Rocca rompe l'incantesimo è la prima vittoria in Coppa

Rocca rompe l'incantesimo è la prima vittoria in Coppa L'AZZURRO CENTRA IL SOSPIRATO OBIETTIVO NELLO SLALOM DI WENGEN Rocca rompe l'incantesimo è la prima vittoria in Coppa Dopo tre secondi posti e un terzo, in Svizzera la gioia più grande L'esaltante giornata dello sci italiano è stata completata dal podio nel gigante di Cortina di Karen Putzer, brava in tutte le specialità Domenico Latagliata Una sorride, l'altro urla. Entrambi di gioia. Intorno all'ora di pranzo eh ieri, l'Italia dello sci ha avuto di che esultare. Ha cominciato Karen Putzer, impegnata in gigante sulla pista Olimpia delle Tofane di Cortina: per lei - 24enne di Nova Levante (Bz) che, se potesse, sceglierebbe di rinascere nei panni di Alessandro Magno - era la quarta gara in cinque giorni dopo due superG e una discesa libera. Stanca? Un po', ovvio: ma non abbastanza da impedirle di salire, così come lo scorso anno, sul terzo gradino del podio dietro la Paerson (svedesina fresca e riposata che non aveva disputato le gare precedenti) e la bionica Kostelic. Putzer sul podio, allora, a inondare la platea con il suo sorriso contagioso per la quarta volta nella stagione e la dodicesima in carriera. L'ex ra- " gazzina che aveva Deborah Compagnoni come idolo prima e come compagna di squadra poi si sta dimostrando di una regolarità impressionante: oltre a tre vittorie e al terzo posto di ieri, la Putzer è giunta due volte quarta e si è piazzata altre quattro volte tra le prime dieci. «Sono stanchissima - ha ammesso alla fine -, ma per me è stata una settimana fantastica: ho ottenuto il mio miglior risultato di sempre in discesa (sesta) e oggi, con il terzo posto, sono tornata in testa alla classifica di gigante». Che adesso comanda Glorgio Rocca e Karen Putzer esultano dopo i brillantissimi risultati di ieri: l'azzurro ha vinto lo slalom di Wengen, la campionessa è arrivata terza nel gigante di Cortina Giorgio: «Era scritto, so di essere fra i migliori e non ho mai perso la certezza di vincere» Sulle nevi italiane bella prova di Denise Karbon che si piazza quarta alle spalle della compagna simo di secondo, battuto dal croato Kostelic («ci vediamo a gennaio», aveva tuonato quasi minaccioso), era uscito nelle due ultime gare, quelle di Kranjska Gora e Bormio. Aveva un diavolo per capello: sono anni che gli si è appiccicato addosso lo scomodo appellativo di «erede di Tomba», lui non si è mai ribellato apertamente ma ha sempre puntualizzato di «dover ancora iniziare». Vittorie in Coppa del Mondo, prima di ieri, nessuna: i due secondi posti di Campiglio e Aspen, nella passata stagione, avevano però fatto capire come fosse solo questione di tempo. Ouando però lo sconosciuto 21 enne giapponese Akira Sa¬ saki, partito nella prima manche con il pettorale numero 65 e mai giunto al termine di una gara di Coppa del Mondo, sembrava dovergli ancora una volta rovinare la festa, lui non ha perso la calma: indietro di otto centesimi all'ultimo intermedio, ha ritrovato la sua magica centralità sugli sci e, passato il traguardo, ha lanciato al cielo un urlo che si è unito a quelli dei suoi tifosi, giunti apposta a Wengen e per nulla disposti a trattenere la propria gioia. Rocca non ha neppure guardato il tabellone con i tempi, confortato dal boato che proveniva dalla zona del suo fan club. «Sapevo che doveva succede¬ re, prima o poi - ha quasi ruggito alla fine il livignese -. Ho sempre avuto la convinzione, e i risultati lo dimostravano, di essere tra i migliori. L'urlo dei tifosi mi ha regalato la certezza di avere vinto». Scena da Tomba, alloia, e poco importa a questo punto che la vittoria numero uno dell'azzurro sia arrivata al settantaduesimo tentativo (42 in slalom e 30 in gigante). L'ultimo successo azzurro in slalom era stato ottenuto nel 2000, a Chamonix, da Angelo Weiss. A Wengen, in slalom, era invece dal 1995 che un azzurro. Tomba, non batteva tutti; per festeggiare, un urlo da Tarzan era il minimo che potesse saltar fuori. con 34 punti di vantaggio sulla svizzera Nef. «Arrivo ai Mondiali di St. Moritz con la forma migliore possibile», ha poi aggiunto covando in cuor suo il desiderio di dare un seguito all'argento e al bronzo iridati di St. Anton 2001. Ora, dopo un paio di giorni di riposo, la Putzer disputerà il gigante delle Universiadi (giovedì 23) e un altro gigante di Coppa del Mondo di Maribor (sabato 25), l'ultimo prima dei Mondiali. In Slovenia ci sarà anche Denise Karbon, altra piccola grande azzurra piazzatasi quarta: a inizio stagione, dopo un infortunio a una spalla, si è allenata anche con i gesso pur di non perdere la sensibilità sugli sci. Sulle nevi di Semmering, quando vinse la Putzer, lei ' si piazzò terza: «Ho dimostrato che quel risultato non era stato casuale. Oggi ho sbagliato parecchio, essere arrivata ai confini con il podio è una grande soddisfazione». Logicamente la sua convocazione per i Mondiali non è in dubbio. Circa un'ora dopo, dalla felicità della Putzer si è passati all'urlo di liberazione di Giorgio Rocca: le nevi erano quelle svizzere di Wengen, uno dei templi del Circo Bianco. La disciplina, lo slalom speciale: Rocca, che quest'anno era giunto secondo a Sestriere per l'inezia di un cente-

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