Faccia a faccia tra Di Summa e Poletti
Faccia a faccia tra Di Summa e Poletti CONFRONTO SULLE VALVOLE IERI IN PROCURA Faccia a faccia tra Di Summa e Poletti a Dopo due mesi e mezzo i cardiochirurghi Michele Di Summa e Giuseppe Poletti si sono ritrovati ieri faccia a faccia nell'ufficio del pm Cesare Parodi, convocati dal magistrato e dal collega Paolo Toso per un confronto. Il primo dell'inchiesta sulla gara d'appalto di due anni fa che si concluse con l'acquisto, da parte del e Molinette, di 700 protesi cardiache meccaniche Tri Technologies. Arrestati i 14 novembre scorso per concussione e turbativa d'asta aggravata (I due cardiochirurghi erano presidente e componente influente della commissione aggiudicatrice), sono stati posti agli arresti domiciliari prima di Natale e ieri sono tornati per la prima volta, da allora, in Procura. Vi sono rimasti una mezz'ora. Il tempo di rispondere a una domanda dei magistrati su una delle tante questioni aperte, una domanda che riguarda soprattutto l'indagine parallela di concorso in omicidio colposo plurimo. Rievocando il primo «incidente» in sala operatoria con le valvole brasiliane (maggio 2001, équipe di Poletti, una protesi si ruppe in fase di impianto), i pm hanno sottolineato come da allora gli «aiuti» de professore si astennero dell'applicare altre protesi Tri e chiesto a Poletti se, dopo, avesse informato il collega della circostanza. «Può darsi, penso di sì», ha risposto il professore (assistito dall'avvocato Carlo Rolle). La pa la è passata a Di Summa (con a fianco i legali Fulvio Gianaria e Giorgio Merlone) che se l'è cavata così: «Non ricordo, ma può darsi, d'altra parte in fase di impianto può accadere che una valvola si rompa se a manovrarla non sono mani molto esperte».
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