Bossi: per i sindaci serve il terzo mandato

Bossi: per i sindaci serve il terzo mandato SOLO CON UNA NUOVA LEGGE GENTILIN1 SI POTRÀ' CANDIDARE A TREVISO Bossi: per i sindaci serve il terzo mandato «Sulle candidature alle amministrative ho parlato con Berlusconi Nella maggioranza non c'è problema: da soli per il primo turno» «Tra una settimana il progetto della Consulta eletta dalle Regioni» colloquio Gigi Padovani inviato a NOVARA DISCO verde dalla Lega per un premier forte con il potere di sciogliere le Camere (modello più israeliano che inglese), purché il federalismo avanzi. «Siamo al dunque», ricorda Umberto Bossi, e detta per «l'anno delle riforme», il 2003, una fitta agenda di impegni: «entro una settimana presenterò il progetto per i giudici costituzionali eletti dalle Regioni», poi verranno il federalismo fiscale - perché «una parte del reddito deve rimanere al Nord, gigante economico ma nano politico» - e infine il Senato federale (con i tre coordinamenti territoriali già annunciati, cioè Nord, Centro e Sud) per affrontare le materie concorrenti non «devolute». Il senatur ha deciso di scaldare il cuore dei suoi con una serie di fiaccolate in tutta la Padania «per le riforme» e l'altra sera a Novara (a notte tarda, dato che Bossi è «planato» sulla platea dell'Auditorium alle 23, dopo il Consiglio dei ministri) c'è stata la seconda tappa della «campagna d'inverno» del Carroccio («faremo 150 manifestazioni»). Qn occhio alla devolution e uno alla scadenza elettorale di primavera, con tante amministrazioni del Nord coinvolte, dalla Regione Friuli Venezia Giulia ai sindaci di Brescia, Vicenza, Treviso e Udine. Venerdì sera a Roma, dopo il Consiglio dei ministri, si è tenuto a Palazzo Chigi un primo vertice informale della Casa delle Libertà sulle riforme. In realtà era stato «sconvocato» almeno in modo ufficiale dal Cavaliere per la contemporaneità con fiaccolata che Bossi aveva promesso al suo segretario piemontese, Roberto Gota, nella roccaforte leghista del Nord Ovest. Ma l'assenza dì Bossi (sostituito da Calderoli) non può essere intepretata come uno «strappo» per alzare il prezzo sulle amministrative: i due [eader avevano già parlato anche della decisione leghista di candidare sindaci di bandiera al primo turno nei centri sopra i 15 mila abitanti. Domani sera, nella consueta cena di Arcore, se ne riparlerà. «Il clima nel govemo è allegro», dice ai giornalisti - che pure apostrofa come «fracassoni ignoranti» - un Bossi in gran forma quello appena arrivato a Novara. Più tardi, davanti ad un piatto dì «polenta e tapulom (stufato d'asino) all'Osteria Porretti, ai suoi il segretario ha spiegato come andrà a finire. Forza Italia potrebbe rinunciare a candidare, come governatore della Regione Friuli, l'azzurro uscente, Renzo Tondo, per aprire la strada alla sua vice leghista, Alessandra Guerra. «Contro quello del caffè, Illy, solo lei vince», sentenzia il senatùr. Il plenipotenziario forzista per il voto, Scajola, ci sta pensando seriamente. C'è però un altro problema: a Treviso il sindaco «sceriffo» Giancarlo Gentilini, 73 anni, amatissimo dal popolo padano, è al suo secondo mandato e non potrebbe ripresentarsi. Bossi l'ha ribadito ai suoi nei giorni scorsi: per i sindaci ci serve il via libera al terzo mandato. Così il Carroccio lavora a una leggina da varare prima del voto, una richiesta che anche il forzista Osvaldo Napoli ha più volte lanciato dalla tribuna dell'Anci, sapendo che la riforma piace all'Ulivo. Ma il ministro delle Riforme ha già affrontato con Berlusconi anche un altro problema: 0 ponte di Messina. «Sai, Silvio - gli ha detto non sono contrario ad una grande opera per il Sud. Ma è un problema di immagine, dobbiamo fare qualcosa anche per il Nord. Anzi, per Milano». Bossi punta sui trasporti: non solo i trafori verso l'Europa, ma un progetto di navigabilità dei Navigli verso Pavia (di cui si parla da anni). Il che starebbe a significare un ritomo agli antichi porti di chiatte che fanno tanto vecchia Milano, ma anche im colossale investimento. Per impedire che «la politica distragga ciò che il lavoro produ- ^^ I magistrati ™" di Mani Pulite volevano soltanto apparire ma non hanno cambiato nulla Craxi? Erano peggio i governi di sinistra Anche noi abbiamo un po' ucciso Bettino... w Il segretario della Lega all'arrivo nell'Auditorium di Novara; da un organo in sala si sono levate le note di «Va' pensiero» ce», ha detto Bossi nel comizio, si devono lasciare più soldi alla Padania, così come si deve finalmente varare la Rai federalista. «Nella devolution ho messo apposta la sanità, che assorbe l'SO per cento dei bilanci regionali, affinché il ministro Tremonti sia costretto a varare il federalismo fiscale: ricostruiremo il sistema di tassazione dando il potere impositivo al Nord». E' in gioco la differenza tra «regionalismo e federalismo», secondo il ministro: nel primo caso è «delega dal centro, rimane la catena al collo del centralismo», nel secondo caso ci sono «poteri trasferiti». Con la devolution «il cane almeno diventa libero di correre in un recinto, quello della Costituzione», mentre la «Consulta non sarà più il mastino del centralismo». In attesa delle notizie dalle aule giudiziarie di ieri mattina. Bossi ricostruisce gli anni terribili di Mani pulite. «Castelli farà vedere che ha gli attributi, andando a Palazzo di Giustizia di Milano», annuncia ai suoi. E poi rievoca: «Quei giudici, come si chiama, "De Petrus"... volevano cambiare il paese ma non cambiarono niente. Finirono soltanto in tv. In genere i magistrati lavorano pochissimo e vogliono solo apparire». Arriva anche un commento su Craxi, il nemico nu- mero uno della Lega. ((Altro che Bettino, i governi di sinistra hanno fatto peggio, lasciando lavorare i "raider" sulle privatizzazioni». Il leader del Carroccio dal palco allude ad affari di Enel («volevano comprare una centrale atomica» nell'Europa dell'Est), di Telecom (per «un portale Internet in Brasile, dove non ci sono computer»), alle scalate di Colaninno grazie ad un «nocciolino» di controllo troppo limitato. Poi, a tavola, prima di rientrare a Gemonio, lascia un pensiero che suona come una riabilitazione del premier socialista, in sintonia con ie cerimonie di Hammamet: «Non so, forse Craxi l'abbiamo ucciso anche noi...». E' tardi: il sindaco leghista di Novara Massimo Giordano, eletto un anno fa, squadra il ministro con aria interrogativa. Rosi Mauro, segretario del Sinpa annuisce: «Fu un buon presidente del Consiglio». Nessuno dei «duri e puri» in camicia verde, ai tavoli più in là, sta a sentire.