perché, in sostanza, è un V10 8300, quello da 500 Cv della Viper 2003, rivestito in profili e codolature accuratamente cromate e incastonato fra due paia di ruote gemellate. Il tutto è incorniciato da una massiccia struttura portante in acciaio satinato, in cui sono ricavati anche i minuscoli gruppi ottici e la sella monoposto. Rispetto alle esecuzioni «fai da te», adotta il motore con orientamento longitudinale, anziché trasversale, e la cosa rende il tutto più preoccupante. Abbiamo la sensazione che, a ogni «sgassata», la coppia di reazione faccia sdraiare a terra moto e pilota, Dodge Tomahawk é vero e funzionante: velocità massima teorica circa 700 l'ora. I freni appaiono adeguati: un enorme disco periferico con doppie pinze per ciascuna ruota. Trevor Creed, vicepresidente Chrysler stile e design, l'ha voluto proporre per confermare che il marchio Dodge sa come prendere la vita per le coma. L'aspetto é inquietante, con i suoi accenti gotici a metà fra una superlocomotiva a vapore di inizio '900 ed una astronave aliena, con soluzioni estetiche e funzionali, come la monosella, ispirate al mondo delle moto-dragster per gare di accelerazione. La sospensione anteriore, a bracci multipli, è indipendente per ciascuna delle ruo- te gemellate: consente non solo di sterzare, ma soprattutto di piegare in curva. Snodi ai mozzi e adeguati rinvìi del sistema di sterzo assicurano la corretta esecuzione del tutto. C'è la sensazione che il retrotreno sia rigido, dotato solo degli snodi e dei rinvii per ottenere la stessa, indipendente inclinazione delle due ruote gemellate in sincronismo con quanto il pilota comanda all'avantreno. Un paio di anni fa l'Aprilia aveva presentato, al Motor Show, un prototipo di scooter con ruote posteriori gemellate capaci di un simile artifizio. Ma poi non se ne fece niente: alla gente bastano due ruote. E anche meno di 500 Cv. Ruote gemellate per II curioso concept Dodge Tomahawk

Persone citate: Ceriani, Harley Davidson, Trevor Creed

Luoghi citati: Detroit, Usa