La favola Chievo diventa bazar «Basta con le voci di mercato»

La favola Chievo diventa bazar «Basta con le voci di mercato» DOMENICA IL PICCOLO CLUB VERONESE SFIDA LA GRANDE JUVENTUS. IN QUESTI GIORNI UNA SERIE DI TRATTATIVE HANNO TURBATO LA SERENITÀ DELLO SPOGLIATOIO La favola Chievo diventa bazar «Basta con le voci di mercato» Del Neri seccato: «A gennaio i trasferimenti non dovrebbero essere più permessi» Corini fra i giocatori in partenza: «Il Palermo mi attira ma prima vorrei vincere qui» Marco Ansaldo inviato a VERONA A pensare male, come diceva Andreotti, l'ipotesi più intrigante è che il Chievo si stia trasformando in un bazar dove ciascuno cerca di comprare un pezzo perché così vogliono i grandi club ai quali comincia a dare fastidio. Probabilmente si esagera a disegnare strategie da legal-thriller alla Grisham. La realtà, molto più semplice, è che se qualcuno cerca giocatori bravi, che non chiedono la luna e una società che non faticherebbe a venderli al prezzo giusto, il posto migliore dove trovarli è questo. Mancano tre giorni alla partita con la Juve, i posti allo stadio sono già tutti esauriti (restano pochi biglietti in curva e nei parterre), eppure attorno al Chievo si intrecciano soltanto le indiscrezioni di mercato: Corini al Palermo, Legrottaglie alla Roma, Perrotta al Parma, Luciano all'Inter. Marazzina, dopo il litigio con Del Neri, ha la valigia pronta: dice che potrebbe sistemarsi all'Inter o alla Roma, nel giro di Batistuta a Milano, ma forse si illude, come in estate, e gli resterà il Modena. E' un'esplosione che sbriciolerebbe il lavoro certosino di anni. «Alla fine credo che andranno via soltanto D'Angelo, al Napoli, e forse Marazzina», minimizza Giovanni Sartori, il direttore sportivo dal fiuto formidabile. «Non si sbaracca. Ma le voci girano ed è inevitabile che sia così: ci sono club di serie B che pagano stipendi doppi dei nostri, mica poche lire in più, e un professionista può esserne attratto. Noi non deviamo di una virgola dalla nostra politica di contenimento degli ingaggi». Al Chievo Bierhoff supera il miliardo di vecchie lire, molti altri non arrivano alla metà. Così i giocatori parlano con i colleghi e si indignano. C'è chi prende tre miliardi per salvarsi dalla B e chi quattrocento milioni per un quarto posto in classifica in zona Champions League. Nessuno è fesso. «Anche se da noi il 18 di ogni mese lo stipendio arriva sempre mentre c'è chi ha firmato contratti più importanti e aspetta i soldi da mesi», dice Del Neri. La situazione lo disturba. «Tutte queste voci - ammette Sartori - minano la concentrazione». «L'unica soluzione è abolire il mercato di gennaio che fa più damn di quanti siano, alla fine, gli affari», insiste Del Neri. Lui deve pensare alla Juve. Da altre parti. per molto meno, imbavagliano i giocatori. Al Chievo non rinnegano la propria bella diversità ma è sempre più dura non chiudersi nel guscio. «Io sono sicuro che i miei saranno concentrati come lo erano con la Roma - dice Del Neri - perché con gli allenamenti non si bara e se vedo chi è distratto lo metto fuori, chiunque sia». Capacissimo di farlo. Il caso di Marazzina, che non sarà convocato per punizione, dimostra che il tecnico friulano non guarda in faccia nessuno. L'arrivo della Juve lo aiuta a tenere alta l'attenzione. «Tuttavia non è uno scontro diretto dice -, non siamo entità compatibili, una delle due è fuori posto rispetto alle previsioni: il Chievo». Chissà fino a che punto lo crede. Di certo i veronesi dominano le vertigini meglio dell'anno scorso. «Chiudemmo il girone di andata a 35 punti e ne facemmo 19 nel ritorno ricorda Corini -. Se battiamo la Juve ripetiamo i 35 punti ma nel ritorno ne possiamo fare di più perché concediamo meno allo spettacolo e abbiamo più sostanza. Lo scudetto? Ho dichiarato che abbiamo lo 0,1 per cento di possibilità di prenderlo ma come si può quantificare una cosa del genere? Comunque lo 0,1 per cento dimostra che non lo ritengo completamente impossibile». Sarebbe un'impresa più prodigiosa di quando il Verona di Bagnoli vinse neir85. «Già allora fu difficile e infatti nessuna provinciale ha più rivinto il campionato. Adesso è peggio». Il Chievo è davvero il guscio di noce nel mare delle portaerei. «Mi piacerebbe vedere cosa succede nelle ultime tre partite se siamo ancora in zona Champions League, con il rischio di sbattere fuori una delle "grandi" - dice Corini -. Tuttavia dovrebbero prendersela soltanto con la propria incapacità di esprimersi e farci i complimenti. La Juventus? Quando è in forma è un piacere vederla giocare, il suo midollo sono Conte, Ferrara, Monterò e Del Piero, gli uomini che ne esprimono la mentalità differente da ogni altra». Inutile rivangare il passato, l'occasione fallita in gioventù. «Avevo 21 anni e giocai 47 partite nella Juve, poi il cuore disse che non mi bastavano e la ragione non mi impose di restare. Vedo che certe situazioni non cambiano. Perrotta, Marasca, Brighi hanno assaggiato la Juve e se ne sono allontanati da giovani come ho fatto io: gli auguro di avere la salute che mi è mancata nei momenti in cui la mia carriera poteva svoltare». Già, le svolte. L'ultima è di questi giorni', lo vuole il Palermo di Zamparmi, deciderà il cuore o la ragione e poi dov'è il cuore? «E' una soluzione che mi intriga - dice Corini perché a Palermo ritroverei la grande città, il grande pubblico, e anche l'aspetto economico entrerà nella scelta, come succede a chiunque cambia il posto di lavoro. Ma so anche cosa perderei. Devo valutare bene. E nel Chievo non muoio di fame». Il tecnico: «Sono sicuro che i miei saranno concentrati altrimenti li metto fuori rosa» Il caso di Marazzina, non convocato per punizione dimostra che non scherza Il capitano: «Se battiamo i campioni giriamo a quota 35 come un anno fa. E nel ritorno possiamo migliorarci» rmmmmmmm Cerini: «Abbiamo lo 0,1 per cento di possibilità di vincere lo scudetto, quindi non è un evento del tutto impossibile» Campedelli, il più giovane presidente in A

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