«Il sistema di oggi non funziona, la condanna non basta»

«Il sistema di oggi non funziona, la condanna non basta» .-i - , ; TT— LA TESTIMONIANZA PI UN'AZIENDA TORINESE DI MATERIAL» ELETTRICI CHE VANTA UN RECORD NEGATIVO : «Il sistema di oggi non funziona, la condanna non basta» «Cavi di rame, gruppi elettrogeni, il registratore di cassa: in trenta furti ci hanno portato via di tutto» TORINO TRENTA furti. Nonostante i sistemi di sicurezza, le sbarre alle finestre e le sirene degli allarmi che suonano a più non posso. Nonostante la vigilanza privata che alla «Veglio», azienda che commercializza materiali elettrici, fa più e più passaggi ogni notte, e le pattuglie della polizia che, ogni volta che incrociano da quelle parti, gettano un occhio all'interno. «Hanno sfondato i muri di recinzione, hanno spaccato finestre, fatto buchi nelle lastre di cemento armato; sono inarrestabili»' dicono, quasi sconsolati, i titolari di questa azienda, Daniele e Alessandro Veglio. Tutto ciò che raccontano è documentato: denunce su denunce, fascicoli fotografici, lettere a sindaco Prefetto e quant'altro. E poi, anche se non lo dicono apertamente, loro hanno sospetti grossi come una casa sugli autori di quei colpi. In strada Arrivore, a duecento metri in linea d'aria dalla Veglio, c'è il campo nomadi più grande della città. Sono anni che si parla di trasloco, ma per adesso è sempre lì: separato da quell'azienda soltanto da un prato. Dove restano le tracce dei ladri in fuga: impronte di scarpe, binari sull'erba fresca lasciati dalle ruote delle auto stracariche di materiale rubato che vanno dritti verso l'accampamento dei nomadi. E poi ci sono le testimonianze dirette, come quella di Daniele che, un giorno, arrivò in azienda mentre i ladri, dopo aver fatto l'ennesimo grosso buco nella recinzione, e aver rubato qualche quintale di cavi di rame, stavano andando a prendersi il bottino. «Ho contato diciotto ragazzini che si davano da fare attorno a quella montagna di fili; ho chiamato la polizia, è arrivata in un attimo. Ma loro erano già scappati...». Questa proposta di depenalizzare il furto li lascia piuttosto perplessi. «Non tanto perché noi siamo vittime di un numero impressionante di col- pi, ma perché non abbiamo ancora capito bene che cosa accadrà» dice Daniele Veglio. Che spiega: «E' certo che il sistema di oggi non funziona, la condanna non è un deterrente vero. Servirebbe qualcosa di più incisivo, che faccia davvero paura. Che cosa, però, proprio non saprei dirlo». Un'ammenda da decine di migliaia di euro? Una confisca dei beni? Tutto per loro potrebbe andar bene: «Purché depenalizzare significhi introdurre un sistema alternativo alla detenzione, in grado di funzionare davvero e fermare i ladri». Già, fermare chi ruba! «A noi hanno portato via di tutto. Cavi, gruppi elettrogeni, apparecchiature varie. Una volta si sono presi anche il registratore di cassa che hanno poi abbandonato in cortile, sfasciato» ricorda Alessandro Veglio. Esattamente un anno fa si sono portati via tutti i cestmi di Natale, per dipendenti e clienti importanti della società, immagazzinati al primo piano della palazzina uffici. «Allora avevamo le inferriate soltanto alle finestre del pianterreno. Credevamo che la struttura fosse sufficientemente sicura con i sistemi d'allarme. Invece sono entrati lo stesso e hanno fatto man bassa. Immaginatevi che disastro farseli rifare, in fretta e furia, nei giomi caldi del Natale. Insomma: un furto comporta anche danni non strettamente materiali, ad esempio una consegna ritardata, che economicamente, possono essere rilevanti quanto la refurtiva». L'altra estate, prima di andare in vacanza, Daniele e Alessandro Veglio hanno assunto un vigilante. Che è rimasto in azienda giomo e notte, a controllare. «Una sera - ricorda Daniele - era all'ingresso, nello stanzino accanto al carraio. Ha sentito dei rumori strani e si è affacciato. C'erano due individui sul tetto che stavano per calarsi all'interno: ha dato l'allarme e sono fuggiti». Da allora, sperando che duri, i ladri non sono più tornati.

Persone citate: Alessandro Veglio, Daniele Veglio

Luoghi citati: Torino