Cossiga: ora il governo pensi anche all'Europa

Cossiga: ora il governo pensi anche all'Europa IL SENATORE A VITA HA PRESENTATO UN'INTERPELLANZA Cossiga: ora il governo pensi anche all'Europa «Qual è la posizione italiana rispetto alla futura Costituzione? La Francia è per il governo degli Stati e la Germania per il governo dei popoli. Da noi il silenzio: l'opinione pubblica nulla ne sa» intervista Giovanni Cerniti MILANO ANCHE ieri mattina, nel suo albergo milanese, con il primo caffè ha ricevuto la rassegna stampa della Farnesina. «E' una vecchia abitudine, ma credo proprio di essere uno dei pochissimi». A Francesco Cossiga, più che il referendum sull'articolo 18, sembra interessino di più, molto di più, le prossime avventure di quella cosa chiamata Unione Europea. La politica italiana, dice, gli mette addosso «meraviglia e angoscia». Ha appena presentato un'interpellanza per sapere dal Governo se tra una devolution, una legge Cirami e un girotondo, ci sia mai qualcuno che si sta occupando di Costituzione europea. «Sui giornali europei è materia di dibattito quotidiano, mentre da noi ci sono soltanto vaghe tracce e l'opinione pubblica nulla ne sa». Turbamento numero uno, presidente Cossiga. «Si sta definendo la Costituzione di una Unione e di una Europa che va da Varsavia a Helsinki ad Atene, e un domani ad Istanbul, senza che in Italia se ne parli». C'è Giuliano Amato, però. Francesco Cossiga il vice presidente della Convenzione incaricata della Costituzione. «Ha esperienza tecnica e politica, ma povero Amato, è solo. Nessuno che gli dia indicazioni». Nella Convenzione ci sono anche Fini e Follini. «Sono due politici intelligenti, ma non basta quella dote per sapere cosa significhi la norma A o quella B, e in ogni caso non possiamo pensare che siano loro due a decidere per l'Italia. Turbamento numero due. «In Francia e in Germania si j^jjjljflj In questi tempi "™ ci azzuffiamo su temi come polizia locale e devolution e dimentichiamo che la prossima Carta europea sarà un trattato internazionale. Nel giorno in cui verrà firmato non lo potremo respingere 99 confrontano due idee, la Francia per il governo degli Stati e la Germania per il governo dei popoli. Da noi il silenzio». Parli lei, allora. Che ne pensa? «Sono presuntuoso, ma non così tanto. Non è questione da teorie e intellettualismi. E' una questione che deve riguardare tutti i cittadini; come combinare, nell'Unione Europea, Stati e popoli. Dev'essere il Parlamento a discutere e decidere, ma finora non l'ha fatto». Motivo, secondo lei che frequenta? «Provincialismo, credo. Un pro¬ Valéry Giscard d'Estaing, presidente della Convenzione europea, con Romano Prodi, presidente della Commissione De vincialismo che getta una luce negativa sulla nostra adesione all'idea di Europa». Non lo dica a Prodi e Ciampi. «Vincessi 500 milioni di euro al lotto sarei contrario all'abolizione delle lotterie». Che c'entra? «Prodi e Ciampi, sull'Europa, hanno vinto la lotteria delle loro Presidenze». Solo provincialismo? «Capisco che non sia una materia semplice, e che in tv si ottenga più audience con le tettine. Comprendo che il momento non è dei migliori e. anche se non me lo auguro, in Parlamento ci sarà da discutere della guerra all'Iraq e dell'uso delle nostre basi militari e del nostro spazio aereo, però dal giornale che è della città che è stata la prima capitale italiana vorrei ricordare che dobbiamo discutere prima di quel che saremo domani. Dobbiamo elaborare una proposta italiana». A sentir lei non è che in Parlamento ce ne sia una gran voglia. «Le sensibilità non mancano. Penso a D'Alema, Umberto Ranieri, Franco Debenedetti, Enrico Letta, Dini, Fini, Emilio Co¬ lombo, Casini e D'Onofrio e purtroppo temo se ne interesserà anche Buttiglione...». La Convenzione sembra orientata verso una doppia Presidenza dell'Unione Europea, lei è favorevole? «Sarebbe una situazione di compromesso con un doppio potere di veto. Con il rischio di due istituzioni in conflitto tra loro perché emanazione di due livelli di governo». L'alternativa? «Sarebbe diverso se il Presidente dell'Unione fosse espressione dei capi di Stato e di governo e designasse il Presidente esecuti- Ife^ii L'esecutivo deve Ww venire in aula per un vero dibattito Ma un mio disegno di legge costituzionale prevede che l'ultima parola non spetti al Parlamento, bensì al popolo, che si esprima ffktà col referendum 77 vo approvato dal Parlamento europeo». Federazione o Confederazione di Stati? «Non credo a una federazione, perché nasce da una cultura come quella tedesca o. da una rivoluzione come quella americana. E poi perché a differenza degli americani, che sono prima americani e poi del Texas, per due o tre secoli noi europei saremo prima scozzesi o portoghesi o sardi» Confederazione dunque. «Mi tengo fermo agli Stati nazionali. Non dimentico che attorno agli Stati nazionali si sono creati regimi democratici e di libertà». Ammetterà che è materia per specialisti. «Noi ci azzuffiamo sulla polizia locale e la devolution e ci dimentichiamo che la Costituzione europea sarà un trattato internazionale. Nel giorno in cui sarà firmato non lo potremo respingere. Se non rispondono alla mia interpellanza presenterò una mozione che vincola il governo a venire in aula. Un mio disegno di legge costituzionale prevede che l'ultima parola non spetti al Parlamento, ma al popolo, con voto e referendum». I rischi? «Che nascano meccanismi che non funzionano. E che i cittadini non sappiano, e dunque non siano in grado di capire».