«Calcolo del Pil Nessuna novità sino al 2005» di Gian Carlo Fossi

«Calcolo del Pil Nessuna novità sino al 2005» LA UE E LE STATISTICHE «Calcolo del Pil Nessuna novità sino al 2005» Gian Carlo Fossi ROMA Si scatena un nuovo vespaio sull'annuncio, fatto ieri da Silvio Berlusconi, di una revisione dei criteri di calcolo dell'indice del Pil considerato dal premier attualmente sottostimato rispetto alla situazione reale. Mentre il vice ministro dell'economia si affretta a precisare che il governo non ha avanzato nessuna richiesta all'Istat per aggiornare le serie storiche sulla ricchezza prodotta dal Paese, secchi altolà arrivano dall'Unione Europea, dall'Eurostat e dalla Svezia, insieme ad un fermo chiarimento dello stesso Istat e a critiche roventi da parte di esponenti dell'opposizione. Alla base della diffusa contestazione c'è il sospetto che si tenda a rimaneggiare anche i dati del Pil a scopi meramente propagandistici. L'Italia, come qualsiasi altro paese europeo, non può modificare da sola - afferma il portavoce all'economia dell'Ue Gerassimos Thomas - il sistema di calcolo del Pil, ma «nel quadro delle regole esistenti può fare degli aggiustamenti, i quali in ogni caso dovranno essere approvati ex post dalla Commissione europea». Thomas aggiunge che fino al 2005 (scadenza fissata per ima revisione del sistema Uè) resta valido a tutti gli effetti per Bruxelles il Pil calcolato sulla base di dati armonizzati; comunque, se qualche paese vuole anticipare modifiche, il nuovo Pil sarà considerato valido solo a livello nazionale e non a livello europeo. Insiste Eurostat: «L'Italia non può correggere da sola i criteri di calcolo perché questi vengono effettuati seguendo norme stabilite sulla base di un Regolamento del Consiglio». Dura la reazione del premier scandinavo Rosse Ringholm: «Le accuse ai sistemi statistici sembrano quasi un modo di sfuggire al dibattito su cosa l'Italia debba fare per mettere in ordine la sua economia». L'Istat precisa: «Le critiche all'operato dell'Istat sui sistemi di calcolo del Pil sono immotivate». Attacca il leader della Margherita Francesco Rutelli: «In tutte le scelte di questo governo c'è un'assoluta strumentalità propagantistica». Pierluigi Bersani, responsabile economico dei Ds, incalza: «Io sono solo preoccupato che a questo punto il governo elabori un Pil al silicone, stravolgendo per esigenze politiche e propagandistiche i criteri scientifico-statistici sui quali si fondano i conti di politica economica». Antonio D'Amato, presidente di Confindustria: «Al di là di una ridefinizione statistica, il nostro paese ha bisogno di esprimere in concreto un tasso di crescita più consistente». Infine, il leader della Uil Luigi Angeletti: «L'utilizzo politico dei numeri non serve a nessuno. Il vero problema è sapere la verità sulla situazione economica, sia in termini di Pil che di inflazione e occupazione».

Persone citate: Antonio D'amato, Francesco Rutelli, Gerassimos Thomas, Luigi Angeletti, Pierluigi Bersani, Ringholm, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma, Svezia