Le invettive pacifiste non servono a difendere la pace di Aldo Rizzo

 Le invettive pacifiste non servono a difendere la pace Le invettive pacifiste non servono a difendere la pace ^ Aldo Rizzo VIA via che si avvicina l'ora X, de'la decisione fatale se fare o meno la guerra a Saddam (e speriamo tutti che la decisione, se positiva, sia presa o avallata, per evidenza di prove, dall'Onu), si rafforza l'ondata pacifista, di coloro che giudicano che la guerra non debba comunque essere fatta. Manifestazioni in America e in Europa, dichiarazioni e prese di posizione di singole personalità. Il tema, purtroppo, non è nuovo (la guerra, la pace...), ma merita ogni volta riflessioni adeguate. Le meritava negli anni Ottanta, quando, dopo la decisione della Nato di rispondere con i Pershing e i Cruise allo spiegamento degli SS-20 sovietici, si scatenò nell'Europa occidentale mato, percorso da odi e fanatismi religiosi: un paese che, per quanto superpotente, ha pagato il prezzo dell'I 1 settembre. E possibile che oggi esso sopravvaluti la pericolosità di alcuni di questi nuovi pericoli, come l'Iraq. Ma che, di pericoli si tratti, non c'è dubbio. E tuttavia, di nuovo, la tendenza dei pacifisti è a inveire contro chi intende difendersi, ignorando chi è il portatore, potenziale o reale, dell'offesa (o dandolo per scontato: e allora?). Colpiscono, in particolare, alcune dichiarazioni italiane. Per esempio, il pur benemerito, per molti altri versi, dottor Gino Strada dice che si potrebbero impugnare le armi solo se un esercito straniero invadesse il nostro territorio stuprando donne e sgozzando bambini. E il ben altrimenti autorevole senatore Negli Anni 80, dopo la decisione della Nato di rispondere al riarmo sovietico, si scatenarono le proteste nell'Europa occidentale: cosi oggi si tende a ignorare chi è il portatore, potenziale o reale, dell'offesa una serie massiccia di proteste. Non contro gli SS-20, ma contro la risposta alla loro minaccia. Le obiezioni furono allora facili, si protestava nelle democrazie, contro quella che era certamente un'operazione di riarmo, ma difensivo, e non nell'Unione Sovietica e nei regimi totalitari suoi alleati. Ora il caso è sicuramente più complesso. L'Europa e il mondo non sono più divisi tra blocchi contrapposti, quello comunista, in quanto tale, non esiste più, e quello occidentale, liberaldemocratico, ha perso anch'esso una parte almeno della sua antica coesione. È venuto meno anche uno stato di equilibrio strategico, che, proteste o non proteste, garantiva entro ampi limiti la pace generale. Ora c'è una superpotenza, l'America, che affronta, praticamente da sola, una serie di nuove sfide, di nuovi pericoli, che vengono da un mondo frantu- Oscar Luigi Scalfaro, ex Presidente della Repubblica, ribadisce il ripudio costituzionale italiano della guerra in ogni caso che non sia la legittima difesa del suolo patrio. Giusto. Ma un'invasione di barbari non è ipotizzabile nell' Europa, o addirittura nell'Ue, e quanto alla legittima difesa, essa va intesa oggi in ben altro modo che nel 1948. Nell'era di Al Qaeda e dei missili chimici e nucleari, la minaccia può venire da molto lontano. E non a caso la risoluzione 1441 dell'Orni contro Saddam si richiama al capitolo VII della Carta dell'Onu, in cui, come nella Costituzione italiana, la legittima difesa è letteralmente riferita a invasioni e attacchi diretti, ma è ormai interpretata assai più estensivamente. Naturalmente, tutto questo non vuol dire via libera alle guerre preventive di Bush, vuol essere un richiamo al realismo, per una vera difesa della pace.

Persone citate: Bush, Cruise, Gino Strada, Oscar Luigi Scalfaro

Luoghi citati: America, Europa, Iraq, Unione Sovietica