«Stop alla continua delegittimazione»
«Stop alla continua delegittimazione» «Stop alla continua delegittimazione» I magistrati torinesi, a differenza dei colleghi delle altre città e regioni, si sono presentati nuovamente in toga nera e, per metà, anche con il testo della Costituzione in mano, a rimarcare la propria indipendenza e fedeltà ai principi fondanti della Repubblica. Il loro presidente, Maurizio Laudi, ricompone nel suo intervento le differenze parlando di «pluralità di opinioni che sono la miglior smentita all'immagine del sol blocco» che parte all'attacco del potere politico. Il magistrato offre il dialogo, ma sottolinea come non sia praticabile se non si «abbandona la scelta di continua delegittimazione dell'azione giudiziaria». Raccoglie i primi applausi, quando rivolgendosi in particolare al guardasigilli Castelli, dopo averne ascoltato il messaggio, scandisce: «Il ministro dice di voler tutelare la nostra immagine, ma il modo non è di accusarci ripetutamente di faziosità». Aggiunge: «Suscita sconcerto sentir parlare di proposte nel segno della snellezza dei processi se poi le riforme vanno nella direzione opposta». Gli applausi scattano anche quando Laudi tocca i nervo scoperto del «conflitto di interesse» di chi sta in Parlamento e ha «processi in corso». Indica la legge Cirami come espressione di quegli interessi, in sintonia con il procuratore capo Marcello Maddalena e lo stesso Caselli. Chiude l'argomento riforme sul progetto di separazione delle carriere. Lo arpiona con il ricordo di Augusto Monti, storica e bella figura di intellettuale torinese, che in «Sanssossì», jarlando degli insegnamenti patemi, indica 'indipendenza della magistratura come condizione fondamentale della giustizia e del far giustizia. Ad ascoltarlo ci sono anche uno dei padri del movimento dei girotondini, l'economista Il procuratore aggiunto della procura torinese, Maurizio Laudi, cheèanche presidente della sezione piemontese dell'Anm Il presidente Anm piemontese «Essere qui alcuni in toga nera altri con la Costituzione in mano dimostra pluralità di opinioni» Paolo Sylos Labini, e molti cittadini «qualsiasi» (fuori, nel freddo, è stato issato uno striscione dal messaggio forte e chiaro «La giustizia è uguale per tutti»). Ed è di fronte a questa platea che Laudi riserva l'ultimo affondo a Forattini, «il famoso vignettista della Stampa che ar^ora una settimana fa ci ha riempito di insulti ritraendoci come un'accolita di scansafatiche». In corridoio una toga nera indica lo stile dell'ultima vignetta disegnata da Chiappori per l'Anm. Vi si vedono tre toghe che parlano del senso della giustizia del ministro Castelli e una chiosa: «L'ha così alto da averlo perso di vista». [a. g.] I MAGISTRATI
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