Ancelotti: 39 punti sono da media scudetto
Ancelotti: 39 punti sono da media scudetto Ancelotti: 39 punti sono da media scudetto «Eguagliato il record della Roma che due anni fa soffiò lo scudetto alla mia Juve» Nino Sorniani MILANO Il successo, anche se sofferto, sul Piacenza e il primato solitario in classifica al termine del girone d'andata con 39 punti fanno felice il Milan, soprattutto il suo tecnico Ancelotti. Per un motivo particolare: «Perché il Milan ha uguagliato il primato stabilito due anni fa dalla Roma, che poi vinse lo scudetto, proprio sulla mia Juve. In settimana avevo detto più volte che volevo i 39 punti. C'è da essere orgogliosi a ritrovarsi così in alto», spiega il tecnico. Ancelotti finge di ignorare per scaramanzia che negli ultimi 30 anni il Milan ha chiuso l'andata in testa cinque volte e altrettante ha vinto lo scudetto: preferisce sottolineare che «questo Milan è bravo in tutto perché oltre al primato in classifica ha vinto tanto in Champions League ed è ancora in corsa per la coppa Italia. Di più non poteva fare. Spero che tutto questo sia di buon auspicio per il futuro». Sulla gara appena terminata, Ancelotti giustifica così l'avvio stentato: «Avevamo impostato l'incontro giocando soprattutto sulla sinistra, in modo da sfruttare Serginho. Il suo infortunio dopo pochi minuti (distorsione di secondo grado alla caviglia sinistra guaribile in tre settimane, ndr) mi ha costretto a rivedere tutti gli schemi. Dopo mezz' ora ci siamo riorganizzati e abbiamo cominciato a giocare bene, con ritmi alti e un buon pressing. I tiri da lontano di Rivaldo e di altri? Li avevo preparati in settimana con allenamenti mirati». Ancelotti chiude il suo intervento spiegando che è soddisfatto della rosa attuale e non ha bisogno di rinforzi. Quanto al suo contratto che scade nel 2004, assicura che le trattative per il rinnovo sono cominciate «ma non c'è fretta. Il tempo per firmarlo c'è, è inutile parlarne ora». Contento anche Rivaldo, al suo quarto gol in campionato: «Un rete importante per restare in testa. Ho cercato di tirare a rete ogni volta che ho avuto l'occasionu e alla fine sono riuscito a segnare. Milan campione d'inverno? L'importante è esserlo a primavera. Il ^ioco? Meglio nella ripresa, ma il Piacenza è stato molto bravo e ci ha messo spesso in difficoltà». Il brasiliano si dice pronto a rispondere alla convocazione in Nazionale per l'incontro CinaBrasile del 12 febbraio. Una scelta che preoccupa Ancelotti: «Ne parlerò con il giocatore nella speranza di fargli cambiare idea, perché non mi sembra una partita fondamentale». Agostinelli afferma di aver visto un buon Piacenza, che avrebbe meritato almeno il pareggio: «Ci ha fregati quel rigore subito dopo il nostro vantaggio. Se fossero passati almeno 5 minuti, difficilmente il Milan sarebbe riuscito a raggiungerci e la gara avrebbe avuto un altro svolgimento. Comunque abbiamo giocato molto bene. Ancora una volta ci mancano i gol dei nostri attaccanti, soprattutto di Hubner, che l'anno scorso di questi tempi era a quota 13 e adesso è fermo a 3, colpa dei tanti problemi fisici che ha avuto. Il rigore? Secondo me c'era, colpa di un'ingenuità di Maresca». Il giocatore non è d'accordo: «Ho rivisto l'azione e posso garantire che se anche non ho toccato la palla, non ho neppure colpito Inzaghi. Il mio è stato un peccato di gioventù e di scarsa esperienza. Mi spiace per la squadra che gioca bene, mette in difficoltà gli avversari, comprese le grandi, ma non riesce a fare risultati. Dobbiamo darci una mossa perché la classifica non è buona e stiamo correndo un brutto rischio». Un rischio che per Agostinelli al momento non esiste: «Siamo abituati ormai a salvarci all'ultimo momento. Ma se continuiamo a giocare come abbiamo fatto con Milan e Juve, ce la caveremo con qualche turno d'anticipo».
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