« al più basso livello» di Antonella Rampino
« al più basso livello» GIULIANO AMATO, VICEPRESIDENTE DELLA CONVENZIONE « al più basso livello» Antonella Rampino ROMA «Un compromesso al più basso livello». Così, a caldo, il vicepresidente della Convenzione Giuliano Amato giudica l'ipotesi ChiracSchroeder in base alla quale nell'Europa del futuro il presidente della Commissione dovrebbe essere eletto dal Parlamento, ma affiancato da un secondo presidente eletto dagli Stati membri della comunità. E mentre arriva l'inevitabile placet del ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer (presente l'altra sera all'incontro CWrac-Schroeder), che valuta la mediazione franco-tedesca come «un passo significativo», da Roma Amato esprime i propri dubbi. In un incontro al Cnel tra le parti sociali e «i professionisti della Convenzione» ha rilanciato: «E se invece all'Europa servisse un super-presidente? Se avesse invece ragione Fischer?». Perché il ministro degli Esteri di Berlino, già autore del progetto d'Europa come federazione di Stati, a dicembre aveva lanciato l'idea di ima guida unica per il Consiglio degli Stati e per la Commissione di Bruxelles. «Il Consiglio europeo avrà sempre maggion responsabilità, in futuro continuerà a definire strategie, a delineare la politica estera - ragiona Giuliano Amato - Ma ci riuscirà, con 25 membri e un presidente che dura in carica ogni sei mesi, com'è oggi? E' evidente che c'è bisogno di maggiore continuità. Dovrebbe allora essere un presidente forte. Siamo in condizione, oggi, di accogliere la proposta di Fischer, per la quale l'Europa deve avere un solo presidente? Di certo, comunque, si eviterebbe il cortocircuito con il presidente della Commissione». Dal tono dubitativo, si capisce, e lo stesso Amato lo afferma, che le strade sono ancora tutte aperte. Di certo, se è vero che «la Commissione non dovrà perdere poteri», vero è anche, secondo Amato, che con l'allargamento, «poiché una delle prime cose che chiedono i nuovi Paesi aderenti è avere un posto in Commissione», essa «non potrà essere a 27, a 30». E «c'è poi un problema di rapporto tra la legittimazione democratica e i poteri» di quell'organismo. Che era stato creato come «alta autorità imparziale», e si è ritrovato a gestire parte sostanziale del potere legislativo, e non solo. Ma, ragiona Amato, «se si vuole che il presidente della Commissione sia il leader che ha vinto una campagna elettorale europea, un Prodi o un Berlusconi, non si potrà più pretendere che la Commissione abbia anche il monopolio dell'inziativa legislativa». A quel punto, continua il vicepresidente della Convenzione, «la Commissione dovrà poggiare la forza delle proprie iniziative al sostegno che avrà da parte della maggioranza del Parlamento europeo». Quanto al referendum finale sulla nuova Costituzione europea, un'altra proposta in forma di dubbio. Non sarebbe meglio farlo votare direttamente ai cittadini e non ai Parlamenti? «Perché in quel caso potrebbe accadere che il no di un piccolissiomo Paese valga quanto il sì dell'Italia».
Persone citate: Berlusconi, Fischer, Giuliano Amato, Joschka Fischer, Schroeder
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