Europa in ordine sparso ma lungo la stessa linea di Cesare Martinetti

Europa in ordine sparso ma lungo la stessa linea Europa in ordine sparso ma lungo la stessa linea i Il capo degli ispettori Hans Blix visita Chirac che rimette ogni giudizio al Consiglio di Sicurezza, poi va da Blair che assicura «forte sostegno» agli uomini dell'Onu. Per Schroeder ci vuole la seconda risoluzione Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI «Siamo in una situazione molto tesa», dice di prima mattina Hans Blix nel cortile dell'Eliseo. Da Baghdad gli hanno appena raccontato della manifestazione contro gli ispettori. Eppure il capo della mission0 Onu intende trasmettere a Saddam Hussein un messaggio disteso: cNon abbiamo nessuna intenzione di umiliare o insultare l'Iraq». Anche a proposito delle dodici ogive ritrovate l'altra sera, Blix è prudente. Spiega che bisogna verificare se siano state o no dichiarate nel rapporto di 11 mila pagine inviato all'Onu da Baghdad. Però, ha aggiunto, «Saddam deve collaborare di più». Ed è questo il tono che si ripete, al mattino a Parigi, nel pomeriggio a Londra, mentre Jacques Chirac approfitta dell'incontro con Blix e con Mohamed El Baradei, direttore dell'Agenzia intemazionale per l'energia atomica, per rilanciare lo slogan con cui la Francia è entrata in questa querelle internazionale: «Tocca soltanto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu giudicare il rapporto degli ispettori a Baghdad. Di conseguenza, se questo o quel Paese prenderanno decisioni che non sono conformi al giudizio del Consiglio di Sicurezza si tratterà di una contravvenzione alle regole del diritto internazionale». E si troverà contro la Francia. Avvertimento - va da sé - rivolto al presidente Bush. No ad azioni preventive, no ad azioni unilaterali. Chirac, dunque, non cambia posizione. A Berlino il cancelliere Gerhard Schroeder nemmeno. I due, martedì sera, alla fine della cena in cui avevano siglato il patto franco-tedesco sulle future istituzioni europee, avevano anche riaffermato solennemente di avere una linea comune sulla vicenda irachena. Di suo il cancelliere ha aggiunto ieri che sarebbe molto «augurabile» che Saddam Hussein uscisse dalla scena politica, magari andando in esilio: «Nessuno di noi si augura che resti al potere, anche se oggi la priorità è il disarmo dell'Iraq». Schroeder ha poi precisato- per intero la posizione tedesca che nelle ultime ore era apparsa un po' confusa per le dichiarazioni dell' ambasciatore all'Onu Guenter Pleuger («Non è necessaria una seconda risoluzione») e del ministro della Difesa. Invece, ha detto il cancelliere, per un eventuale intervento armato ci vorrà una seconda risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. E ha ripetuto che in ogni caso nessun soldato tedesco parteciperà ad azioni. (Da questo punto di vista la posizione francese in realtà è diversa, perchè l'Armée deve tenersi pronta a partire, come ha detto Chirac la settimana scorsa). Schroeder ha poi dovuto tamponare la gaffe del ministro della Difesa Peter Struck, socialdemocratico, che si era spinto oltre, dicendo che «non era più immaginabile un voto tedesco favorevole all'azione annata». Ieri Struck è stato smentito ufficialmente dal portavoce del jovemo: «Parlava a titolo personale». Il che vuol dire che Berlino sa di correre sul filo nelle relazioni con gli Stati Uniti. E non è certo il caso di anticipare posizioni che al momento non sono state decise, anche perché i tedeschi avranno la responsabilità del turno di presidenza al Consiglio di sicurezza nel mese di febbraio. Blix e El Baradei sono rimasti un'ora a colloquio con Chirac facendo sostanzialmente capire che ben difficilmente la missione dei tecnici sarà in grado di fornire un dossier completo all'Onu nell'appuntamento del prossimo 27 genna- io. «Gli ispettori hanno bisogno di più tempo», ha detto Chirac, affermando ancora una volta che la «guerra è la peggiore delle soluzioni» e che in occasione delle precedenti ispezioni concluse nel 1998 era stato possibile scoprire e disinnescare più armi di distruzione di massa di quanto non si fosse riusciti a fare durante la guerra del Golfo. Ma lo stesso Chirac è stato duro con Saddam: «Tocca all'Iraq dare testimonianze indiscutibili di una cooperazione attiva». Hans Blix ha aggiunto: «Noi non li accusiamo di possedere armi, ma dobbiamo essere sicuri che siano state tutte distrutte. Non vorremmo che gli iracheni giocassero al gatto e al topo. Al momento collaborano sulle procedure, ma non sia-. mo sicuri che le armi non siano state nascoste sotto terra o su unità mobili». El Baradei è stato il Il responsabile degli ispettori dell'Onu, Hans Blix, durante l'incontro di ieri all'Eliseo con il presidente francese Jacques Chirac più esplicito: «Se collaborano,.ci saranno conseguenze positive; se non collaborano le conseguenze non saranno affatto gradevoli». Nel pomeriggio Blix è stato rice- vuto dal primo ministro britannico Tony Blair, ma la musica non è cambiata. Londra assicura il suo «forte sostegno» al lavoro degli ispeuori e insieme invita Saddam ad approfittare della loro presenza per consegnare le armi di distruzio¬ ne di massa di cui ancora dispone. Il premier dice di aspettare co* fiducia il rapporto,all'Onu.del 2.7 gennaio. Il'suo portavoce ha agr giuntò che «bisogna essere pàzien1 ti». Nemmeno le ogive trovate l'altra sera hanno troppo riscaldato gli inglesi: «Scoperta seria e preoccupante, tuttavia bisogna fare un passo per volta». Sembra quasi che, in ordine sparso, l'Europa cammini lungo la stessa linea. CAUTELA E FIDUCIA AGLI OSSERVATORI DOPO LA SCOPERTA DELLE OGIVE