Eni-Enel, quando il barile batte ai punti il volt di Ugo Bertone

Eni-Enel, quando il barile batte ai punti il volt DUE GIOIELLI DEL TESORO A CONFRONTO: BUONI DIVIDENDI, MANAGEMENT SOLIDO. MA IL GREGGIO VALE DI PIÙ Eni-Enel, quando il barile batte ai punti il volt Vlincato si accinge a ricevere i voti della City. Scaroni è alle prese con Winc Ugo Bertone L'appuntamento con i gestori della City è fissato per lunedì. Quel giorno Vittorio Mincato, amministratore delegato dell' Eni, affronterà gli analisti inglesi nel primo incontro del raod show con gli investitori. Sarà l'occasione per fare il punto sulla blue cips italiana più apprezzata, al termine di un anno d'oro che ha visto il cane a sei zampe nella parte alta della classifica per i rendimenti: solo le società russe, in circostanze eccezionali, hanno fatto meglio. Ma in futuro? Le «Big Oil», Bp in testa, stanno deludendo i grandi azionisti. Da settembre ad oggi per tre volte la società inglese ha dovuto correggere al ribasso le stime sulla produzione e i profitti. Non solo. Il colosso ha deciso di vendere campi petroliferi nel mare del Nord e nel golfo del Messico all'america Apache per 1,3 miliardi di dollari. E l'esempio sarà presto seguito da altre compagnie. Nonostante gli alti prezzi del greggio, sostenuti dalle tensioni che corrono da Caracas a Baghdad, le multinazionali del petrolio non riescono a replicare la stagione dei profitti d'oro. Colpa dei mancati investimenti nelle riserve e nella raffinazione. La nostra è una situazione ben diversa, potrà replicare Mincato. L'Eni ha un punto di forza nel settore gas, soprattutto dopo l'Opa Italgas. Le riserve Eni, rinnovate in questi anni, sono assai più redditizie di quelle delle big Oil (circostanza che vale per altre società europee di medie dimensioni). Anzi, secondo i calcoli degli analisti, il titolo italiano risulta a sconto di un buon 15-200Z) perché paga il prezzo di essere controllato dall'azionista pubblico, una circostanza che ai fondi Usa continua a non piacere. Ma l'Eni, secondo le tabelle elaborate da Morgan Stanley, può vantare un primato invidiabile: un dividend yield (che si ricava dal rapporto tra prezzo di Borsa e entità della cedola) superiore al 5nZo, il più alto nel mondo dell'industria petrolifera. Ma in Italia, obietta una parte del gestore, l'Eni ha un rivale temibile proprio nella scuderia del Tesoro. Il dividend yield dell'Enel è ancora più elevato. Non solo: sia Eni che Enel possono contare su un buy back (ovvero il piano di riacquisto di azioni proprie) che suona come ima polizza contro i ribassi eccessivi. E se l'Eni può contare sulla spinta del caro petrolio, l'Enel sta approfittando del miglioramento delle prospettive del settore Telecom, che hanno rilanciato le quotazioni della controllata Wind. Cosa scegliere, potrebbe chiedere un cassettista. L'Eni, ovvero la regina di Borsa degli ultimi 24 mesi? Oppure l'Enel, che finora ha messo in fila solo una desolante serie di false partenze? «Entrambi hanno caratteristiche difensive e una buona politica del dividendo - risponde Paolo Banfi di Banca Leonardo Enel grazie ad una cedola di 0,36 euro per azione assicura un rendimento del 6,70Zo. Eni, anche se riconosce un ritorno inferiore, attorno al 50Zo, ha il pregio di aver tenuto testa alla discesa del mercato. «In un'ottica speculativa - aggiunge Patrizio Battaglia di Bank Insiger de Beaufort - è meglio impostato l'Eni». A vantaggio di Mincato giocano anche i risultati raggiunti in questi anni. Ma i primi mesi della gestione di Paolo Scaroni all'Enel hanno suscitato più consensi che critiche. E c'è molta attesa per la presentazione dei dati, in programma a fine febbraio. Sull' Enel, però, pesa l'incognita di un possibile collocamento di una tranche del titolo in Borsa, elemento che frena le quotazioni (la prospettiva è assai meno inquietante per l'Eni di cui lo Stato ha soloil300Zo). Infine, c'è la variabile telefonica. «Sul fronte delle tic - sintetizza Massimo Trabattoni di Monte Paschi asset management - un eventuale spin off di Wind non creerebbe grande valore». Le tic, insomma, devono attendere. (BorsafrFinanza] ENI ED ENEL A CONFRONTÒ da dicembre 1999 a gennaio 2003

Persone citate: Massimo Trabattoni, Mincato, Morgan Stanley, Paolo Banfi, Paolo Scaroni, Patrizio Battaglia, Scaroni, Vittorio Mincato

Luoghi citati: Baghdad, Caracas, Italia, Messico, Usa