«Lo Stato canaglia siamo noi»: sfila l'America del no

«Lo Stato canaglia siamo noi»: sfila l'America del no CORTEI NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI MARTIN LUTHER KING, MANIFESTAZIONI IN ALTRI 31 PAESI «Lo Stato canaglia siamo noi»: sfila l'America del no Blix: l'Iraq non collabora abbastanza, se cooperasse finiremmo in fretta Il capo degli ispettori Hans Blix arriva oggi a Baghdad ammonendo Saddam Hussein a fornire una «genuina cooperazione» se vuole evitare la guerra, mentre ieri in trentadue nazioni si sono svolte manifestazioni pacifiste, dominate dalla contestazione nei confronti del presidente americano George Bush. Blix si è rivolto all'Iraq da Nicosia, dove ha pernottato sulla via di Baghdad assieme al direttore dell'Agenzia per l'energia atomica, Mohammed El Baradei; «Le 12 ogive chimiche vuote ritrovate costituiscono una omissione perché non vennero incluse nella dichiarazione del 7 dicembre - ha detto - finora l'Iraq ci ha consentito accesso ai siti sospetti, ma nella sostanza la cooperazione è stata insufficiente». Se Blix nel rapporto del 27 gennaio al Consiglio di Sicurezza dovesse confermare la «cooperazione insufficiente» sarebbe il via libera all'attacco. «Non siamo vicini a un'intesa perché nella dichiarazione irachena ci sono troppe lacune - ha terminato -, ma se collaborassero potremo finire il fretta il lavoro». Da Baghdad non è giunta alcuna replica, in attesa dei colloqui. La tensione Onu-Iraq ha coinciso con una giornata di manifestazioni contro la guerra in numerosi Paesi. A Washington oltre ventimila persone - secondo la polizia - hanno sfidato una temperatura di -6 gradi raccogliendo l'invito di «Answer International». Il raduno si è svolto sul verde Mail di fronte al Congresso, dove si sono alternati personaggi dello spettacolo come Jessica Lange e Ron Kovic e della politica come l'ex ministro della Giustizia Ramsey Clark, Jesse Jackson, il reverndo Al Sharpton e l'ex deputata Cynthia McKinney, punita dagli elettori per aver votato contro la guerra in Afghanistan. Cantando «No war on Iraq», i manifestanti innalzavano cartelli con scritte come «Niente sangue per il petrolio», «Disarmiamo Bush», «Gesù non li bombarderebbe», «L'America è una nazione canaglia» e «La pace non la guerra è un atto patriottico». Il corteo si è poi diretto verso un'installazione della Us Navy a Sud della città, chiedendo «ispezioni sulle armi di distruzione di massa». «Quella che vedete qui è una nuova generazione di attivisti ha detto Peta Lindsay di International Answer - ed è solo l'inizio, fermeremo la guerra». «In Iraq ci sono gli ispettori dell'Onu ma qui di fronte al Campidoglio oggi siamo noi gli ispettori morali», sono state le parole di Al Sharpton. «Ciò che conta è dimostrare all'Europa che siamo contrari, cosi loro diranno "no" a Bush», ha detto May Paddock, 60 anni, giunto da Copake, New York, rappresentando uno stato d'animo diffuso. La coincidenza con il weekend in cui si ricorda la morte di Martin Luther King ha moltiplicato le manifestazioni; dal Colorado al Maine, da Chicago a Tampa fino a San Francisco, dove l'attore Martin Sheen ha raccolto oltre 50 mila adesioni, chiedendo di «incominciare da Washington a cambiare i regimi». Il no alla guerra è arrivato anche da un gruppo di uomini d'affari repubblicani, che ha acquistato una pagina di pubblicità sul «Wall Street Journal». Un sondaggio di Newsweek attesta che la popolarità di Bush è in flessione, sotto il 600Zo, è che il 630Zo è a favore della guerra ma a patto che venga autorizzata dall'Onu. In coincidenza con la maggiore mobilitazione anti-guerra in Iraq finora avutasi negli Stati Uniti vi sono state analoghe proteste in altri Paesi: cortei per le strade delle maggiori città francesi, a Tokyo in cinquemila A Washington ventimila in piazza malgrado il gelo A San Francisco erano 50 mila, l'attore Martin Sheen: incominciamo di qui a cambiare regime hanno sfilato con fiori infilati in pistole giocattolo, a Labore alcune centinaia di pachistani hanno assediato il consolato americano e una scena simile si è ripetuta a Christchurch, in Nuova Zelanda. Anche in Italia i manifestanti sono scesi in piazza a Bologna, a Napoli e a Firenze, dove è stata creata una «catena umana». A Mosca, invece, circa duecento persone sono arrivate di fronte alla sede dell' ambasciata Usa indossando una maglietta con la scritta «Global CannibaI». La manifestazione anti-guerra più imponente si è svolta nelle strade di Damasco, dove diverse decine di migliaia di siriani hanno innalzato ritratti di Bashar el Assad proclamando «lode all'amato Saddam» e invocando «nuovi attacchi contro Tel Aviv» come quelli lanciati nel 1991 con trentanove missili Scud. Manifestazione contro la guerra organizzata a Washington dal movimento pacifista. E davanti a Capitol Hill si vendono maschere di cartapesta con le fattezze del guerrafondaio presidente Bush