Bankitalia: spesa per interessi oltre la media Ue Tasse in lieve calo

Bankitalia: spesa per interessi oltre la media Ue Tasse in lieve calo Bankitalia: spesa per interessi oltre la media Ue Tasse in lieve calo ROMA Una spesa per interessi assolutamente fuori media, compensata però da uscite correnti più basse. E una pressione tributaria attestatasi nel 2001 al 29,70Zn contro una media dei paesi dell'area euro del 25,4"7n, a fronte però di un rapporto contributi sociali/pil decisamente inferiore. Sono le «contraddizioni» delle finanze pubbliche italiane a confronto con quelle degli altri paesi Uem. A fotografare gli andamenti di finanza pubblica dei paesi dell'Unione europea e dell'area euro al 2001 è il supplemento al Bollettino statistico della Banca d'Italia. Punto di partenza l'indebitamento netto: 2,20A a fronte di una media dell'area euro dell'1,4 per cento. Ma dietro questo risultato c'è nel nostro paese un rapporto entrate totale/pil inferiore l45,80Zo contro il 46,80Zo), una pressione fiscale sostanzialmente in linea (42,4 contro 42,20Zo), un andamento delle spese al netto degli interessi sotto la media (41,6"zó a fronte del 44,80Zo) e una spesa per interessi pari, in termini di peso sul pil, quasi al doppio di quella degli altri paesi aderenti alla moneta unica (6,30Zn a fronte del 3,40Zo). Alla voce entrate, se la pressione fiscale (l'incidenza sul pil di imposte dirette, indirette, contributi sociali e imposte in conto capitale) è sostanzialmente in linea con quella dell'area euro (42,40Zo contro il 42,20Zo), il quadro cambia se si va a guardare la pressione tributaria, che esclude sostanzialmente i contributi sociali: in Italia è più alta rispetto alla media, al 29,70Zo contro il 25,40Zn mentre la voce «contributi sociali» pesa sul nostro pil molto di meno: ì2,7"zo contro il 16,8 per cento. A farci uscire dalla media sono dunque imposte dirette e indirette: le prime pesano sul pil il 15,l0Zo {12,20zó area euro), le seconde il 14,60à (13?^ gli altri paesi della moneta unica). Per entrambi le voci c'è però chi sta peggio di noi: I9,40Z, la Finlandia, 17,60À il Belgio, 15,90Z) il Lussemburgo sul fronte delle dirette. Solo la Francia con un 15,1 "Zo per le indirette. Per quanto riguarda le uscite, sul fronte delle spese la «fotografia» comparata conferma che l'Italia continua pagare il peso di un debito pubblico di quasi 50 punti sopra la media euro: 109,80Zo del pil nel 2001 contro il 60,5 per cento. Il risultato è una spesa per interessi il cui peso sul pil che è appunto quasi doppio rispetto alla media euro. È questa voce che ci porta, sia pur di poco, al di sopra della media nelle spese correnti (42,9Vo contro il 43,40Zo): senza gli interessi l'Italia sarebbe sotto di due punti e mezzo: 37,6^0 contro il 400zó sul pil. Del resto, dalle statistiche di via Nazionale emerge che l'Italia spende meno in consumi finali, vale a dire tutte le spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche per il soddisfacimento di necessità degli individui e della collettività come retribuzioni, acquisti di beni e servizi, utilizzo del capitale fisso: 18,50Zo contro 20,3 per cento. Siamo in linea per i redditi da lavoro pagati dalla pubblica amministrazione (10,6 contro 10,50Zo), peri trasferimenti correnti alle famiglie (16,70Zo contro 16,6DZo) mentre un po' sotto la media per i trasferimenti correnti alle imprese (l,l0Zo contro l,40Zo), sostanzialmente alla pari quanto a investimenti (2,5 a fronte del 2,60Zo della media). Ir.e.s.]

Luoghi citati: Belgio, Finlandia, Francia, Italia, Lussemburgo, Roma