La Cassazione non decide, Ambra lìbera

La Cassazione non decide, Ambra lìbera SONO SCADUTI I TERMINI DI DETENZIONE. SCONCERTO A CHIAVENNA La Cassazione non decide, Ambra lìbera Finisce in comunità una delle assassine di suor Maria Laura SONDRIO La Cassazione non ha deciso il suo destino e quindi Ambra è tornata libera, venerdì poco prima delle 21.. Ora è in una comunità non religiosa, in Lombardia. Ambra è una delle tre minorenni che la sera del 6 giugno 2000 uccisero con 19 coltellate suor Maria Laura Mainetti, 60 anni, madre superiora dell'Istituto Immacolata di Chiavenna, vicino a Sondrio. Fu un delitto che agghiacciò milioni d'italiani. La religiosa venne attirata con un pretesto in un vicolo poco illuminato, al parco archeologico Marmitte Giganti, e lì ammazzata. Di tutte le sorelle del convento, la superiora era quella che sbrigava le faccende più dure. Donne maltrattate, ragazze madri, tossicodipendenti. «Si dava molto da fare, capiva subito quale poteva essere la soluzione, bruciava della passione del regno di Dio», spiegò suor Beniamina, sua collaboratrice. La Mainetti era una suora moderna: niente velo - abolito trent'anni fa dalle Figlie della croce di Sant'Andrea Foumet - capelli corti a taglio maschile, abiti moderni, nessuna gonna a campana. Al suo funerale c'era tutta Chiavenna, migliaia di pedone in lacrime. Molte erano venute dai paesi vicini. Ambra in cella è divenuta maggiorenne. Ha lasciato il carcere minorile Ferrante Aporti di Torino per decorrenza dei tennini di custodia cautelare: non c'è ancora stato il giudizio definitivo in Cassazione. Il 4 aprile scorso i giudici della Corte d'appello della sezione minori di Milano (ribaltando la sentenza di primo grado che l'aveva prosciolta per totale vizio di mente al momento del fatto) avevano condannato Ambra a 12 anni e quattro mesi di reclusione, ritenendola sana di mente. L'omicdio venne commesso con la complicità di due amiche e coetanee, Milena e Veronica, condannate a otto anni di prigione, in primo grado, nel 2001. Mentre per MUena e Veronica non c'era stato ricorso - né da parte del pm ne della difesa - e quindi la sentenza era diventata definitiva, il legale di Ambra dopo la sentenza di secondo gradn aveva presentato un ricorso in Cassazione. La mancata decisione dei giudici della Suprema corte nell'arco dei nove mesi previsti dalla legge (la custodia cautelare è dimezzata per chi commette reati in minore età) ha fatto scadere, all'inizio di gennaio, i termini di detenzione. Per questo Ambra è stata liberata. Il padre della ragazza vive a Torino, adesso sarà lui a occuparsi del destino della figlia, ospitata in comunità proprio come accadde dopo il processo di primo grado. Intanto lo sconcerto è il sentimento che domina a Chiavenna. «Se le motivazioni che hanno portato in libertà Ambra sono quelle della decorrenza dei termini di custodia - dice il sindaco Teresa Tognetti - c'è da preoccuparsi: non è un segnale confortante sapere che la Cassazione ha rimesso in libertà un'assassina». Uno dei fratelli della suora uccisa aggiunge: «Non c'è giustizia, è una vergogna per l'Italia». [p.pol.l

Persone citate: Donne, Mainetti, Maria Laura Mainetti, Maria Laura Sondrio, Teresa Tognetti

Luoghi citati: Chiavenna, Italia, Lombardia, Milano, Sondrio, Torino