Rc Auto, la Cassazione condanna le compagnie di Federico Monga

Rc Auto, la Cassazione condanna le compagnie NELLA SENTENZA PRINCIPI CHE APRONO SPIRAGLI PER LA TUTELA DELLA CONCORRENZA Rc Auto, la Cassazione condanna le compagnie «Cartello di 17 società tra ir95 e il 2000, da rimborsare fino al 2007o del premio» Federico Monga Ora 17 compagnie di assicurazioni non potranno fare altro che rimborsare i consumatori per aver alzato i prezzi delle polizze auto tra il 1995 e il 2000 quando avevano dato vita ad un cartello anticoncorrenziale. La Corte di Cassazione mette la parola fine a una battaglia che va avanti da due anni: i consumatori ora potranno rivolgersi direttamente ai giudici di pace, senza spendere un euro e difendersi da soli. E' scritto nella sentenza 17475/02 pubbhcata ieri e scritta dal giudice Onofrio Fittipaldi sulla sentenza del 9 dicembre scorso. Una vittoria comunque per le associazioni dei consumatori soprattutto perché alcuni passaggi della sentenza fissano dei paletti importanti in vista di future battaglie. «C'è la capacità e la legittimazione - scrive Fittipaldi - del consumatore finale di avvalersi dello strumento risarcitorio nei confronti dell'avvenuta violazione». Ovvero si riconosce lo status giuridico del consumatore finale. E poi ancora si stabilisce «la risarcibilità assoluta di quelle intese vietate dalle regole a tutela del corretto funzionamento dei mercati e della concorrenza che danneggiano il consumatore finale». Criterio che allarga il campo di azioni ben al di fuori del caso delle assicurazioni. In altri termini: quando le aziende si fanno la guerra 0 decidono di mettersi d'accordo violando le regole e alla fine danneggiano il consumatore, si può chiedere il risarcimento, anche se non basta l'intesa in sé a provocare il danno. Una decisione che interessa, secondo le associazioni dei consumatori, addirittura 18 milioni di italiani. In realtà, se fanno fede i conti dell'Antitrist si arriva a 10 ovvero gli assicurati di Alliance subalpina; Assitalia, Axa, Azuritalia, Fondiaria, Gan, Generali, Helvetia, LLoyd adriatico, Milano, Ras, Reale Mutua, Sai, Toro, Unipol, Winterthur, Zurigo. In origine le società condannate erano 39. Il Consiglio di Stato ha poi ridotto il numero a 17. «Chi è rimasto fuori - fa notare l'avvocato dell'Adusbef Antonio Tanza - per ora si é salvato perché secondo i giudici, pur avendo partecipato al cartello, ha fatto talmente pochi contratti da non poter incidere in maniera decisiva sul prezzo finale». I giudici di pace italiani sono stati inondati di cause (sono già centomila per i consumatori, 18 mila da 3 mila euro ciascuna secondo l'Ania) e richieste di rimborso. L'Adusbef ne sta ricevendo 1500 al giorno. E gli ex pretori hanno cominciato a pronunciarsi a favore degli automobilisti. Le assicurazioni allora hanno posto un quesito di competenza alla Suprema Corte. L'Axa, assistita dai legali Aldo Frignani e Natalino Irti, ha impugnato una sentenza del giudice di pace di Acquaviva delle Botti (provincia di Bari) convinta che sui rimborsi dovesse decidere la Corte d'Appello. Tanza è sicuro che «se la Cassazione avesse dato ragione ad Axa sarebbe stata la fine tutti i ricorsi perché in Appello le spese legali di partenza si aggirano sui 300 euro, quando l'importo medio da restituire si aggira sul mibone di lire». Non ne sarebbe più valsa la pena insomma, se non per una questione di principio. Invece è stato stabilito che «il giudice di pace può risarcire fino al 20(!'6 del premio». Una via rapida (si dice che un giudice di Mirandola - il paese di Pico in provincia di Modena - addirittura stia affrontando le cause verbalmente) e soprattutto conveniente. Le assicurazioni però avvertono: ora il rimborso non è auto¬ malico, bisognerà valutare caso per caso. «A fronte delle sentenze favorevoli di alcuni giudici di pace - fa sapere l'associazione presieduta da Fabio Cerchiai - ci sono 400 sentenze della Cassazione che sono stale favorevoli alle assicurazioni e hanno negalo il diritto al rimborso. Quanto sollevato dai consumatori può rilevarsi fuorviante per gli assicurati e indurli a inutili contenziosi giudiziari con le loro compagnie di assicurazione». Fabio Cerchiai, presidente Ania

Persone citate: Acquaviva, Aldo Frignani, Antonio Tanza, Botti, Fabio Cerchiai, Fittipaldi, Natalino Irti, Onofrio Fittipaldi, Tanza

Luoghi citati: Bari, Milano, Modena, Unipol