Fondi Ue, scoppia la polemica sul «tutto esaurito» italiano

Fondi Ue, scoppia la polemica sul «tutto esaurito» italiano CONTESTATA LA NATURA DEI DATI DIFFUSI DAL GOVERNO Fondi Ue, scoppia la polemica sul «tutto esaurito» italiano Da Strasburgo ropposizione accusa: artifici contabili Miccichè: i progetti sponda non si possono più fare Mario Sensìni ROMA Il pieno utilizzo dei fondi strutturali europei destinati all'Italia, confermato ieri dal Tesoro, scatena polemiche. Il vice ministro dell'Economia, Gianfranco Miccichè, soddisfatto del risultato registrato nel 2002 sui fondi relativi al 2000, si appresta a scrivere una lettera «garbata, ma sicuramente polemica» alla Commissione Europea. A Miccichè non è andato giù lo scetticismo di Bruxelles, che nei suoi ultimi documenti ufficiali dava per scontata la revoca di una parte dei fondi per incapacità di spesa. Alcuni parlamentari europei della sinistra, in compenso, non credono ai dati di Miccichè e sostengono che il pieno utilizzo dei fondi Uè è stato possibile solo grazie ad artifici contabili delle regioni che li gestiscono. «Sarei felice se davvero l'anno scorso l'Italia avesse speso tutti i 2,6 miliardi di euro stanziati nel 2000. Ma so, perché me lo hanno detto le stesse regioni, che sono stati utilizzati dei progetti "sponda" finanziati a livello nazionale per riempire il vaso della spesa europea» sostiene Gianni Pittella, relatore permanente al Parlamento di Strasburgo sui fondi europei. «Il rischio di un disimpegno dei fondi, che sarebbe automatico, è stato evitato cosi. L'importante - aggiunge Pittella - è che i fondi europei non spesi restino vincolati alle finalità per cui sono stati stanziati, sempre ammesso che la Commissione Uè, tra un mese e mezzo, approvi i rendiconti...». Replica Miccichè, accusando l'europarlamentare Ds di «non conoscere i nuovi meccanismi dei fondi comunitari, perché l'uso dei progetti sponda non è più ammissibile». Il vice ministro dell'Economia ammette che è «presto per dire che l'Italia ha imparato la lezione, perché il difficile deve ancora venire e bisogna migliorare molto la qualità della spesa», ma sostiene che «il risultato del 2002, i cui meriti vanno attribuiti alle regioni, è stato conseguito senza artifici che non avremmo certamente consentito». «Nel 2002 abbiamo sicuramente fatto molto meglio del passato, ma dobbiamo ancora migliorare» sostiene Franz Turchi, vice presidente di An della Commissione Bilancio dell'Europarlamento. «Manca la progettualità, un problema che rischia di pesare nel 2003, quando dovremo spendere molti più soldi, e c'è effettivamente un problema di qualità della spesa» dice Turchi. «Mi auguro che gli artifici contabili non ci siano stati, perché ciò rappresenterebbe una grave perdita di credibilità da parte italiana. Se si tratta di una pura polemica politica conclude Turchi - bisogna stare attenti, perché rischiamo di fare un danno al paese».

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