Furti «depenalizzati»? Maggioranza e Ulivo bocciano la proposta

Furti «depenalizzati»? Maggioranza e Ulivo bocciano la proposta PECORELLA: «INIZIATIVE DI SINGOLI». CENTO: «SI RISCHIA IL CAOS» Furti «depenalizzati»? Maggioranza e Ulivo bocciano la proposta Ma Taormina e Buemi difendono il loro disegno di legge: «In pratica da trent'anni questo reato non viene più perseguito» ROMA Niente carcere per i ladri. Ad infiammare il mondo politico è il disegno di legge bipartisan anticipato a «La Stampa» da Carlo Taormina (Forza Italia) ed Enrico Buemi (Sdì). E' bufera sulla proposta di punire il furto con una sanzione amministrativa anziché avviare una procedura d'indagine. «Chi si scandalizza dà prova di ipocrisia - afferma Taormina -. Praticamente da 30 anni questo reato non è più perseguito, è bandito dalle aule di giustizia e l'unico antidoto è divenuta la copertura assicurativa. Nel 2002 è rimasto impunito il 960Zo dei furti denunciati. Senza contare che l'imminente indultino è per i ladri il più integrale dei colpi di spugna». Nessun cedimento, quindi. «L'allarme sociale è ingiustificato assicura Taormina -, i responsabili di atti violenti resteranno dietro le sbarre. Se non depenalizziamo il furto si moltiplicheranno inutilmente le pendenze». Resta da sciogliere il nodo della competenza: incardinarla in capo al giudice di pace oppure far applicare le sanzioni direttamente dagli organi ammimstrativi della questura. «Intendiamoci, il furto rimane delitto e viene sanzionato - aggiunge il responsabile giustizia dello Sdì, Buemi - si tratta di individuare una procedura più rapida e meno burocratica per punirlo e, laddove si coglie il reo in flagranza, di fissare una sanzione più efficace. A reati più gravi del furto la reazione è ben diversa: chi passa con il semaforo rosso mette a repentaglio la vita degli altri e al massimo deve pagare 150 mila lire». Prossimo passo, un disegno di legno per liberalizzare le droghe leggere. «Il furto e alcuni reati connessi alle toscicodipendenze - spiega Buemi hanno molto in comune e vanno parimenti riformati». Un no compatto alla depenalizzazione arriva dai sindacati di polizia che mettono in guardia dal devastante effetto psicologico, irtlna legge del genere - accusa Giorgio Innocenzi, segretario generale della Consap - cancellerebbe ogni effetto di deterrenza del fenomeno, causando il crollo di qualsiasi incentivo alla denuncia». Il progetto «è un'assurdità», rincara la dose Claudio Giardullo, segreta- rio generale Cgil-polizia: ((Alzare la soglia dell'impunità indebolisce i meccanismi di controllo sociale». Anche il presidente della commissiono Giustizia della Camera Gaetano Pecorella boccia l'ipotesi: «Sono iniziative di singoli estemporanee che non devono turbare il dibattito sulla giusti¬ zia». Per Filippo Ascierto, responsabile sicurezza di An, «il reato di furto va contrastalo, non eliminato». Ossia «non depenalizzare ma dare certezza della pena, non fare multe, bensì assicurare alla giustizia i colpevoli e risarcire le vittime». Luigi Vitali, capogruppo azzurro in commissione Giustizia a Montecitorio, ricorda come la commissione Nordio stia già lavorando alla depenalizzazione di molti reati poco diffusi: «Siamo quasi a 200 fattispecie, ma giustamente tra queste non rientra il furto». Anche dalla Lega viene un «no» secco: Roberto Cola, esperto di giustizia del Carroccio e presidente del Consiglio regionale piemontese, parla di «proposte come schegge impazzile» che «la gente non capirebbe». Qualche timida apertura dall'opsosizione. «Non sono contrario al'idea - sostiene il Verde Paolo Cento, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera -. La proposta, però, se non è inserita in un disegno più organico e generale di razionalizzazione del sistema penale, aumenta il caos». Di fatto il furto semplice è scomparso, sottolinea Anna Finocchiaro, responsabile del Dipartimento giustizia dei Ds, in carcere ci sono esclusivamente i colpevoli di furti aggravati. «È difficile che vi siano detenuti che scontano una pena per furto semplice - precisa -, non credo sia questa la strada per decongestionare le carceri. Comunque siamo pronti ad affrontare su basi serie la riforma del sistema penale». Una questione incandescente che travalica i limiti del dibattito politico e sindacale. «Il furto è un peccato contro la giustizia, la legge naturale e il comandamento di Dio che lo vieta - commenta monsignor Mauro Cozzoli, teologo morale della Latemnense, l'ateneo del Papa -. E' un peccato grave ed è sbagliato destare nella gente il sospetto e nel delinquente la persuasione che rubare sia più facile e che la società rinunci a punirlo. E ciò a discapito del bene comune». (già. gal.] I NUMERI DEI Ci 2002 primi 6 mesi fetyunM ■■'! ^T ^ ^ FURTI DENUNCIATI PER REGIONE NEL 2001 «SkP ^ Oii» ^ avvi ^ o^. ^ Z ^ ^ ^ .^ o^ o#- M ^ 60 # o^ ^ ^ .^M^M?^^^^ ^ ^\V W ^ ^•' «^ v-O- ^ ^ ^ aV ^ iv màii

Luoghi citati: Roma, Taormina