«Siamo ritornati all'emergenza corruzione»

«Siamo ritornati all'emergenza corruzione» TORINO E PROVINCIA Ba^—j 2m3 «Siamo ritornati all'emergenza corruzione» Caselli: dalle tecnologie l'unico ed efficace strumento investigativo Alberto Caino «La legge è uguale per tutti» è stato il leitmotiv di una cerimonia di inuagurazione dell'anno giudiziario sempre solenne nelle forme e nient'affatto rituale nelle parole. Il neo procuratore generale Gian Carlo Caselli ha aperto il varco nell'ampollosità della tradizione con la sua applauditissima relazione che ha alternato duri giudizi - accarezzati dai toni garbati - sull'idea di una giustizia dimezzata, che preservi gli interessi forti, anche se illegali, a una lettura dell'attività giudiziaria di ampio respiro sui reati di corruzione e in materia economica. ODASSO E GLI ALTRI. Parlando dell'inchiesta sull'ex direttore generale delle Molinette «e su altri 46 indagati». Caselli sottolinea che «è stata smascherata una vasta rete di complicità e collusioni, che sembrano riguardare un ampio tessuto amministrativo». E aggiunge: «Secondo la Procura di Torino, il quadro corruttivo che emerge non può non destare la massima preoccupazione». Il magistrato sottolinea come per questa e analoghe indagini sia stata decisiva la tecnologia (intercettazioni ambientali e telefoniche) divenuta «l'unico strumento investigativo in grado di far conseguire quei risultati di verità che restano pur sempre uno degli scopi del processo penale». EFFETTI PERVERSI. «La Procura di Torino - afferma Caselli - ha formulato osservazioni assi critiche sulle nuove normative in materia di diritto penale tributario, riforma del diritto penale societario, rientro dei capitali dall'estero. Tali critiche meritano sostanziale adesione, anche dove pongono in luce che, se la pressione fiscale fosse eccessiva, sarebbe su questo versante che il legislatore dovrebbe agire..., e non su quello penale, dove la sostanziale impunità per le evasioni finisce per avere effetti perversi». Le statistiche confermano: dai 1.168 procedimenti per reati fiscali del 1998 si è scesi a 115 nel 2002; i falsi in bilancio calano dai 55 del 2000 agli 11 dell'anno scorso. COGNE.L'orrenda fine del piccolo Samuele è evocata per le scelte del legale della madre in materia di indagini difensive: «C'è stata la pretesa di dimostrare la responsabilità di un'altra persona, che deve subire, senza nessuno dei diritti assicurati a chi è indagato dalla magistratura, il bombardamento (anche mediante compiacenti talk show tv) di una singolare figura di difensore-accusatore». VICINI Al CITTADINI. Caselli ha espresso «preoccupazione per le incertezze e i rischi che gravano pesantemente sulla nostra regione e su Torino. I complessi problemi Fiat producono costi sociali duri. A chi paga direttamente i prezzi più alti di questa difficile situazione esprimiamo convinta solidarietà, con l'augurio che si trovino soluzioni eque». Il tema della sensibilità sociale attraversa l'intera relazione, che ricorda le pene alternative, di riparazione sociale, che comminano i giudici di pace e la scelta della Procura di Ivrea di creare un servizio di asilo e ludoteca per i figli dei testimoni convocati. Passa per le indagini a tutela del consumatore («Un ricchissimo e artirrolato catalogo di interventi, dalle inchieste sugli incidenti in fabbrica a quelle sul doping e la salute»). E sottolinea la scelta di puntare, per i reati di «sicurezza urbana», ai processi per direttissima. Il magistrato ha anche ricordato le incertezze e i rischi legati alla crisi della Fiat, criticato le nuove norme di diritto penale tributario e la riforma del diritto societario CALA L'ARRETRATO. Sulla ragionevole durata dei processi Caselli riserva gli argomenti più critici alla politica riformatrice della maggioranza. La realtà è che, solo in fase di esecuzione della pena e per le sole domande di affidamento al servizio sociale dei condannati in libertà, a causa dell'eseguita di uomini e mezzi, corrono 18 mesi per arrivare a una decisione dei giudici. Da Strasburgo l'Europa del diritto bastona la flemma del sistema giudiziario italiano, ma indica la magistratura torinese come esempio positivo. Che, pur fra tante difficoltà strutturali, emergano segnali di chiara efficienza lo dicono ancora le cifre: l'arretrato delle cause civili è sceso in un anno del 17 per cento. I NUMERI DEL DISTRETTO TORINESE (Piemonte e.Va Ile d'Aosta) 19.77 I processi complessivamente celebrati nel 2002 nei tribunali (12.8S4 piueiii pendenti) I detenuti nelle carceri piemontesi ; ài 2 gennaio scorso (2758 stanno scontando una pena definitiva, mentre 1937 sono in custodia cautelare 4204 processi celebrati nel 2002 in Corte d'Appello (6355 quelli pendenti) I processi della corte d'Assise (6 i pendenti) I processi della corte d'Assise d'Appello (15 i pendenti) 175.974 I procedimenti contro noti jendenti presso e procure della Repubblica (128.878 quelli contro ignoti) 39.144 Le cause civili pendenti all'inizio del 2001 32.486 Quelle a fi ne giugno 2002 la percentuale di «erosione dell'arretrato» nelle cause civiii

Persone citate: Alberto Caino, Caselli, Gian Carlo Caselli

Luoghi citati: Aosta, Cogne, Europa, Piemonte, Strasburgo, Torino