«Attacchi Israele, abiura il tuo libro»
«Attacchi Israele, abiura il tuo libro» «INACCETTABILE SCRIVERE CHE L'EBRAISMO E' DIVENTATO GUERRIERO E PERSECUTORE» «Attacchi Israele, abiura il tuo libro» Asor Rosa contestato dal pubblico in un dibattito a Milano Brunella Giovara MILANO «Professore, corregga il suo libro!». «Posso promettere di riflettere sulle sue obiezioni, ma le abiure non me le potete chiedere». Dialogo finale tra il portavoce della comunità ebraica di Milano e il professor Alberto Asor Rosa, accusato di antisemitismo, sulla cresta dell'onda di una polemica che non finirà qui, è chiaro. La pietra dello scandalo è l'ultimo libro del professore, anzi, un passaggio (pagina 191) di «La guerra. Sulle forme attuali della convivenza umana», laddove scrive che «l'ebraismo, da razza deprivata, perseguitata e decisamente "diversa" è diventata una razza guerriera, persecutrice». Si parla di Israele, e della guerra imminente, e anche di altro, ma quel punto ha scatenato le proteste di molti ebrei (e anche non ebrei). Così ieri sera al Teatro Pierlombardo il professore ha affrontato le forche caudine, alla fine di un dibattito iniziato bene, con le parole di Paolo Mieli e di Seraio Cofferati (preoccupato dei venti di guerra in Iraq) e con alcuni interventi pacati dal pubblico, ma finito male, tanto da far intervenire sul palco la «padrona di casa» Andrée Ruth Shammah (una donna che di sé dice: «Sono una direttrice di teatro ebrea, che ha fatto del suo ebraismo una bandiera») e chiedere: «Non diventiamo anche noi dei semplificatori, per favore». Ma il punto toccato da Asor Rosa è dolente, a partire dall'uso del tonnine «razza». Tanto che a dibattito concluso Yasha Reibman, portavoce della Comunità, gli chiede due cose: «Che la seconda edizione del libro non conf en ga gli "scivoloni" della prima, e che parte dei soldi che guadagna con la vendita li possa usare per comprare una pagina di quotidiano e spiegare l'eTata corrige». Posizione dura che non tiene conto del contesto (il libro) e delle spiegazioni dell'autore: «Ho cercato di riflettere sulla condizione dell'Occidente e sulla guerra che ormai serve a governare non solo l'assetto globale del mondo ma anche quello dell'Occidente. È in questo quadro che va collocato lo spinoso discorso su ebraismo e Stato d'Israele». Da qui le «dure critiche alle politiche e alle procedure d'Israele» a cui si può imputare di tendere «a coincidere col processo di occidentalizzazione». E «come si può definire . antisemita rilevare che c'è stato un eccesso di appiattimento di Israele sui valori di dominio e potere che io critico innanzitutto nell'Occidente? Se all'interno d'Israele si riaffermasse la componente culturale e ideale che si riferisce alla grande tradizione ebraica di pace, amicizia e fede, se questo servisse a superare incomprensioni e odi, non sarebbe questa la strada che gli uomini ragionevoli dovrebbero seguire?». «L'unico rimprovero che posso fare ad Asor Rosa - ha detto Mieli (premettendo: «sono una persona nelle cui vene sconre sangue ebraico») è che un libro così non si può presentare in un talk show [quello di Gad Leraer, «L'Infedele»]. È di una tale complessi- tà... Caro Asor Rosa, hai corso il rischio, per uno sciocco incidente, di far passare un libro denso per un pamphlet antisemita. Non lo è, anzi, mi ha stupito in alcuni passi che sono corposamente dalla parte degli ebrei». Ha chiuso Asor Rosa, evidentemente amareggiato: «Ouesta discussione dimostra la drammatica separazione dei punti di vista... Le ultime parole del libro dicono "bisogna continuare a parlare", e lottare contro tutte le forme di antisemitismo vecchie e nuove». La difesa del professore «lo ho soltanto cercato di riflettere sulla condizione dell'Occidente e sulla guerra che ormai serve a governare» Alberto Asor Rosa
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