Il Grande Fratello non piace più a tutti di Giulia Zonca

Il Grande Fratello non piace più a tutti OPINIONI CONTRASTANTI ANCHE ALL'INTERNO DEL GRUPPO MEDIASET Il Grande Fratello non piace più a tutti Piersilvio Berlusconi: «Lascerebbe un buco difficile da chiudere» Giulia Zonca MILANO «la palinsesto lascerebbe un buco notevole, non è un programma qualsiasi e non è facile sostituirlo». Questo «Grande Fratello» non lo vuole difendere apertamente proprio nessuno, neanche Piersilvio Berlusconi che lo ha comprato, ma al momento non ha voglia di sponsorizzarlo. Così l'appuntamento con (da casa» resta li, programmato per il 30 gennaio, al centro di una polemica che certo favorisce il traino pubblicitario, fino a qui moscio, ma che risente anche di qualche problema interno confermato dal vice presidente di Mediaset. «Dentro la rete esistono visioni contrastanti e in questo momento alcuni spigoli si fanno sentire. C'è chi vorrebbe che il format fosse gestito esattamente come all'estero e spinto al massimo e chi preferirebbe toni più pacati. Nei prossimi giorni si vedrà, per ora è uno dei programmi più importanti di Canale 5». Da una parte il direttore di Canale 5, Giovanni Medina, cattolico convinto che non ha voglia di spingere troppo oltre i ragazzi nella gabbia di vetro e addirittura minaccia di far saltare il programma, dall'altra (anche se nessuno fa nomi) la Aran Endemol che produce il «Grande fratello» e vorrebbe ravvivarlo un po' e forse anche Fedele Gonfalonieri che si irrita a sentir parlare di rinvio: «Il programma non è mai stato in dubbio». In mezzo Piersilvio Berlusconi, da Mediaset definito «mediatore», ma che in passato non ha nascosto le sue perplessità sulle scene più pulp andate in onda. Non si tratta solo di un po' di hard da sbriciolare qui e là per accontentare i più voyeristi scegliendo fidanzati a rischio coma in diretta e altre amenità, c'è chi vorrebbe puntare su estremismi vari (alla Adel Smith) agitando gli animi e le discussioni notturne finora ferme al «con chi ci provo stasera». Piersilvio Berlusconi per ora sorride e allarga le braccia ripetendo più volte «c'è chi lo vuole aggressivo» e facendo chiaramente capire che lui non fa parte del gruppo. Preferisce concentrarsi sul cambio radicale di Retequattro che passa da canale popolare a elitario, almeno nella seconda serata. Se ne vanno i «Bellissimi» insieme al volto storico Emanuela Folliero (passerà alla Rai con Paolo Limiti e sarà sostituita da Benedetta Massaia) e arrivano documentari storici, telefilm innovativi (vedi «Band of Brothers), approfondimenti sportivi («Pressing Champions League» sarà affiancato da «Record», la risposta al successo Rai «Sfide», con biografie di campioni e confronti tra grandi personaggi). I film restano solo per tre serate, venerdì, sabato e domenica e dei rischi esistono, come evidenzia lo stesso Berlusconi: «Sappiamo benissimo che il tarcet a cui vorremmo rivolgerci in quella fascia oraria adora i filmoni, ma sono andati in onda 365 giorni all'anno per un periodo molto lungo. Stavamo dando fondo al magazzino è ora di provare qualcosa di nuovo e aprire Retequattro al pubblico maschile». Anche sulle partite non ci sono certezze: «Rinnoveremo i diritti solo a costi più bassi. Possiamo rinunciare alla Cbampìons, come è già successo per alcune partite lasciate solo a Stream. I programmi si sostituiscono». Come il «Grande Fratello» se non lasciasse quel «buco».

Luoghi citati: Mediaset, Milano