Germania al palo, vola il deficit

Germania al palo, vola il deficit NEL 2002 IL PILTEDESCO E' SALITO APPENA DELLO 0,2oZo, MAI COSI' MALE DAL '93. «L'INSICUREZZA PENALIZZA I CONSUMI» Germania al palo, vola il deficit Disavanzo al 3,70Zo. Frena anche la Francia Francesca Stona corrispondente da BERLINO A Bruxelles i dati dell'Ufficio Federale di Statistica di Wiesbaden non hanno prodotto nessun particolare stupore. Lo sapevano già. Ma in Germania le comunicazioni ufficiali di Wiesbaden fanno sempre un certo effetto, e sapere che il paese non viaggiava così lento dal 1993, anno dell'ultima recessione, ha ulteriormente abbattuto il morale dell'economia tedesca. Ecco i numeri: nel 2002 il deficit ha raggiunto il 3,7 per cento del prodotto interno lordo, e l'ammontare dei debiti è aumentato di 77,2 miliardi di euro. Rispetto allo 0,6 per cento di crescita del 2001, nel 2002 si è avuto un ribasso di quattro punti percentuali, fino a toccare quota 0,2. Nell'ultimo trimestre del 2002 si è inoltre registrata un'evidente stagnazione rispetto al trimestre precedente. E gli analisti non possono non chiedersi: che cosa succederà nel 2003? I criteri di Maastricht saranno nuovamente violati? La Germania - ex locomotiva d'Europa - finirà per voltare definitivamente le spalle al patto di stabilità? Le previsioni di crescita dell'Ufficio Federale variano dallo 0,6 all'I per cento, quelle del superministero dell'Economia e del Lavoro arrivano fino all'I,!. Un portavoce del ministero delle Finanze si lascia sfuggire che «nel contesto di una revisione della crescita verso il basso, i criteri del patto di stabilità si devono adattare» e che se «questo genere di segnali aumenterà», difficilmente la Germania riuscirà a raggiungere il dose to balance nel 2006. Anche sul fronte della disoccupazione niente di nuovo: secondo il direttore dell'Ufficio Federale di Wiesbaden Johann Hahlen non ci sarà una ripresa dell'occupazione finché non si raggiungerà la soglia dell'1,5 per cento di crescita. E malgrado questo traguardo non sia all'orizzonte, il ministero dell'Economia e del Lavoro invita a non cedere al pessimismo ricordando che i dati della produzione industriale sono cresciuti del 2,5 per cento rispetto a ottobre dell'anno scorso. La spiegazione non convince però gli esperti delle Finanze dell'opposizione cristiano demo¬ cratica, che con le parole di Friedrich Merz definiscono la situazione dell'economia tedesca «peggiore dell'atmosfera, già cattiva, che si respira nel paese». Secondo il direttore dell'Ufficio federale di Wiesbaden, le caratteristiche dell'economia tedesca del 2002 sono essenzialmente tre: «un incremento delle esportazioni, un drastico calo nella propensione al consumo e una chiara diminuzione degli investimenti all'interno del paese». Per la prima volta dall'unifìcazione, si è registrata quest'anno una contrazione dei consumi privati dello 0,5 per cento «Colpa della profonda insicurezza che ha colpito i cittadini». Ma la congiuntura internazionale non c'entra: le cause si chiamano mancata riforma delle pensioni, mancata riforma fiscale, mancata riforma del- l'orario dei negozi, lentezza nel riformare la burocrazia dell'amministrazione pubblica. Migliore ma non troppo la situazione d'Oltrereno, dove le stime della Banca di Francia hanno ritoccato al ribasso le previsioni di crescita del prodotto intemo lordo che dovrebbe infatti attestarsi all'I,irò nel 2002, mentre il quarto trimestre del 2002 vede un incremento dello 0,4 per cento. Il ministro dell'economia e delle finanze francese Francis Mer ha Derò prontamente ribadito la voontà della Francia di rispettare i suoi impegni di budget, e nell'affermare che «bisogna preparare una riduzione progressiva del deficit», si è detto convinto che l'economia del paese «ritroverà un ritmo di crescita sostenuta non appena saranno rimosse le incertezze internazionali». II cancelliere tedesco Schroeder

Persone citate: Francia Francesca, Francis Mer, Friedrich Merz, Johann Hahlen, Schroeder