E' una Lazio record I Mancini boys meglio della banda Eriksson

E' una Lazio record I Mancini boys meglio della banda Eriksson E' una Lazio record I Mancini boys meglio della banda Eriksson Piegata l'ostica Udinese, volano al secondo posto in classifica Il tecnico del miracolo: siamo nati per attaccare, sarà sempre così Piero Serantoni ROMA Sia pure a fatica, la Lazio torna a vincere all'Olimpico dopo il 4-0 al Modena di due mesi fa. Il 2-1 all'Udinese impingua una classifica mai così ricca, neanche ai tempi dello scudetto. Con un punto in più di Eriksson, a quota 36, troneggia il Mancini infallibile. Paragone che lascia indifferente questo tecnico che non ama gli elogi esagerati ed anzi confessa: «Siamo nati per l'attacco, se perdiamo l'iniziativa andiamo in sofferenza e nella nostra area può accadere di tutto. Il secondo posto è meritato anche se questa Lazio, meno brillante del solito, ha pagato la sosta». La squadra è con lui: negli ultimi minuti Lopez e Fiore, sostituiti, lo mandano al diavolo e subito chiedono scusa: «Era la grande voglia di giocare ancora. Mancini non si discute, lui è il nostro condottiero». Parole tanto vere che persino la «pecora nera» Sorin - l'unico a volersene andare, non ha infatti ritirato la messa in mora - si avventa per un'ora, senza mai tirare indietro la gamba e cede malvolentieri il posto ad un fiammeggiante Simeone. Ora l'interrogativo incombe sugli altri che hanno incassato volentieri stipendi che coprono fino al 30 settembre: perché se non arrivano presto gli arretrati la pazienza finirà e questa volta faranno tutti come Sorin. Il presente però è tinto di rosa, tanto più che il prossimo turno offre un'altra partita all'Olimpico, con una Reggina rasserenata dal successo di sabato sul Bologna. Mancini accoglie con un sorriso il ritorno di Coppa Italia a Bari (2-1 a Roma): «Giocare è l'ideale per ritrovare il passo giusto». Non gli fanno paura le crepe evidenziate dall'Udinese, quel perdere improvvisamente il controllo della partita e dover soffrire fino all'ultimo con avversario in dieci. «Perché il carattere c'è», proclama l'allenatore biancoceleste. Ma se Alberto non fosse «impazzito» ad un quarto d'ora dalla fine, se non avesse messo la mano sulla faccia di Corradi, difficilmente sarebbe finita bene per i biancocelesti. Partita strana, avvincente dopo venti minuti di sbadigli con Lazio e Udinese che giocano a chi sbaglia di più. Improvvisamente Fiore si riscopre campione e trova Lopez in un'area affollatissima. L'argentino è superbravo. Da destra indovina un esterno sinistro che batte De Sanctis. Trovato il (4-4-2) Peruzzi 7; Pancaro 6, Negro 6, Starti 6, Favalli 6,5; Fiore 6,5 (42' st Liverani sv), Giannichedda 6,5, Stankovic 6,5, Sorin 6(14'st Simeone 6); Corradi 5, Lopez 7 (45' st Oddo sv). Ali.: Mancini 7. (3-4-2-1) De Sanctis 6; Bertotto 5, Sensini 5, Kroldrup 5; Alberto 5, Pinzi 6(23'stJankulovski 6), Pizarro 6, Pieri 5,5 (25' st Gemiti 5,5); Muzzi 6,5, Jorgensen 5,5; laquinta 5 (V st Warley6). AII.:Spalletti5,5. Arbitro: Pellegrino 5. Reti: pt: 27' Lopez, 40' Muzzi, 46' Fiore. Espulsole'st Alberto. Ammoniti: Corradi, Pancaro, Stankovic, Sensini, Jankulovski. Spettatori: paganti 7.545, incasso 161.124,00 euro, abbonati 27.445, quota 495.341,19. gol la Lazio si mette a sonnecchiare, cerca solo il contropiede. L'Udinese si avvicina a Peruzzi. Muzzi prima prende la misura su punizione, parata, poi pareggia. Il cross è di Alberto, Negro lo sfiora di quel tanto da mettere in contropiede Stam. Muzzi, in libertà, può indovinare un destro al filo del primo palo, con Peruzzi gelato mentre stava per tuffarsi dall'altra parte. Al 41' Alberto salva su Sorin, cinque minuti dopo arriva il gol partita. E qui si vede che la sorte di questi tempi ha sorrisi solo per Mancini. Sorin vorrebbe mettere al centro, pallone deviato che finisce a Lopez. Nuovo cross e nuova deviazione ed ancora sfera sui piedi di un laziale. Fiore, che di sinistro mette in rete. Senza poi esultare, da buon ex. Ripresa e cominciano gli errori di Pellegrino. Non vista una gomitata di Corradi a Kroldrup, ignorata la manata di Stankovic a Pinzi. Reazione scomposta al brutto fallo dell'Udinese. Sulla punizione De Sanctis vola per mettere in angolo la palla velenosa di Lopez. E sulla mischia seguente è Stankovic a sbagliare di pochissimo. C'è cattiveria nei falli bianconeri, l'arbitro tace. Un assist di Fiore sprecato da Simeone annuncia il fiato grosso biancoceleste. Al 21' Alberto va al tiro da pochi metri, Peruzzi allunga un «tentacolo» e respinge. Poi è Muzzi, lento nel tirare, a sprecare una buona occasione. Continua l'assalto bianconero. Pinzi sfodera rimpalli vincenti su Giannichedda e Negro: poi rovina tutto tirando debolmente tra le braccia di Peruzzi. Su un contropie- I BIANCOCELESTI RITROVANO IL SUCCESSO ALL'OLIMPICO La gioia di Claudio Lopez, scatenato trascinatore di questa Lazio-sorpresa de laziale è Corradi a fallire, ma ad aiutare la causa biancoceleste ci pensa Alberto. A palla lontana mette una mano sul viso di Corradi che crolla al suolo. Arriva Favalli che prende per un orecchio il bianconero. Nulla vede Pellegrino che va allora da un guardalinee. Cartellino rosso per Alberto. Dieci minuti di pausa e di nuovo Udinese all'assalto. Jankulovski entra in area, Peruzzi si tuffa: prima devia il pallone, poi abbatte l'avversario. Pellegrino vede bene che non è rigore, male perché ammonisce Jankulovski. Un tiro di Pizarro alto, poi quattro minuti di recupero. La Lazio resiste e vince.

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