Le Carré scende in campo: gli Usa sono impazziti

Le Carré scende in campo: gli Usa sono impazziti Le Carré scende in campo: gli Usa sono impazziti In un lungo editoriale sul «Times» il celebre scrittore inglese attacca Bush e la sua politica LONDRA John Le Carré, lo scrittore di best-seller maestro di memorabili intrighi spionistici, stavolta si espone in. prima persona e mette tutto il suo acume e la sua caustica intelligenza di ex docente di Eton ed ex diplomatico al servizio della causa dei contrari all'attacco all'Iraq, un «partito» in forte crescita in Gran Bretagna nelle ultime settimane. Dalle colonne del «Times», in un editoriale uscito ieri con l'eloquente titolo «Gli Stati Uniti sono impazziti», lo scrittore inglese elenca in modo incalzante tutti i motivi della sua disapprovazione e non esita a definire la situazione attuale negli Usa «la peggiore che io ricordi». Peggio del maccartismo, peggio dell'attacco della Baia dei Porci, persino peggio del Vietnam, a suo dire. Molte delle argomentazioni di Le Carré riprendono le accuse rivolte a Bush dall'opposizione intema degh in¬ tellettuali statunitensi, preoccupati per il ridursi delle libertà individuali e della possibilità di dialettica nel nome di un fronte comune e patriottico contro il terrorismo: «Chi non è con Bush è suo nemico. E questo è perlomeno bizzarro». Ma c'è anche il modo in cui il presidente americano avrebbe «usato» l'attacco alle Torri gemelle per una guerra «pianificata anni prima che bin Laden colpisse». Nonché per distogUere l'attenzione dalle sue magagne, che lo scrittore elenca una per ima, dai termini, assai confusi, della sua elezione, al coinvolgimento nel famigerato caso Enron, fino alla sfacciata politica di protezione dei redditi miliardari e all'appoggio apparentemente illimitato fornito a Israele che, di risoluzioni Gnu, ne ha violate più di una. E come ha fatto Bush, si chiede il giallista, a manipolare a tal punto l'opinione pubblica nazionale da convincere, secondo un recente sondaggio, un americano su due che ci sia Saddam e non bin L^den dietro 1' 11 settembre? E nella «guerra santa» contro l'Iraq non c'entrerà forse il petrolio? Alcuni «indizi» secondo Le Carré; «George W.Bush, 1979-1984: dirigente d'alto livello di Arbusto Energy/ Bush Corporation, una compagnia petrolifera; 1986-90 dirigente della compagnia petrolifera Harken. Dick Cheney, 1995-2000: direttore della compagnia petrolifera Haliburton. Condoleezza Rice, 1991-200: dirigente della Chevron, che le ha intitolato una petroliera». La sfortuna di Saddam, conclude, è di trovarsi sul secondo maggior giacimento petrolifero del mondo. E Bush lo vuole... Se Saddam non avesse il petrolio, argomenta, potrebbe torturare gli iracheni finché vuole. «Come fanno ogni giorno Arabia Saudita, Pakistan, Turchia, Siria, Egitto...». Le armi di distruzione di massa di Saddam? «Noccioline rispetto a quello che potrebbero tirargli addosso con un preavviso di appena cinque minuti Usa e Israele». Ma non se la prende solo con Bush, Le Carré. I suoi strali colpiscono anche il primo ministro britannico, Tony Blair. L'interpretazione più caritatevole del cui comportamento, dice, è che abbia creduto di poter «domare la tigre cavalcandola». Calcolo sbagliato, «perché adesso la tigre l'ha costretto in un angolo». «Venerdì scorso - conclude - in California un mio amico è andato a fare la spesa. Sull'auto aveva attaccato un adesivo: "Anche la pace è patriottica". Quando è uscito dal supermercato l'avevano già strappato via». [e. st.] Il noto scrittore Inglese John Le Carré (ma II suo vero nome è David John Moore Cornwell), autore di romanzi venduti in tutto Il mondo; il più famoso, «La spia che venne dal freddo»