La Lega da sola al voto? Berlusconi: ci penserò io di Amedeo La Mattina

La Lega da sola al voto? Berlusconi: ci penserò io DOPO LA MINACCIA DI BOSSI, LA MAGGIORANZA TEME DI PERDERE LA REGIONE AUTONOMA E LA PROVINCIA DI ROMA La Lega da sola al voto? Berlusconi: ci penserò io Centrodestra ancora diviso sui candidati in Lombardia, Veneto e Friuli Amedeo La Mattina ROMA «La lenticchia, voglio la lenticchia nella scheda». Nello slang bossiano la lenticchia è il simbolo della Lega Nord. «Sì, ci vuole la lenticchia: se non vede lo spadone, la gente non vota i nostri candidati». Il capo del Carroccio vuole correre da solo al primo turno delle amministrative di primavera, vuole la conta, ma non vuole rompere con la Casa delle libertà. Lo ha spiegato ai suoi lunedì scorso al consiglio federale del suo partito. E in questi giorni cercherà di far capire a Silvio Berlusconi che è meglio così: «Una Lega più forte conviene alla coalizione e poi certi candidati non vanno bene..., come quel Renzo Tondo». Renzo Tondo è il presidente uscente del Friuli-Venezia Giulia che Forza Italia vuole ricandidare per le regionali, ma a Trieste si è scatenata una bagarre nella coalizione di maggioranza. «La Lega alza le sue bandiere» titolava ieri a a pagina 6 «La Padania». Bossi in quella regione vuole lanciare in pista, contro l'uomo del caffè Riccardo Illy (ex sindaca ulivista. di Trieste), un^i sua dònna, Alessandra Guerra, vice di Tondo. E a gestire lo scontro ha mandato un suo mastino, il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. Poi c'è il caso Brescia, oggi in mano all'Ulivo: su quella poltrona di sindaco ha messo gli occhi Gianfranco Fini, ci vorrebbe la bella Viviana Beccalossi, vice presidente della giunta Lombarda e assessore al1 Agricoltura. Ad Udine? Il sindaco uscente del Carroccio Sergio Cecotti non si discute, e nemmeno la poltrona di Treviso, che verrà lasciata dal discusso sindaco anti-immigrati, Giancarlo Gentilini: è al secondo mandato e non può ricandidarsi. ftdn finiscono qui i «casus belli» nel centrodestra, che teme molto.questa tornata elettorale. Teme soprattutto di perdere, ol¬ tre il Friuli, anche la Provincia di Roma guidata da Silvano Moffa (An). La maggioranza vuole evitare conseguenze politiche sul governo per una perdita diffusa di consenso nel territorio. Perciò «attenzione, motori al massimo», ha incitato ieri Berlusconi duran¬ te un pranzo di lavoro con il coordinatore di Forza Italia, Roberto Antonione, con il portavoce del partito Sandro fiondi e con il responsabile della campagna elettorale Claudio Scajola. E con Bossi cosa si fa? Calma e gesso, ha detto ai suoi il Cavaliere: «ci parlo io, è un problema che metterò a posto personalmente, sono convinto che la sua decisione di correre da solo non è ultimativa. In ogni caso la questione Friuli va affrontata al tavolo politico dei segretari». Quando? Venerdì? Il vertice della Casa delle libertà è diventato un giallo: si fa non si fa, è saltato, no è stato confermato. Poi è circolata una voce: salta perché Bossi non ci andrà, non vuole partecipare, se ne andrà a Novara, proprio venerdì sera, per partecipare ad una fiaccolata per le vie della città. E successivamente interverrà ad un dibattito sul tema «Devolution e riforme». Calma e gesso, con Umberto ci ragiona Berlusconi, assicurano a Forza Italia: lui pone oggi il problema con grande anticipo rispetto alla scadenza elettorale per avere il tempo di correggere il tiro. Tra gli alleati non crede nessuno che il leader della Lega faccia sul serio. «Bossi è un maestro delle trattavive», dice Mario Landolfi, portavoce di An. «Per lui sarebbe un harakiri», commenta il presidente del Veneto, Galan. «Sta alzando il prezzo sulle riforme, non gli piace la nuova versione dialogante di Berlusconi», sostiene il ministro per i Rapporti con il Parlamento, il centrista Giovanardi. In effetti Bossi, al consiglio federale di lunedì scorso ha messo in relazione le amministrative con le riforme. «C'è il rischio che qualcuno voglia far passare il presidenzialismo senza la devolution. Non accetteremo giochetti né con gli alleati né con la sinistra». Dunque, chi vuole la Lega fin dal primo turno deve darsi da fare a votare al più presto la devolution: è la bandiera del Carroccio da far sventolare sul palco dei comizi; nelle urne si misurerà l'effetto che fa. A dirla tutta, però, non è escluso che alla fine, qui e là, il Carroccio comunque corra da solo, come del resto ha fatto in altre occasioni. «Perché - spiega fiossi - da soli prendiamo sempre più voti». «Abbiamo bifogno di visibilità», conferma il capogruppo leghista alla Camera Alessandro Ce. «Contarci per non scomparire è bello», assicura l'ex ministro della Lega, Pagliarini. «Ma scusate, dove perdiamo come centrodestra, perché non dovremmo correre da soli: non facciamo mica danno alla Casa delle libertà^, taglia corto il segretario della Lega Lombarda, Giorgetti. Sarà pure «il solito gioco in vista di un vertice», come dice Andrea Ronchi, stretto collaboratore di Fini a Palazzo Chigi; sarà puru pericoloso contarsi da soli perché può riservare «amare sorprese», come avverte Osvaldo Napoli, numero due di Forza Italia per gli enti locali. Tuttavia l'uscita di fiossi preoccupa: il capo dei leghisti è imprevedibile e potrebbe alla fine dare ascolto alla sua base. Il premier: non credo che Umberto voglia davvero fare liste autonome, la decisione non è ancora definitiva Per togliere all'Ulivo il Comune di Brescia Fini vorrebbe lanciare la vicepresidente della Lombardia Viviana Beccalossi Umberto Bossi e Silvio Berlusconi: sulle liste decideranno i due leader