La Francia si ribella alla bocciatura dell'Ecofin di Enrico Singer

La Francia si ribella alla bocciatura dell'Ecofin BERLINO SANZIONATA PER IL DEFICIT ECCESSIVO. A ROMA OSSERVAZIONI PER IL RICORSO A MISURE UNA TANTUM La Francia si ribella alla bocciatura dell'Ecofin Tremonti soddisfatto per il via libera al programma di stabilità italiano Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES Procedura d'infrazione per deficit eccessivo nei confronti della Germania. Early waming al governo di Parigi perché anche la Francia rischia di sfondare il tetto di deficit consentito dal Patto di stabilità. Per la prima volta da quando esiste l'euro, le due più grandi economie dell'Unione hanno ricevuto due richiami ufficiali. Proposti dalla Commissione e votati dall'Ecofin, il vertice dei 15 ministri finanziari della Uè, che ha trovato l'unanimità sulle misure chieste a Berlino, ma che ha dovuto incassare l'astensione del rappresentante francese suU'wawertimento preventivo» al suo Paese. Un' astensione che è quasi uno strappo e che ha lasciato i nervi scoperti tra Parigi e Bruxelles. L'Ecofin, come previsto, ha invece approvato il programma di stabilità italiano. IL CASO FRANCIA. Che Parigi avrebbe in qualche modo sfidato i «guardiani» del Patto di stabilità era apparso chiaro già quando il ministro Francis Mer aveva scelto una metafora ciclistica per spiegare la posizione del suo governo. «Abbiamo la capacità di scalare la salita, forse con un passo più lento degli altri. Ma dobbiamo rallentare proprio perché alla fine vogliamo arrivare in vetta e non restare bloccati». La Francia, insomma, non nega che rischia di avvicinar¬ si pericolosamente al tetto del 3 per cento di deficit quest'amie dopo avere chiuso il 2002 a quota 2,8. E per questo accetta - in linea di principio l'early warning. Ma non è disposta ad accettare le raccomandazioni contenute in questo avvertimento. «Non sono compatibili con il nostro programma di rilancio della crescita», dice Francis Mer. Ecco il perché di quella metafora da scalatore del Giro di Francia: sottoscrivere le richieste contenute nell'early warning, secondo Parigi, significherebbe «rimanere bloccati» e «non arrivare in vetta». Ed ecco, soprattutto, il perché della decisione di astenersi al momento del voto sul provvedimento che è passato a maggioranza con il «sì» di tutti gli altri quattordici ministri dell'Unione. Quasi a voler anticipare che Parigi non si sentirà vincolata dagli impegni richiesti. Ma la posizione del ministro delle Finanze francese ha provocato una immediata reazione da parte del commissario agli Affari economici e monetari, Fedro Solbes. «Come Paese membro della Uè, la Francia non può ignorare gli obblighi del Trattato, non può ignorare che esiste una moneta unica e deve contribuire alla credibilità del sistema», ha detto Solbes. Le regole prevedono che si può decidere a maggioranza, come è stato fatto ieri, ma non per questo «se un Paese non concorda, la raccomandazione per lui non è vali¬ da». Per Solbes, insomma, il governo di Parigi dovrà seguire le raccomandazioni dell'early waming. Tre, sostanzialmente; mettere in atto, già nel 2003, «tutte le misure appropriate» per ridurre il deficit, «migliorare di almeno lo 0,5 per cento l'aggiustamento ciclico della posizione di bilancio» e continuare così fino al 2006. Ma proprio il primo di questi tre punti costringerebbe la Francia a rivedere la sua legge finanziaria che non ha previsto alcuna particolare misura per ridurre il deficit quest'an¬ no. Tra i ministri dell'Ecofin la posizione della Francia ha suscitato reazioni dai toni diversi. Tutti hanno votato per l'early waming, ma i più duri nei confronti di Parigi sono stati lo spagnolo Rodrigo Rato - «se la Francia non rispetterà le richieste del Consiglio, ci saranno una sanzione e una critica» - e l'austriaco Karl-Heinz Grasser che ha ammesso che «la Francia è una fonte di preoccupazione per la credibilità de Patto di stabilità». Meno pessimista sui riflessi dell'astensione di Francis Mer sull'early waming si è dichiarato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. «L'intera discussione - ha detto - è stata piena di metafore sportive, molto rilassata e tranquillizzante. E non vedo ripercussioni sul Patto di stabilità». IL CASO GERMANIA. Sulla procedura di deficit eccessivo nei confronti del govemo di Berlino c'è stato, invece, consenso generale. La Gennania ha accolto - e votato - la raccomandazione che la impegna a varare entro il 21 maggio prossimo «tutte le misure necessarie» per mettere fine alla situazione di deficit eccessivo (ha chiuso il 2002 a quota 3,75 per cento). Non solo: il govemo di Berlino ha già fatto sapere che le misure di bilancio saranno pari all'I per cento del Pil, così come richiesto dalla Commissione prima e ora anche dall'Ecofin. Alla Germania non sono chiesti soltanto risparmi, ma anche «urgenti riforme» in particolare nel settore del welfare e del mercato del lavoro. E c'è, poi, la raccomandazione a verificare che la riforma fiscale prevista per il 2004 e il 2005 sia «compatibile con il pareggio di bilancio nel 2006». IL PROGRAMMA ITALIANO. Il ministro Tremonti incassa con un soddisfatto soniso il giudizio di Commissione e Ecofin. «E' un documento che abbiamo apprezzato e nel quale ci riconosciamo pienamente», dice al termine della riunione. Nel giudizio che accompagna l'approvazione del programma di stabilità ci sono anche dei rilievi critici per il 2004. Ma il ministro replica che è «prematuro» parlarne oggi: «Abbiamo appena approvato la Finanziaria del 2003. Abbiamo mesi e mesi per ragionare sulla strategia per il prossimo anno che sarà definita nel Dpef». Del resto, nel testo che era stato proposto da Solbes l'8 gennaio c'era una «richiesta di chiarimenti» sulle future misure del govemo italiano «entro due mesi». Richiesta che nella formulazione dell'Ecofin «non è più legata a date che non siano quelli istituzionali della politica italiana», ha detto Tremonti. Le principali osservazioni che sono contenute nel giudizio sul programma di stabilità sono quelle già note. Il «pesante ricorso» a misure una tantum per ridurre il deficit del 2003 che dovranno essere sostituite con «provvedimenti a carattere permanente». L'attenzione al quadro macroeconomico generale perché le stime di crescita italiane (2,9 per cento nel 2004 e 3 per cento nel 2005)appaiono «troppo ottimistiche». Infine l'invito a intervenire sul sistema delle pensioni, a promuovere la previdenza integrativa e ad accelerare «il lungo periodo di transizione al sistema contributivo». Ma su quest'ultima materia, avverte Tremonti, è necessaria «riflessione e prudenza» e «non è il caso di parlame ora». li ministro tedesco delle Finanze Eichel assieme al collega belga Reynders