Alinghi umilia Oracle e va in finale «L'America's Cup finirà in Svizzera»

Alinghi umilia Oracle e va in finale «L'America's Cup finirà in Svizzera» AUCKLAND, ALVIA L'ULTIMA SFIDA Alinghi umilia Oracle e va in finale «L'America's Cup finirà in Svizzera» Festeggia il dream team e il! 5 febbraio si ricomincia. Cresce l'ostilità contro il «rinnegato» Coutts, lo skipper neozelandese assoldato da Bertarelli: «Il tuo paese viene prima dei soldi» Giovanni Cerruti Nel «Viaduct Basin» di Auckland, tre anni fa, c'erano la musica della banda Arbore, la «Luna Rossa» ballata dai neozelandesi, Patrizio Bertelli che saltava, Francesco De Angelis con le guance pittate di tricolore; e da quest'altra parte di mondo un'Italia televisiva e nottambula a celebrare i vincitori della Vuitton Cup, chi sfiderà i terribili neozelandesi per la Coppa vera, la Coppa America. C'è qualcosa di buffo nel raccontare che ieri, stesso posto e stesso sole al tramonto, c'erano i comi del Cantori dei Grigioni, i brindisi nel boccalino del Canton Ticino e i campanacci del Canton Uri che più Svizzera di montagna non si può? Per chi si accontenta la bandiera è (quasi) salva: italiano l'armatore Emesto Bertarelli, svizzero di Roma, Paperone della farmaceutica, e italiano Francesco Rapetti, ligure di Portofino, il «capitano», responsabile della barca in regata. E'Alinghi - o Alinghi, come tengono a mettere l'accento dalla Società nautica di Ginevra, il primo yacht club di acqua dolce che si mette questo trofeo in bacheca. Sei regate per schiantare gli americani di Oracle, un distacco di 2' 34" nell'ultima, pratica chiusa sul 5-1. Larry Ellison, il Peperonissimo di Oracle, l'ha presa davvero male. A fine settembre si era presentato così: «Ouello che voglio lo prendo, ora voglio la Coppa America e la prenderò». Torna a casa Larry e ancora un mese di passione Bertarelli. Il 15 febbraio si ricomincia, Alinghi contro Black Magic. Più che Svizzera contro Nuova Zelanda sarà una storia tutta loro: Russel Coutts e gli assi di Bertarelli sono nezelandesi, gli stessi che avevano difeso la Coppa nel 2000, 5-0 a Luna Rossa. Ora che ha cambiato bandiera (e banca) Coutts se la vedrà con Dean Barker, il suo allievo, lo skipper cresciuto con il poster del suo idolo appeso di fronte al letto. Ai neozelandesi la finale contro Alinghi piace poco: conoscono Coutts, l'hanno molto amato, ora altrettanto lo temono. «Bravi, complimenti. In questa Vuitton Cup siete stati i migliori, ma contro la nostra barca non vi andrà così bene. La Coppa America resterà in Nuova Zelanda!». John Banks, il sindaco di Auckland, con queste parole si è preso l'applauso più lungo e più forte. In «Viaduct Basin», quasi una piazza che dà sul mare, per Alinghi del rinnegato Coutts si sono levati parecchi «buuuh!». C'erano le bandiere nere con la scritta «Loyal», leale, che vuol marcare la differenza tra chi è rimasto e chi se n'è andato sotto un'altra bandiera, in un paese senza mare, con tante mucche, tante montagne e tante banche. «Il tuo paese prima dei soldi», è lo slogan dei «Black-hearc», i cuore nero, quelli che tifano contro Alinghi e Coutts. Avesse potuto scegliere l'avversario, il sindaco Banks non avrebbe voluto Alinghi, e non solo per la bravura di Coutts e del suo tattico Brad Butterworth. E' che i neozelandesi di Auckland rischiano una brutta figura, come minimo l'accusa di antisportività. «Nei bar non ci servono da bere, nei ristoranti ci dicono che non c'è posto, a scuola i nostri bambini vengono insultati», ha raccontato Emesto Bertarelli un mese fa. Era preoccupato, davvero preoccupato. Coutts ha la scorta. Non fosse stato per quella battuta del sindaco Banks ieri nessuno avrebbe pensato alle minacce, ai pericoli, ai «Black-heart». C'era da festeggiare, da brindare a birra e pazienza per lo sponsor che vorrebbe imporre champagne. Coutts aveva il bicchierone di birra anche in conferenza stampa e si è goduto Larry Ellison che ha promesso di tomare in Coppa America. Si è goduto di più Bertarelli, che ha voluto ricordare un suo cattivo pensiero: «Quando ho saputo che si era iscritto anche Ellison ho pensato "merda, allora sarà dura"». Lo pensava imbattibile, con un team di 14 nazionalità diverse l'ha stracciato. Questa Vuitton Cup andrà in alto. «Me la porto lassù sulle montagne, in cima al Cervino dice Bertarelli -. E' il mio marameo a tutti i preconcetti». Sulla Svizzera «paese senza acqua salata» e su se medesimo, che al debutto si e preso la Coppa come già Bertelli nel 2000 e Raul Cardini nel '92. La differenza è che Bertarelli non è solo il Paperone che si paga lo sfizio: è in barca come «navigatore», va in regata e soffre e fatica. Ora sul Cervino vorrebbe portarsi anche la Coppa America, «e so che sarebbe come se un keniota vincesse la discesa del Kitzbuehel». Paragone perfetto, proprio così. Battere Black Magic sarà al limite dell'impossibile. Una fase spettacolare della sfida fra gli svizzeri di Alinghi e gli statunitensi di Oracle