Mediobanca, si accendono i riflettori su Sai-Fondiaria di Valeria Sacchi

Mediobanca, si accendono i riflettori su Sai-Fondiaria I NOMI E GLI AFFARI M C Mediobanca, si accendono i riflettori su Sai-Fondiaria Valeria Sacchi Nel tentativo di far ripartire Wall Street George W. Bush ce l'ha messa tutta. Ma il colpo di spugna sulla tassazione dei dividendi e il piano di stimolo all'economia non hanno fatto il miracolo. Anche perchè, con l'altra mano, il presidente continua a firmare ordini per spedire nuovi contingenti di marines a rinforzare la macchina bellica che preme alle porte di Bagdad. Cosicché, per una voce che si leva a rincuorare gli animi dei poveri investitori dicendo che a lunga stagione dei ribassi volge al termine, ce ne sono altre due che predicano «prudenza». E anticipano che, comunque vada, il tempo dei grandi boom dei listini è finito per sempre. A Piazza Affari, che avendo archiviato il 2002 con una perdita limitata al 23,507o ha la ben magra soddisfazione di aver fatto meglio delle consorelle europee, l'amministratore delegato Massimo Capuano si fa coraggio ricordando che l'anno orribile ha avuto comunque un merito: quello di aver prodotto risultati importanti sul piano della «trasparenza e efficienza». Ma anche a Milano la guerra non piace. E dunque al parterre telematico altro non resta che affidarsi alle grandi operazioni in corso: Fiat, Opa su Autostrade, tensioni tra Salvatore Ligresti, padrone di Sai e Fondiaria, e l'amministratore delegato di Mediobanca Vincenzo Maranghi, e tra quest'ultimo e i suoi grandi azionisti. Nella speranza di far andare un pò su qualche titolo. L'ultimo rumor riguarda le Generali presiedute da Antoine Bernheim. Le quali si appresterebbero a lanciare un' Opa su Alleanza, per portare nella casa madre la ricca liquidità della controllata. Come per tutti, anche per il Leone di Trieste l'anno che si è appena chiuso non è stato esente da dolori, col titolo che ha lasciato sul campo il 3507o. Forse per questo i due amministratori delegati, Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot, presenteranno a giorni un piano strategico triennale, una «prima» assoluta nei 171 anni di vita della compagnia. Quanto alla questione della vendita del 907o di FondiariaSai imposta a Sai e Mediobanca dal presidente della Consob Luigi Spaventa, un provvedimento contro il quale è già stato presentato ricorso al Tar, è probabile che se ne discuta oggi in via Filodrammatici nel corso del consiglio di amministrazione fissato per il pomeriggio. Sempre nel pomeriggio di oggi, a Milano, il commissario Cee alla Concorrenza Mario Monti e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti discuteranno sull'attualità delle «Lezioni di politica sociale» tenute nel 1944 da Luigi Einaudi durante il suo confino in Svizzera, ora rieditate con la prefazione di Michele Salvati (per la prima volta dal lontano 1948) dalla Vitale S- Associati di Guido Roberto Vitale. A Bruxelles il commissario Monti ha appena aperto un nuovo filone di indagine sui contratti per la vendit'i dei diritti cinematografici tra le grandi case americane e le pay-tv europee, diritti che oggi raggiungono una cifra che supera il miliardo e mezzo di euro all'anno. Il sospetto è che questi contratti contengano clausole limitative della concorrenza, a danno dell'industria cinematografica europea. Nell'indagine sarebbero coinvolte sette mayor Usa e pay-tv come la BSky B di Rupert Murdoch, Canal Plus e la spagnola Sogecable. Negli Usa, intanto, il giudice Ruth Badar Ginsburg della Corte Suprema degli Stati Uniti, rifacendosi a una legge del 1790, ha allungato di ventanni la protezione sui diritti d'autore. Una proroga che coinvolge le opere di Francis Scott Fitzgerald, film celebri come «Casablanca» o «Il mago di Oz», la «Rapsodia in blu» di George Gershwin e i primi cartoni animati disegnati da Wal Disney. Con i nuovi criteri i diritti tutelano l'autore fino a 70 anni dopo la sua morte e fino a 95 anni se le opere sono di proprietà di una cosporation, come nel caso della Disney presieduta da Michael Eisner. Il quale, proprio in questi giorni, è volato in Asia per firmare una joint-venture con il governo di Hong Kong coni il quale realizzerà un mega-parco divertimenti. A Madrid il giudice Baltasar Gazon, nell'ambito dell'indagine sui fondi neri del vecchio Banco di Bilbao - oggi Bbva dopo la fusione con argentarla - archivia invece la causa contro 19 consiglieri dell'istituto per non essere stati a conoscenza dei fatti. Tra loro c'è anche l'ex vicepresidente e amministratore delegatoPedro Luis Uriarte. Resta invece l'accusa contro l'ex presidente del Bilbao, il potente Emilio Ybarra, il suo vicepresidente Juan Urrutia e altri tre alti dirigenti dell'epoca. Quasi contemporaneamente, Francisco Gonzales, presidente di Bbva, decide di abbandonare il mercato brasiliano e cede il Bilbao Brazil alla maggiore banca privata del Brasile, il Bradesco. Buone notizia per gli ex vertici della Popolare di Milano contro i quali il Pm milanese Riccardo Targetti aveva sollevato, dopo un'indagine durata circa dieci anni. T'accusa di falso in bilancio. La Prima sezione del Tribunale, presieduta da Francesco Castellani ha respinto la richiesta di nuove perizie (dopo quella della scorsa estate che giudicava corretto il comportamento degli imputati), deciso ad arrivare entro marzo alla sentenza. Tra gli indagati ci sono l'ex presidente della Popolare Piero Schlesinger, Marco Guado, Aldo Cova e Massimo Naef. Non si sa ancora quale sia la causa, se la congiuntura negativa o un cambiamento nel costume degli italiani. Ma resta il fatto che l'industria italiana del gioco d'azzardo sta perdendo «parte della sua capacità di attrazione sul potenziale consumatore» come ammette il porte parole di Saint Vincent Marco Fiore. Le cifre parlano chiaro: il sistema casinò ha accusato nel 2002 un calo del 7,707o nella clientela mentre la somma degli incassi lordi è salita dell'I,35%, restando sotto il tasso di inflazione. Su questo fatturato, che ha comunque superato i 532 milioni di euro, una gran parte (quasi il 5807o) la si deve alle macchinette mangiasoldi.