«Indispensabile intervenire subito»

«Indispensabile intervenire subito» «Indispensabile intervenire subito» La specialista dell'Asl: ma il fenomeno non appare in crescita intervista NON c'è alcun motivo di allarmarsi, non siamo di fronte a un'epidemia». La dottoressa Margherita Meda è la responsabile del Servizio di Igiene pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell'Asl 1, che comprende l'ambulatorio delle vaccinazioni. Dunque un allarme ingiustificato? «A mio avviso sì. Stando ai dati epidemiologici a nostra disposizione, a Torino non c'è nessuna indicazione specifica alla vaccinazione». Dopo gli ultimi casi di infezione, però, alcuni pediatri iniziano a consigliare ai papà e alle mamme di vaccinare i loro figli. Avete fiale sufficienti, visto che in farmacia sono introvabili? «Esistono due tipi di vaccino: quello per adulti e bambini sopra i 2 anni di età, e quello per i bimbi sotto i 2 anni. Per il primo siamo riforniti; ci stiamo procurando anche il secondo». Dottoressa, che cosa scatena la malattia? «La meningite può avere un origine virale o batterica. Quella di cui si parla in questi giorni è la forma batterica meningococcica. Può essere di tipo B o di tipo C, a seconda del sierogruppo: per la prima non esiste vaccino». E qual è il sierogruppo più frequente in Italia? «In questi primi 21 giorni del 2003, abbiamo avuto a Torino tre casi di meningite: un sierogruppo B e altri due non identificati. Nel 2002 i casi sono stati 15 e solo uno era del sierogruppo C per cui esiste il vaccino. Ecco un altro motivo per cui non si giustifica la vaccinazione di massa: la maggior parte delle meningiti, lo scorso anno, erano del gruppo per cui non esiste vaccino che lo prevenga». Quali sono i sintomi del contagio? «I segnali tipici sono la febbre alta, un forte mal di testa, vomito e nausea. E poi l'improvvisa rigidità del collo. Non necessariamente, però, questo accade con i bambini: non sempre, nei più piccoli, la meningite esordisce con febbre alta. I bimbi sono inappetenti, irrequieti, stanchi e pallidi e possono presentare su la cute macchie simili all'orticaria/». Quanti casi avete registrato, in passato? «Tutti gli anni si verificano casi di meningite. I numeri variano, ma per noi non è né una malat¬ tia debellata né un motivo per cui allarmarsi eccessivamente. In Piemonte, le meningiti meningococciche sono state 8 nel 1994, 17 nel '95, 9 nel '96. C'è sempre stata un'oscillazione tra i 7 e i 15 casi. Nel 2000 abbiamo avuto 7 malati, 15 nel 2001, altrettanti lo scorso anno. L'infezione colpisce soprattutto nel periodo gennaio-marzo, poi decresce». Ammalarsi significa morire? Il caso del ragazzo di 15 anni in coma da ieri a Cremona ha riacceso la paura. «Assolutamente no. Certo, il rischio non si può escludere, se la malattia viene riconosciuta , e "presa" in ritardo. E" importante, quindi, che s'intervenga subito, ai primi segnali, appena insorgono i sintomi. Ricordo invece il caso di una persona per la quale ci si è mossi quattro giorni dopo l'inizio della malattia. Troppo lardi». E il vaccino? Quali rischi comporta? «Nessuno. Non ha controidicazioni rilevanti, e gli effetti collaterali sono episodici. Può dare dolore nel punto in cui è slato iniettalo, oppure far alzare la febbre per alcune ore. Ma ripeto, non è assolutamente il caso di correre in farmacia o in ospedale. A Torino e in Piemonte non corriamo pericoli». [m. acc] La dottoressa Margherita Meda !

Persone citate: Margherita Meda

Luoghi citati: Cremona, Italia, Piemonte, Torino