I legali del premier: «Media e giudici faziosi» di Paolo Colonnello

I legali del premier: «Media e giudici faziosi» I legali del premier: «Media e giudici faziosi» Sme, in Cassazione il dossier della difesa: a Milano non c'è serenità Paolo Colonnello MILANO Dagli articoli di giornale alle e-mail: nelle memorie mandate in Cassazione per far trasferire i processi per la corruzione dei giuraci da Milano a Brescia, dopo le ballate del cantastorie Trincale, i girotondi e le scritte sui muri, c'è davvero tutto. Negli ultimi documenti, uno di 61 pagine firmato da Cesare Previti e l'altro, di 101, firmato da Silvio Berlusconi, depositati ieri a Roma a complemento delle precedenti richieste di rimessione e a una settimana dalla decisione della Suprema corte in merito, la novità è rappresentata dal fatto che per la prima volta i due imputati eccellenti se la prendono direttamente con i media cartacei addirittura per il "tono" di alcuni articoli, che sarebbero stati particolarmente favorevoli all'accusa anziché alle difese. Le cronache dei principali quotidiani italiani, secondo gli avvocati, avrebbero prodotto pezzi «artatamente faziosi e implacabili», pronti a «mitizzare» i pm contro «le forze del male», rappresentate ovviamente dalle difese. E dunque, è sufficente «una piana» lettura dei principali organi di stampa per capire che i processi a carico del Presidente del Consiglio «non possono essere celebrati a Milano». «L'autorità giudiziaria milanese nel suo complesso - scrivono gli avvocati Gaetano Pecorella, Niccolò Ghedini, Fihppo Dinacci e Pietro Longo - a causa degli interventi di molti suoi autorevoli esponenti è stata sovraesposta all'attenzione mediatica nazionale, gravandola di aspettative, ora in un senso, ora nell'altro che nulla hanno a Che vedere con una situazione processuale». Per i legali insomma, gli imputati verrebbero danneggiati proprio dalla forza dell'intero sistema giudiziario milanese che, attraverso gli interventi sulla stampa riesce a far passare nell'opinione pubbli- ca l'idea della colpevolezza degli imputati e di Berlusconi in particolare. Un esempio? Le inflazionate interviste all'ex arocuratore Gerardo D'AmDrosio («Mi fanno passare la voglia di fare il magistrato»), finanche le sue dichiarazioni all'indomani del pensionamento, quando, in un dibattito con Sergio Cofferati, ebbe a dire: «Penso che i fascisti nel '39 ebbero un po' più di pudore». E per dimostrare il pregiudizio dell'intero Palazzo di Giustizia nei confronti dei loro clienti, gli avvocati della difesa hanno recuperato perfino i messaggi di posta elettronica tra alcuni magistrati che avrebbero visto «come principale animatore» Armando Spataro, ex componente togato del Csm, leader della corrente moderata Movimento per la Giustizia e attuale procuratore aggiunta a Milano. In uno di questi dibattiti elettronici (che per l'Autorità di garanzia vanno comunque considerati come «corrispondenza privata») Spataro e altri suoi colleghi avevano affrontato un anno fa anche il caso Brambilla, il giudice a latere del processo Sme che sarebbe dovuto essere trasferito al Tribunale di Sorvegbanza. I legali, nella memoria di Berlusconi, sottolineano il fat¬ to che Spataro «investiga, si informa, controlla addirittura le scansioni del processo in oggetto e offre consigli tecnici ai colleghi milanesi per vanificare un provvedimento del ministero». Inoltre accusano il magistrato di aver scritto una lettera a Mario Cicala, membro dell'Anm, invitandolo a dimettersi per le sue prese di posizione troppo tiepide contro il govemo. L'interessato tace e si limita a far notare che la legge tutela non soltanto il diritto di comunicare ma anche il segreto dell'informazione trasmessa, la cui inviolabilità è garantita dall'articolo 15 della Costituzione. Pergb avvocati però «è fuor di dubbio che anche la magistratura possa e debba concorrere» al fermento delle idee. Ma «le proprie idee non dovrebbero tendere ad influire sui processi in corso, ancor più in particolare se riguardanti un proprio avversario politico». Gaetano Pecorella e Niccolò Ghedini, due degli avvocati del collegio difensivo del premier IS

Luoghi citati: Brescia, Milano, Roma