Gli Usa chiedono alla Nato basi e porti per la guerra

Gli Usa chiedono alla Nato basi e porti per la guerra ALLARME ANTRACE ALLA FEDERAL RESERVE: LA LETTERA SOSPETTA ERA DESTINATA AL VICEPRESIDENTE ti Gli Usa chiedono alla Nato basi e porti per la guerra Paura per la scomparsa di 35 fiale col batterio della peste, poi ritrovate dal corrispondente da NEW YORK Gli Stati Uniti chiedono alla Nato l'uso di basi e porti per il ponte aereo verso il Golfo mentre la temporanea scomparsa di 35 fiale contenenti il batterio della peste bubbonica ha tenuto con il fiato sospeso gli americani. Durante la giornata di ieri il presidente George Bush ha ricevuto briefing alternati su Iraq e fiale vivendo in prima persona due fronti aperti della sicurezza nazionale: la sfida a Saddam e il rischio del bioterrorismo. La richiesta alla Nato è stata consegnata dall'ambasciatore Usa, Nichols Burns, e ricorda da vicino quella avanzata nel 1991 alla vigilia della guerra del Golfo. Gli Stati Uniti chiedono agli alleati di poter adoperare spazi aerei, basi, porti e punti di rifornimento per portare uomini e mezzi verso il Golfo Persico nonché l'impiego di aerei radar Awacs e batterie di missili Patriot per proteggere la Turchia dal rischio di attacchi da parte dell'Iraq. Il vicecapo del Pentagono, Paul Wolfowitz, venerdì incontrerà a BruxeUes il Segretario generale della Nato, George Robertson, per affrontare anche la possibilità di un impegno di forze dei Paesi membri a guerra finita. Bisognerà vedere come risponderanno gli alleati: la Germania finora ha affermato di non voler in alcuna maniera collaborare ad un conflitto in Iraq. I preparativi da ieri includono l'addestramento di tremila traduttori e guide irachene nonché l'inizio delle esercitazioni israelo-americane per difendere lo Stato ebraico dal rischio di attacchi missilistici. Si susseguono le partenze di navi, aerei e contingenti, e il capo degli Stati maggiori congiunti, generale Richard Myers, ammonisce Baghdad a non usare civili, iracheni e non, come scudi umani: «Sarebbe un grave crimine di guerra». La risposta di Saddam arriva puntuale: «Saremo grati a Dio se ci risparmierà la guerra e gli saremo grati ugualmente se dovremo combattere per riacquistare i nostri diritti». Il quotidiano «AthThawra» avverte il presidente Bush: «Giochi con il fuoco, la guerra assurda che persegui alla fine ti sarà fatale». L'altro fronte di pressione su Saddam sono gli ispettori Onu. Washington offre gli aerei spia U2 agli inviati delle Nazioni Unite, il consigliere per la sicurezza Condoleezza Rice preme su Hans Blix per accelerare i tempi degli interrogatori degli scienziati e fa arrivare le prime informazioni di intelligence, grazie alla quali gli uomini dell'Onu hanno ispezionato una fattoria isolata nel Sud e alcuni uffici nel Palazzo presidenziale di Al-Karadah, nella capitale. Gli ispettori stringono i tempi perché si avvicina la scadenza del 27 gennaio, quando dovranno presentare il rapporto. Il premier britannico, Tony Blair, guarda già al dopo è si dice a favore di una seconda risoluzione del Consiglio di Sicurezza che minacci concretamente l'azione militare. Parigi è d'accordo. Washington per ora non si sbilancia ma la Spagna di José Aznar, sua alleata di ferro, si dice contraria: «Non ve n'è bisogno, già .la 1441 parla di "serie conseguenze" per l'Iraq se non collabora». Blair e Bush ne discuteranno a Camp David il 31 gennaio. Nel tentativo di favorire una soluzione diplomatica sabato al Cairo il presidente egiziano Mubarak riceve il generale iracheno Ali Hassan Al Majid, accusato di aver usato i gas contro i curdi, un fedelissimo dei Raiss. L'allarme peste bubbonica è scattato quando r«Avalanche- Journal» di Lubbock, nel Nord del Texas, ha rivelato la scomparsa da martedì sera di 35 fiale con il batterio da un laboratorio scientifico della Texas Tech University. L'Fbi ha preso la guida delle indagini e per lunghe ore il Paese ha temuto che fossero state rubate da un terrorista. Tv e radio hanno iniziato a spiegare ai cittadini che «solo nel 14 per cento dei casi il batterio "yersima pestis" causa il decesso» e che «per proteggersi bisogna sottoporsi subito ad antibiotici». La fibrillazione collettiva è terminata quando l'Fbi ha annunciato che le fiale erano state ritrovate e che non vi era alcun pericolo per la sicurezza dei cittadini. Resta tuttavia il giallo su chi le abbia prese dal laboratorio e perché lo abbia fatto. Per appurarlo è in corso un'indagine criminale. A contribuire alla paura del bioterrorismo è anche una lettera spedita al vicepresidente della Federai Reserve, Roger Ferguson, e risultata positiva all'esame dell'antrace. Il ministero della Sanità ha iniziato ad analizzarla e per ora evita di confermare l'esistenza di spore. lm. mo.] Gli ispettori Onu ieri in visita allo stabilimento Al Amin, circa 80 chilometri a Ovest di Baghdad, dove si producono parti di missile