Prodi: rischio di collisione fra due presidenti dell'Ue di Enrico Singer
Prodi: rischio di collisione fra due presidenti dell'UeIL CAPO DELLA COMMISSIONE EUROPEA SULLA PROPOSTA FRANCO-TEDESCA Prodi: rischio di collisione fra due presidenti dell'Ue «lo sono per la semplificazione, non per la complicazione delle strutture». Ma non cestina l'iniziativa, «che va esaminata bene» Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES Nel salone scintillante, tra grandi lampadari e arazzi, del Concert Noble, un locale per feste nel cuore del quartiere europeo, s'intrecciano le definizioni più strane per indicare la proposta franco-tedesca della doppia «presidenza stabile» per la nuova Unione. L'Europa a due teste. Il vertice ai Kappa e Asso, come nel poker. Il più prudente e il meno disposto agli scherzi è proprio Romano Prodi, che ha scelto questa sala per i tradizionali auguri di buon anno con gli oltre mille giornalisti accreditati a Bruxelles per seguire le vicende europee. «Vediamo che cosa vuol dire esattamente. Vediamo se evita o no una doppia burocrazia e, soprattutto, una divaricazione dei poteri», dice il presidente della Commissione. Prodi una sua proposta sul futuro assetto istituzionale della Uè a 25 Stati l'ha già presentata alla Convenzione di Giscard e Amalto il 5 dicembre scorso. E con quella francb'j'fedesca'arrivata l'altra notte da Parigi ha tre punti di convergenza e uno di rottura. Quello sul vertice, appunto. Due presidenti in carica per cinque anni, uno alla testa del Consiglio - che rappresenta i governi - e uno alla testa della Commissione - che è l'esecutivo comune - rischiano di finire in rotta di collisione, secondo Prodi. Che apprezza, invece, l'elezione del presidente della Commissione da parte dell'Europarlamento, la figura del ministro degli Esteri dell'Unione e il voto a maggioranza per prendere quante più decisioni possibili. Questi ultimi tre punti che poi erano il cuore del contributo di Schroeder al compromesso trovato all'Eliseo - fanno dire al presidente della Commissione che in fondo «è un bene che il motore franco-tedesco si sia rimesso in moto». Resta il nodo del vertice istituzionale: «Io sono per la semplificazione e non per la complicazione delle strutture. Ma è una proposta che va esaminata bene, con grande attenzione. Poi ci sarà il lavoro della Convenzione e infine quello della Conferenza intergovernativa che sarà la chiave di tutto». C'è tempo per ràgiòriàrej per mediare: E non è il caso di lanciare anatemi. Anche perché a Bruxelles ci si chiede quanto la proposta franco-tedesca sia davvero una formula originale per risolvere l'equazione complicata dei poteri nella nuova Unione. Q non, piuttosto, un compromesso raggiunto per non mostrare subito una brutta crepa nel ritrovato «asse» tra Parigi e Berlino. Un compromesso che deve, però, essere ancora registrato in molte sue parti. Una prima raffica di reazioni è già arrivata anche da molte capitali. Il ministro degli Esteri italiano. Franco Frattini, ha giudicato la proposta «interessante» perché dimostra come in Europa è sempre più condivisa l'idea di «dare maggiore forza a tutte e tre le istituzioni europee» e di tenerle «in equilibrio». . E' una valutazione prudente se confrontata con quella del capo della diplomazia, britannica. Jack Straw, con il quale Frattini aveva appena concluso un giro di colloqui a Londra. «L'Inghilterra dà il benvenuto al progetto francotedesco che prevede un presidente del Consiglio a tempo pieno», è stato il commento di Straw.' E non sorprende, perché proprio dall'Inghilterra è partita l'idea di un «presidente stabile» dell'Unione che sia espressione dei governi. Ma il premier greco, Costas Simitis, che presiede in questo momento la Uè in base alla turnazione semestrale che si vorrebbe modificare, ha usato tutt'altro tono: «C'è molto da lavorare, c'è da chiarire quali sarebbero le responsabilità del presidente del Consiglio e di quello della Commissione e che cosa succederebbe in caso di divergenze». Simitis non è solo. Belgio, Olanda e Lussemburgo hanno già presentato una proposta scritta alla Convenzione in cui sostengono il rafforzamento della presidenza della Commissione e il mantenimento della rotazione della presidenza del Consiglio. Anche il premier danese, Anders Fogh Rasmussen, ha svelato ieri la sua posizione, che accoglie la sostanza delle osservazioni di chi è contro il super-presidente dell'Europa. Un pensoso Romano Prodi risponde alle domande sull'iniziativa franco-tedesca
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