Europarlamento, bacchettate all'Italìa

Europarlamento, bacchettate all'Italìa ATTO D'ACCUSA DA STRASBURGO Europarlamento, bacchettate all'Italìa Conflitto d'interessi, giustizia lenta, polizia autoritaria durante il G8 Maria Maggiore STRASBURGO Tre severe bacchettate all'Italia arrivano dall'Europarlamento di Strasburgo che ieri ha approvato la relazione annuale sui diritti umani nell'Unione, una fotografia dello stato di salute della democrazia nei quindici Stati-membri, che tocca i temi più scottanti delle nostre società, dal rispetto della dignità umana e in particolare dei bambini, alle discriminazioni tra uomo e donna, all'uso spesso arbitrario della giustizia, fino ai matrimoni tra gay e al traffico di esseri umani. Ci sono rimproveri per tutti, ma al nostro paese vengono imputati tre fatti gravi: il comportamento delle forze dell'ordine durante il G8 di Genova, il perdurare del conflitto d'interessi nei media e la lentezza dei notri processi. Prima di tutto il G8. Già all'indomani dei disordini di Genova l'Assemblea di Strasburgo si era mobiUtata per chiedere conto e ragione al govemo italiano del "deplorevole spettacolo" offerto al mondo da uno dei paesi fondatori dell'Unione. E alcuni deputati erano arrivati a chiedere fapplicazione anticipata dell'articolo 7 del Trattato di Nizza, allora non ancora in vigore, che prevede sanzioni contro quei paesi che non rispettano i diritti fondamentali dell'Unione. Ora, a distanza di un anno e mezzo, l'intero emiciclo, seppur con soli cinque voti di scarto, approva un testo solenne che qui suona come "il verbo" annuale della democrazia in Europa. All'articolo 28 della risoluzione approvata ieri si legge che l'Assemblea di Strasburgo "deplora la sospensione dei diritti umani avvenuta durante le manifestazioni pubbhche e in particolare in occasione della riunione del G8 a Genova". Un emendamento adottato per iniziativa dei SociaUsti europei rincara la dose: «L'Europarlamento continuerà ad accordare particolare attenzione al seguito delle indagini amministrative avviate in Italia per accertare se in tale occasione si sia ricorsi a trattamenti o punizioni disumane o degradanti». Ma non finisce qui. Nel capitolo «Dignità» la deputata socialista olandese Joke Swiebel, relatrice del lungo documento, aveva tuonato contro «gli abusi della polizia e di altre forze dell'ordine e la situazione intollerabile in alcuni commissariati di polizia e carceri». E sulle prigioni l'Italia viene messa all'indice insieme questa volta all'Austria, al Belgio, alla Francia, al Portogallo, alla Svezia e al Regno Unito. Si deplora l'uso ricorrente alla violenza «da parte degli agenti di polizia e del personale carcerario, soprattutto nei confronti dei richiedenti asilo e delle persone aderenti a minoranze etniche». L'Assemblea di Strasburgo propone «pene alternative per far fronte al problema allarmante della sovrappopolazione delle carceri, promuovendo sempre di più programmi di inserzione dei detenuti nella società civile». Poi si passa alla «Libertà di espressione e inftrmazione» dove l'Italia toma protagonista negativa. I deputati europei sono preoccupati «per la situazione in Italia dove gran parte dei media e del mercato della pubblicità è controllato in forme diverse dalla stessa persona» e ricordano che una tale situazione potrebbe costituire una grave violazione dei diritti fondamentali secondo l'ormai attuale articolo 7 del Trattato di Nizza. Questo richiamo esplicito al conflitto d'interessi italiano è il capitolo secondo di una campagna per d pluralismo nei media che il Parlamento ha lanciato prima di Natale. Nel mese di novembre una dura risoluzione chiedeva alla Commissione europea di preparare hi tempi brevi un testo di legge da sottomettere ai governi sul pluralismo dei mezzi di comunicazione e sull'uso della pubblicità nei media. Una prima assoluta nella storia dell'Unione europea. Terzo richiamo all'Italia, in toni non meno espliciti, arriva sul fronte della giustizia e dei processi. Troppi ricorsi alla Corte europea dei diritti dell'uomo sulla lentezza dei processi italiani. «La violazione da parte dell' Italia del diritto a un termine ragionevole nuoce alla fiducia nello stato di diritto - si legge al comma 132. L'Europarlamento chiede quindi all'Italia di «adottare tutte le misure necessarie per garantire procedimenti attuati per tempo e equamente». Malcontento tra gli esponenti europei del Polo delle Libertà per il duro testo approvato ieri espressione secondo Antonio Tajani, capogruppo di Forza Italia, di una finta maggioranza. Il testo, votato da tutto il centro sinistra, è passato infatti con cinque voti di scarto e quattordici astensioni. Cristiana Muscardini, capogruppo di An, parla di «colpo di coda» di un Parlamento europeo espressione di una maggioranza ormai superata dalle recenti elezioni in molti paesi europei. Muscardini chiede che la Convenzione per le riforme «ridefinisca il molo e le competenze delle istituzioni Uè, per evitare che si cada nel ridicolo, con ingerenze nelle politiche nazionali, che per altro, nei fatti rimangono carta straccia». Protesta Cristina Muscardini,diAn:«Da ridefinire le competenze delle istituzioni Uè, per evitare che si cada nel ridicolo con queste ingerenze nelle politiche nazionali» Italia sotto accusa dell'Europarlamento anche per le violenze della polizia durante il G8 di Genova

Persone citate: Antonio Tajani, Atto D'accusa, Cristiana Muscardini, Cristina Muscardini, Joke Swiebel, Muscardini