Inter, per Cuper è il giorno della vittoria
Inter, per Cuper è il giorno della vittoria IL GIALLO VIERI-DI BIAGIO: IL PRESIDENTE PROMUOVE IL TECNICO Inter, per Cuper è il giorno della vittoria Moratti: «Da questa vicenda si evince che sa prendersi e sue responsabilità e ottenere la stima dei giocatori» Con Crespo ko fino a metà aprile la società nerazzurra torna sul mercato Le alternative a Morientes e Batistuta sono i bresciani Toni e Tare Si allontana Marazzina Giancarlo Laurenzi Inviato a MILANO E' ormai chiaro che nello spogliatoio dell'Inter, accanto a maglie e mutandoni, sono disponibili camicie di forza griffate di ogni misura e colore, affinché almeno su questo indispensabile particolare nessuno abbia di che lamentarsi. Sul resto, invece, gli idoli avvertono un senso di molle disagio una volta varcato l'uscio della Pinetina di Appiano Gentile: un giorno sboccia una temperatura equatoriale (come ha confermato lo stesso Moratti), l'altro manca l'acqua calda per la doccia, e capita che si debba dormire con i piedi impiccati nel vuoto in letti troppo corti. L'esasperazione per una struttura ritenuta poco idonea a una squadra in cima alla montagna in Italia e in Europa: ecco cosa ha portato Vieri e Di Biagio (leader dello spogliatoio e non a caso compagni di stanza e di merenda) ad alzare i tacchi dal ritiro, dando appuntamento per il giorno dopo a qualcuno che non era Cuper. Il caso scoppiato, nient'altro che la punta dell'iceberg. Vieri e Di Biagio erano afflitti da una violenta forma di laringite, sabato chi è capitato nei paraggi della loro stanza ha creduto di aver traslocato nel Sahara. Il timore di sudare nella notte e di esporsi durante la gelida partita a un letale sbalzo termico ha fatto saltare i nervi e la pazienza ai due ragazzetti, ma la fuga da Alcatraz è avvenuta solo dopo che Vieri aveva ricevuto le cure del massaggiatore (intomo alle 22) e Di Biagio si era scaricato da un computer una serie di ed musicali in compagnia di Cristiano Zanetti. Di fronte a un gesto di tale onnipotenza, l'Inter ha puntato i piedi, temendo la forza centrifuga dell'anarchia. Cuper (che una volta punì con la mancata convocazione Kallon e Dalmat per 10 minuti di ritardo alla riunione tecnica) ha atteso che Vieri e Di Biagio si presentassero in ritiro passata la nottata, spiegandogli che potevano tornare sotto le coperte. Vieri ha capito al volo, Di Biagio (che ieri ha ribadito: «tutte falsità») si è meravigliato, ma lo sguardo perplesso dei compagni più influenti (Toldo, Zanetti) lo ha convinto che non esisteva una sola possibilità di vedere la partita col Modena in un posto diverso dal divano di casa. L'Inter, si capisce, ha cercato di tenere in una cassapanca l'imbarazzante vicenda (prologo ed ' epilogo), ribadendo la tesi governativa: i giocatori avevano lasciato il ritiro domenica mattina Derché colpiti da virus influenzae. In aggiunta ha spedito Morfeo in conferenza stampa, abbandonata dopo che i giornalisti si sono rifiutati di formulare do¬ mande sull'aria fritta. In realtà, ieri il presidente Moratti aveva già fatto diversi passi nella direzione opposta (nessuna censura, anzi parliamone), ammorbidendo la smentita e alzando uno scudo a protezione dell'allenatore: «Da tutta questa vicenda si evince la capacità di Cuper di prendersi le sue responsabilità, di caricarsene e di avere quindi la stima dei giocatori». Moratti ha capito che schierarsi contro il tecnico equivaleva a trasformare una fessura in un crepaccio e da lì, gettarci la squadra dentro. E nessuno toglie dalla testa del presidente (di alcuni compagni e di molti tifosi) che con Vieri in campo, domenica Crespo sarebbe rimasto in panchina. Invece Crespo, come hanno confermato gli esami sostenuti ieri, rimarrà con la museruola fino al derby del 13 aprile, e l'Inter dovrà risolvere il rompicapo. Se spendere molto (Morientes, Batistuta) per giocatori inutilizzabili in Champions (ma Batigol, che pure ha un età da pensione unita a un ingaggio da fantascienza, potrebbe diventare «la follia stagionale» di Moratti) oppure allargare con moderazione i cordoni della borsa per un rinforzo contingente. In polo resta Maniero, che ha il guaio di un ingaggio di 3 milioni di euro; a ruota Muzzi, mentre s'allontana Marazzina per il quale il Chievo chiede 9 milioni. Nelle ultime ore l'Inter ha sondato con troppo interesse la pista bresciana: Tare, ma soprattutto Luca Toni. L'Inter lo vorrebbe in prestito, disposto a pagare un robusto conguaglio a fine campionato (o addirittura acquistarncalmeno la comproprietà) nel caso il rendimento del giocatore garantisse sollievo all'attacco. Il prescelto diventerebbe l'alternativa a Vieri, nel caso a Bobone saltasse qualche altra mosca al naso o ai piedi. Per ora non salterà quella di Perugia di domenica, delicatissima. Lui e Di Biagio si sono allenati ieri e Cuper gli ha fatto sapere che sono stati perdonati. Duro, mai fesso. Hernan Crespo non doveva giocare l'altra sera a San Siro Ora il suo rientro dopo lo strappo è previsto per il derby di metà aprile
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