Bufera nei Ds per l'indulto, si dimette Bonito

Bufera nei Ds per l'indulto, si dimette Bonito Bufera nei Ds per l'indulto, si dimette Bonito Violante: proporremo emendamenti per annullare il beneficio ai mafiosi ROMA Martedì si riunirà l'ufficio di presidenza del gruppo dei Ds per decidere se accogliere o meno le dimissioni di Francesco Bonito da capogruppo Ds nella commissione Giustizia. Le polemiche, la decisione ifficiale dei Ds di rimediare air«errore» dell'approvazione in commissione Giustizia, anche con i voti della Guercia, dell'emendamento che estendeva l'indulto all'associazione mafiosa ha portato, ieri mattina, Bonito a presentare le sue dimissioni. Ha scritto una lettera al presidente del gruppo, Luciano Violante: «Ho commesso un grave errore, favorendo come capogruppo, l'approvazione di quell'emendamento. La lettura dei giornali di oggi ha reso evidente che quel voto sta cagionando al nostro partito un danno grave. Credo di aver deluso la fiducia che i miei compagni hanno riposto in me. Sono profondamente mortificato dell'accaduto e reputo cosa giusta mettere a disposizione l'incarico». E Violante l'ha resa pubblica, riconfermando «la stima e la fiducia» nei suoi confronti: «Caro Franco - gli ha risposto il presidente dei Ds alla Camera -, come tu stesso riconosci è stato commesso un grave errore. E' un segno ulteriore del tuo senso di responsabilità che è stato sempre accompagnato dalle competenze specialistiche e dall'equilibrio poUtico». Naturalmente, la vicenda Bonito è diventata il pretesto della maggioranza per polemizzare con l'opposizione. Sandro Bondi, portavoce di Forza Italia: «La sinistra si trova in un momento di estrema confusione. Prima votano un emendamento che considerano giusto e necessario sul piano del diritto e poi se ne pentono, dando la colpa ad un errore dei loro rappresentanti». Per Bondi, visto che non vi sono le condizioni politiche perché l'indulto raggiunga il quorum dei due terzi, a questo punto è megho «accontentarsi» di far approvare l'indultino. Una soluzione che accetta anche Luciano Violante, «a condizione che il testo sia fortemente corretto perché così com'è rischia di dare adito a ingiustizie profonde». E mentre, a partire da martedì, la Camera riprenderà l'esame dell'indulto (in commissione) e dell'indultino (in aula), il dibattito politico si incentra sulla possibilità di estendere l'indulto anche ai mafiosi (non ai boss). Sono arrivati una cascata di impegni solenni per impedire che i mafiosi possano beneficiare dell'indulto dal presidente dell'Antimafia, Roberto Centaro, al ministro per le Regioni, Enrico La Loggia, dal senatore Carlo Vizzini al capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia, Luigi Vitali (assente l'altra sera). E anche da diversi esponenti dei Ds, come Beppe Lumia. Ouando l'ex magistrato, Francesco Bonito, era rientrato nella sua Cerignola, l'altra sera, era ignaro di quello che si stava scatenando a Roma. Finalmente raggiunto al telefono, aveva ascoltato annichihto le reazioni di Giuseppe Fanfani, Margherita, suo «alleato», che aveva bollato come «vergognosa» l'approvazione dell'emendamento sull'indulto ai mafiosi. ((Abbiamo lavorato - si era sfogato Bonito - per accelerare i tempi, per portare quanto prima il testo in aula. Abbiamo fatto fare tre passi avanti molto importanti all'indulto ed ecco il risultato. Fanfani sostiene che gli era stato garantito che la commissione non si sarebbe riunita? Dice una falsità: era presente quando abbiamo deciso di riconvocare la commissione per le 17. Lui aveva fatto notare che aveva il treno alle 17,40. Chissà a questo punto come andrà a finire». Si deve essere sveghato presto, Francesco Bonito, ieri mattina. Una corsa dal giornalaio: i titoli, gli articoli e il mondo gli deve essere crollato addosso. Da qui la decisione delle dimissioni, per il «bene del partito». La sua è stata una giornata amara, alleviata però da moltissimi attestati di solidarietà. Decine di telefonate di «compagni», colleghi che chiedono che le sue dimissioni vengano respinte. «Nonno» Franco ammette: «Che madornale errore. Il capogruppo ero io e dovevo fare una valutazione più attenta. Questo è indiscutibile. Dovevo comprendere che rispetto alla valutazione tecnica dovevo fare una valutazione politica. Per tenere compatto il gruppo ho fatto un errore, lo riconosco. Non ho valutato la possibihtà d'impatto di quel voto». E già, l'indulto e l'indultino dividono trasversalmente gli schieramenti. Il diessino, anche lui ex magistrato, Giovanni Kessler, proprio in commissione Giustizia ha presentato diversi emendamenti perché, accanto alle restrizioni, fossero eliminate tutte le esclusioni: «L'indultino - dice Kessler - è un indulto mascherato. Si sta consumando la truffa delle etichette, siamo alla fiera della ipocrisia. Tra un anno, quando la Corte Costituzionale riterrà incostituzionale l'indultino, cosa accadrà ai diecimila detenuti che ne avranno beneficiato?», [g. ru.] Il capogruppo della Quercia in commissione Giustizia: «Ho commesso un grave errore favorendo l'approvazione di quel testo» Per Forza Italia è la prova che la sinistra si trova in un momento di «estrema confusione»: «Prima votano sul piano del diritto, poi se ne pentono dando la colpa a uno sbaglio»

Luoghi citati: Bonito, Cerignola, Roma