Fatture false, presi 4 imprenditori di Gianni Giacomino
Fatture false, presi 4 imprenditori NELL'INDAGINE DELLA GUARDIA DI FINANZA UNA VENTINA DI DITTE DEL CIRIACESE E DEL CANAVESE Fatture false, presi 4 imprenditori n sette anni sono stati evasi milioni di euro Gianni Giacomino CIRIE' In sette anni avevano creato un giro di fatture false che ha movimentato oltre 9 milioni di euro per operazioni commerciali mai eseguite. Forse una ventina di imprenditori edili e di artigiani del Ciriacese e del Canavese pensavano che mai nessuno si sarebbe occupato dei loro affari. Si sbagliavano. Gli agenti della Guardia di Finanza di Ivrea e Lanzo, dopo due anni di meticolose indagini, hanno arrestato quattro persone e denunciato altre dieci con la medesima accusa: frode fiscale. Le manette sono scattate per Giuseppe e Gaetano Diodato, rispettivamente padre e figlio di 62 e 31 anni, imprendhori edili residenti a Ciriè ed ora rinchiusi nel carcere delle Vallette. Il giudice ha invece concesso gli arresti domiciliari ad un fratello di Giuseppe Diodato, residente a Benevento e a Cosimo M. anche lui imprenditore nel settore edile, di San Francesco al Campo. La maxi operazione coordinata dal comandante provinciale della Guardia di Finanza, il tenente colonnello Domenico Pellecchia, è partita casualmente nel gennaio del 2001 durante una normalissima verifica fiscale in una ditta di Ciriè. E' proprio in quell'occasione che le Fiamme Gialle scoprono una serie di fatture false. I documenti indirizzano le indagini verso il Canavese e soprattutto ad Ivrea dove in un'altra azienda saltano fuori nuovi documenti falsi intestati ad un'impresa di Ciriè. E' a questo punto che il capitano Andrea Taurasi e il maresciallo di Lanzo Pietro Accardi cominciano ad avere molto più chiaro il quadro investigativo. Anche perché durante diversi blitz in attività della zona si trovano davanti a situazioni «strane»: documenti rubati la notte prima, spariti, bruciati, spazzati via dall'alluvione. Ma ad un certo momento spunta un nome al quale sono intestate un mucchio di fatture: Giuseppe Diodato. L'uomo a Ciriè è molto conosciuto, è un tipo carismatico che indossa sempre un grosso cappello texano di colore bianco. Non ha mai avuto guai con la giustizia e la sua famiglia è proprietaria di un'impresa edile che ie Fiamme Gialle considerano seria, sana. Gli agenti iniziano una serie di controlli bancari, pedinano i sospettati, intercettano le loro conversazioni. Dopo mesi di lavoro tutto è più chiaro. Giuseppe e Gaetano Diodato individuavano artigiani o piccoli impresari edili che hanno urgente bisogno di contanti. Nessun problema: i soldi erano pronti. I due però, anziché la restituzione del prestito, richiedevano l'emissione di fatture per operazioni inesistenti e per importi superiori alle somme prestate. Con questo sistema Diodato, che è stato bloccato dagli adenti mercoledì pomeriggio in via Remmert mentre tornava a casa al volante della sua Mercedes, riusciva a scaricare l'Iva e a non pagare le imposte sui redditi. I finanzieri hanno calcolato che dal 1995 ad oggi avrebbe evaso più di un milione e mezzo di euro di tasse. Il meccanismo ha coinvolto una ventina di ditte della zona e un paio del Casertano: tutte erano sconosciute al fisco, qualcuna era pure fallita altre non erano mai esistite. Adesso padre e figlio rischiano una condanna che può andare da qualche mese fino a sei anni di reclusione. Il giro scoperto dalla Guardia di Finanza, l'indagine partita nel gennaio 2001
Persone citate: Andrea Taurasi, Cosimo M., Diodato, Domenico Pellecchia, Gaetano Diodato, Giuseppe Diodato, Pietro Accardi
Luoghi citati: Benevento, Ciriè, Ivrea, Lanzo, San Francesco Al Campo
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