«Va bene anche la mini-clemenza» di Giacomo Galeazzi

«Va bene anche la mini-clemenza» PARLA UNO DEI PIÙ STRETTI COLLABORATORI DI GIOVANNI PAOLO li «Va bene anche la mini-clemenza» Il cardinale Laghi: dà speranza ai detenuti intervista Giacomo Galeazzi CinA'DEL VATICANO VA bene anche l'indultino: è comunque un segnale importante, dà speranza a tanti detenuti e dimostra come l'appello lanciato due mesi fa dal Papa a Montecitorio non sia caduto nel vuoto». Non ha dubbi sulla strada da imboccare il cardinale Pio Laghi, diplomatico di lungo corso e stretto collaboratore di Giovanni Paolo II per le questioni più spinose (tra le sue missioni, la recente mediazione da inviato speciale a Gerusalemme fra Sharon e Arafat). Il porporato di Curia promuove l'ipotesi che sta trasversalmente prendendo corpo nelle ultime ore fra le forze politiche, ossia una versione ridotta e circostanziata dell'indulto invocato da Karol Wojtyla, un «atto di clemenza collettiva» che preveda la sospensione degli ultimi due anni di pena detentiva per quanti non abbiano commesso reati gravi. Cardinale Laghi, a suo parere, l'indultino è un provvedimento sufficiente ad allentare la pressione sulle carceri? «Nell'attuale situazione di drammatico sovraffollamento degli istituti va senza dubbio apprezzata la scelta di rimettere in libertà molte persone cui mancano da scontare un paio d'anni di pena. Il Papa aveva chiesto un gesto di clemenza per i carcerati già durante l'Anno Santo. Da un po' di tempo, poi, è la stessa amministrazione penitenziaria a denunciare la gravità del feno¬ meno. Prima di valutare l'entità dell'intervento legislativo, perciò, mi sembra opportuno constatare con soddisfazione come le parole del Pontefice abbiano stavolta raggiunto effettivamente le coscienze dei parlamentari. Davanti alle camere riunite e alle più alte cariche dello Stato Giovanni Polo II ha opportunamente individuato la riduzione della pena per i detenuti come una chiara manifestazione di sensibilità volta a stimolarne il recupero». Un segno di clemenza attraverso una riduzione della pena, secondo il Papa, deve essere utile anche a ((Stimolare un impegno di personale recupero in vista di un positivo remserimento nella società». A Montecitorio, mentre formulava questo richiamo, Karol Wojtyla è stato interrotto dagli applausi della destra e della sinistra. Perché da quello storico 14 novembre ad oggi sono emerse tante difficolta? «Partiamo da un elemento-chiave: la detenzione non è la vendetta della società contro chi infrange le sue regole. A volte, evidentemente, in alcuni settori dell'emiciclo ha prevalso la finalità punitiva. Eppure, parafrasando il vecchio nome del dicastero, abbiamo a che fare con una questione di "grazia" e non solo di "giustizia". Senza conlare che l'indultino non vale per tutti, in quanto non si applicherebbe a chi ha commesso alcuni reati più gravi, dall'omicidio al sequestro, dall associazione di tipo mafioso a quella sovversiva e con finalità di terrorismo, dalla prostituzione minorile alla violenza sessuale. Non è un vero e proprio indulto poiché la legge non condona la pena, pur in una sola parte, bensì la sospende, quindi l'ex detenuto torna in carcere a scontarla qualora ricominci a delinquere. Nessun "colpo di spugna", perciò, ma un equo provvedimento in grado di ridare una luce a migliaia di disperati. Giovanni Paolo II ha messo sul tappeto uno scenario penoso, impossibile da ignorare ulteriormente. Pur in una forma ridotta, il gesto di clemenza che si sta profilando rappresenta una novità positiva poiché va proprio nella direzione indicata dal Papa. Mi viene in mente al riguardo la straziante lettera in cui i detenuti di San Vittore promettono al Pontefice di riparare al male fatto con nuovi progetti di vita, seri e responsabili. Un tema, questo, dimostratosi trasversale rispetto agli schieramenti politici. E non dimentichiamo l'allarme, rilanciato negli ultimi giorni, sui tempi lunghi nei tribunali: non è giustizia quella che arriva dopo anni di angosciosa attesa». Il fronte degli iiitransigenti, però, teme una sorta di clemenza generalizzata. Vede all'orizzonte un cedimento? «Nessuno vuol mettere in dubbio 0 principio della certezza della pena. L'indultino subordina la concessione dello sconto di due anni ad un comportamento integerrimo dal punto di vista giudiziario per il quinquennio successivo alla scarcerazione anticipata». L'appello del Papa, secondo alcuni, rappresenta un'interferenza. Qual è la sua opinione? «Nella logica evangelica del perdono, il Pontefice ha risposto al grido di dolore dei carcerati senza invadere il campo del Parlamento».

Persone citate: Arafat, Curia, Giovanni Paolo, Giovanni Paolo Ii, Giovanni Polo Ii, Karol Wojtyla, Pio Laghi

Luoghi citati: Gerusalemme