La crisi irachena gela le Borse da Wall Street all'Europa di Francesco Bullo

La crisi irachena gela le Borse da Wall Street all'Europa La crisi irachena gela le Borse da Wall Street all'Europa I dollaro cede ancora,, benzina ai massimi cttwWl ilil II —i^MiW'i|i»ll.i.,Wi-V^.^^ 1-1,01 1-1,28 —I . .FlùKZ- Francesco Bullo I timori crescenti per un conflitto in Iraq che sembra sempre più vicino e le deludenti notizie provenienti da Ibm, Microsoft e Advanced Micro Devices si sono aggiunte ieri ad alcuni dati macroeconomici provenienti da Oltre Atlantico (indice sulla fiducia dei consumatori, bilancia commerciale, produzione industriale). Questo cocktail, che non inducono certo l'ottimismo sulla ripresa della locomotiva Usa, ha trascinato al ribasso Wall Street innescando un effetto a catena che ha pesantemente penalizzato le Borse del Vecchio Continente. Così Parigi ha perso il 2,707o, Londra ri,580Zo, ed Amsterdam il 3,4507o, mentre a Milano l'indice Mibtel è arretrato del 2,970Zo ed il Numtel ha sfiorato il -507o. Ed ancora Zurigo ha lasciato sul parterre l'I ,57iyo e Francoforte, maglia nera, ha terminato con un calo del 4,4307o. Complessivamente sui mercati borsistici europei ieri sono stati briciati 110 mi lardi di euro di capitalizzazione. Insomma, fedele a un copione che va'ripetendosi da mesi, anche in occasione della tornata di cifre di ieri, non si fa in tempo a metabolizzare una notizia positiva dal fronte statunitense (come quella di venerdì sui sussidi di disoccupazione in calo) che puntuale ne arrivano altre decisamente deludenti. Vediamoli nel dettaglio. A dicembre negli Stati Uniti la produzione industriale è diminuita dello 0,207o, dopo un progresso dello 0,107o registrato a novembre. Lo ha reso noto la Federai Reserve, aggiungendo che la capacità produttiva risultava in calo a 75,407o da 75,607o, il livello più basso da marzo 2002, quando scese a 75,307o. Escludendo il settore automobilistico (auto e parti di ricambio) la produzione industriale è cresciuta dello 0,207o, contro un calo dello 0,207o a novembre. L'anno scorso la produzione industriale ha registrato ima flessione dello 0,607o, contro -3,507o dell'anno precedente, mentre la capacità produttiva è scesa dal 77,307o al 75,607o. I due dati sono risultati inferiori alle aspettative degli analisti che prevedevano per la produzione industriale un rialzo dello 0,307o e per la capacità produttiva un aumento a 75,807o. La Fed ha poi precisato che la produzione del settore automobilistico ha segnato a PESANO I TIMORI DI UN CONFLITTO, GLI INDICI USA SU FIDUCIA E PRODUZIONE INDUSTRIALE OLTRE AD ALCUNE TRIMESTRALI. FRANCOFORTE MAGLIA NERA (-4,4307o) sotto quota 118 (a 117,75) sullo yen. L'oro, invece, è schizza ai massimi degli ultimi sei anni proprio sui timori di un aggravarsi della crisi con l'Iraq. Sulla piazza londinese il metallo, classico bene rifugio in momenti di crisi, ha toccato infatti quota 358,85 dollari l'oncia, in rialzo di 3,55 dollari (H- l07o) rispetto al giorno precedente. Si tratta del livello più alto dal marzo 1997. Nell'ultimo anno il rialzo dell' oro si attesta al 2507o. In fibrillazione su tutti i mercati anche il petrolio che nelle ultime settimane ha raggiunto, progressivamente, quotazioni sempre più alte fino a sfiorare ieri i 34 dollari a New York (il massimo da oltre due anni) per poi ripiegare leggermente. dicembre ima flessione del 4,707o. In diminuzione anche la produzione manifatturiera (-0,207o da +0, l07o di novembre) e la relativa capacità produttiva. Per quanto riguarda infine la fiducia dei consumatori, nella prima metà di gennaio è calata a 83,7, dair86,7 di fine dicembre. Il dato, diffuso dall'Università del Michigan, è peggiore delle previsioni di Wall Street, che si attendeva un calo limitato a 86,4. E proprio da Wall Street sono arrivati altri segnali sulle «blue chips». In particolare, Ibm ha dichiarato che gli utili trimestrali caleranno per il sesto trimestre consecutivo; Microsoft ha riferito che le entrate del trimestre attuale e dell'anno fiscale saranno inferiori alle aspettative del mercato ed ha aggiunto che non prevede una significativa ripresa della spesa mondiale nell'winformation technology» nel breve periodo; infine, Amd ha annunciato un taglio degli investimenti. Una doccia scozzese che ha gelato il Nasdaq e il Dow Jones (hanno poi chiuso la seduta con un calo rispettivamente del 3,34 e dell'I,2807o). In questo quadro si chiude una settimana nera per il dollaro che lo vede in ginocchio: la moneta unica è arrivata infatti a toccare, nella giornata di ieri, il nuovo massimo dall'ottobre 1999 a quota 1,0677 dollari. L'euro ha poi ripiegato nel finale della seduta, chiudendo sui mercati europei a 1,0566 dollari. Il biglietto verde è sceso anche ai minimi da 4 anni sul franco svizzero a 1,3680 ed è